clicca per ingrandire
DOSSIER SU CALCIO E BILANCI: CALCIO, BILANCI E (POCA) TRASPARENZA
26/11/2003

L'interesse dei bilanci delle società di calcio ha coinvolto, in questi giorni, mass media e tifosi a vari livelli. Anche il nostro Guestbook, limitatamente all'Hellas Verona, è stato palcoscenico di dibattiti e iniziative. Pertanto Hellastory, attraverso le sue rubriche, ha pensato di proporre ai tifosi un proprio «Dossier sul Calcio e Bilanci».

A livello generale, il Bilancio di una società è un insieme di cifre ad essa riconducibili, riclassificate secondo criteri comuni e oggettivi. Il problema che si nasconde dietro questi numeri è la loro assoluta povertà di significati effettivi e la mancanza di regole valide a tradurre lo stato di salute oggettivo e prospettico dell'azienda esaminata. Oddio, quando le cose vanno male o precipitano, abbiamo numerosi riscontri della crisi aziendale attraverso l'esame delle voci di Bilancio, ma non riusciamo quasi mai ad anticiparla. In pratica, possiamo, con cognizione di metodo, dire che «se le cose continuano così e non si pone rimedio», prossimamente la società verserà in stato di crisi. Vale a dire, se continui a bere a come una spugna, o ti si spappola il fegato o vai in corto circuito. Ma ciò è banale e scontato. La cosa che non riusciamo invece a cogliere, nell'analisi del Bilancio, è fino a che punto si può crescere o per quanto tempo le potenzialità del business aziendale riescono a far fronte alla crisi in atto. I numeri, a questo punto tacciono. E gli amministratori, volutamente, si celano dietro fredde, inutili e sterili cifre.

Il Bilancio, è bene chiarirlo, è redatto con il preciso compito di soddisfare alcune particolari categorie di lettori. Potrei aggiungere, estremizzando il concetto, è a esclusivo uso e consumo loro. Le categorie di lettori istituzionali che si compiacciono di queste cifre sono il Fisco, le Banche, i fornitori, e se la società è quotata in Borsa, gli azionisti. Se poi, l'azienda in esame fa calcio, il Bilancio è a uso e consumo anche della Co.Vi.Soc..

Al contrario, manca assolutamente e volutamente una riclassificazione di cifre predisposta ad uso e consumo dei tifosi. Ahimè! Pertanto, cercare di capire, da parte nostra e con i nostri intenti, le potenzialità di rafforzamento presente e futuro della squadra, partendo dalla Situazione Patrimoniale del nostro Hellas, è esercizio inutile e frustante.

Tutto ciò premesso, dobbiamo aggiungere, a ulteriore complicazione comunicativa, le difficoltà intrinseche dei dati riscontrabili nei Bilanci delle società che operano nel mondo del calcio. Tale Bilancio è, per sua concezione, una burla nelle burle e assolutamente privo di trasparenza. Innanzitutto perché non esiste altro settore merceologico nel quale fornitori e clienti coincidono: se io cedo Oddo alla Lazio, con pagamento rateale, sono fornitore di questa; a sua volta, ricevendo in cambio e a compendio della prima rata, Comazzi, sono anche suo cliente; l'anno successivo, potrò avere il regolamento monetario della seconda rata oppure un nuovo calciatore. E così via. Discorso analogo lo possiamo fare per le altri voci che non riguardano i calciatori: ad esempio lo sponsor sportivo fronteggia buona parte dell'abbigliamento (magliette, tute, palloni, scarpini ecc); e le attrezzature atletiche sono spesso e volentieri finanziate in leasing.

Le difficoltà delle società di calcio sono nella mancanza di liquidità (pagamento degli stipendi e delle tasse) e non nella loro situazione patrimoniale. Quest'ultima viene artificiosamente chiusa con ardimentose e fantasiose invenzioni di natura contabile: è affascinante, in tal senso, lo scambio computistico e non tecnico che si registra ogni anno in sede di campagna trasferimenti. A tal proposito vorrei citare l'alleanza Inter - Milan che si è verificata in questi ultimi anni e che ha prodotto affascinanti combinazioni ( Moriero/Cruz; Helveg, Coco e Umit/ Pirlo, Seedorf, Simic; Guly/Brocchi). Ma va benissimo anche quella del nostro Hellas col Parma. Si può naturalmente aggiungere l'imputazione fantastica a bilancio di cifre senza senso, per puro pareggio contabile: vorrei citare, riportando l'esempio che ha rilevato Repubblica, l'esilarante acquisto di tal G. Paoletti dalla A.S. Roma per 11 milioni di euro (più della somma dei valori di Del Vecchio e Tommasi, tanto per dare un'idea) e svalutato successivamente a 60 mila euro attraverso il decreto Spalmadebiti.

L'assoluta inutilità del decreto Spalmadebiti, ciambella di salvataggio per le esagerazioni dei Presidenti impazziti, è verificato dai dati di fatto: fonte Sole 24 Ore, nell'esercizio 2002/03, a fronte di un incremento sostanzioso dei ricavi e di una riduzione dei costi di produzione, le perdite in bilancio sono aumentate del 40%. Solo la Juventus e l'Empoli parrebbero immuni da questa pazzia collettiva: ma mentre la prima trova l'utile contabile grazie a proventi straordinari di natura immobiliare, la seconda attraverso l'oggettivo impoverimento della rosa. Ne valeva la pena?

Il vero problema, pertanto, si riconduce, come tutti sanno, al monte stipendi e agli ammortamenti per l'acquisto dei giocatori. In tal senso il break even lo abbiamo con un rapporto del 70% rispetto alle entrate. Ebbene, la Lazio, sempre a titolo di esempio, ne dichiara rispettivamente il 106% e il 58%, arrivando a un totale di costi pari a 232.000 migliaia di euro a fronte di ricavi di 101.000. Non esiste società commerciale che possa sopportare tanto! Insomma, le svalutazioni e l'allungamento degli ammortamenti, non risolvono tutti i problemi. Per molte società magari sì, ma citando ancora la Repubblica «solo per le quattro grandi (Milan, Inter, Roma e Lazio) le perdite da ripianare per la stagione 2002/2003 sarebbero di circa un miliardo di euro. I presidenti che potranno ricapitalizzare le società non avranno problemi, mentre chi si trova con poca liquidità in portafoglio dovrà reperire altrove i mezzi necessari». Dove? Mi chiedo io.

E veniamo, infine, al nostro Hellas. E' povero o no? Sportivamente parlando lo è eccome, basta vedere i risultati sul campo. Dal punto di vista dei numeri, dopo aver subito nel 2002 la retrocessione in serie B e di seguito quella virtuale della Co.Vi.Soc, alla quale ha fatto poi fronte con le note e inomignose liberatorie dei giocatori e il pagamento del dovuto all'Erario, quest'anno le cose appaiono finanziariamente risolte. Pastorello ha detto che all'epoca ha «fatto i salti mortali per far quadrare i conti». E noi lo sappiamo bene. Oggi,«non ci sono problemi, la società è sana e i bilanci sono in regola». Messaggio, da molti punti di vista, rassicurante. A questo punto occorrerebbe sfruttare questa serenità, magari prendendo per il collo chi non la ha più, per investire qualche euro sulla squadra. A cominciare dall'allenatore: mi mordo le mani quando vedo ancora disoccupati tecnici illustri e competenti come Valvassori, Guidolin e Camolese. Mentre noi roviniamo in serie C dietro a Salvioni•….A proseguire con l'acquisto di almeno tre giocatori: un centrale difensivo, un terzino sinistro e un esterno destro puro.

Questa serenità, amici miei, non la troverete mai dalle cifre confuse e misteriose di un Bilancio aziendale. Ma solo attraverso la disponibilità individuale dell'azionista di riferimento (Pastorello appunto) e tramite i suoi canali diretti e privilegiati di reperimento di giocatori nuovi.

Il primo aspetto, il vero Bilancio che interessa ai tifosi gialloblu, non è facilmente reperibile; il secondo invece è più agibile: il bacino Parma è sempre a disposizione, la bravura del figlio Federico, procuratore dei migliori giocatori in circolazione - a mio avviso il vero direttore sportivo dell'Hellas - e il buon lavoro di Mazzia nell'ambito del settore giovanile gialloblu, sono certezze più che ipotesi. Se poi, dalla cassaforte di famiglia, esce anche qualche euro, tanto di guadagnato. A meno che non si voglia retrocedere con la soddisfazione di un bilancio in utile. Come sta accadendo all'Empoli.

Dobbiamo solo aspettare un mesetto e mezzo, alla riapertura della campagna trasferimenti, per capire come stanno effettivamente le cose. Ci sono i soldi o no? Si vuole investire ancora nell'azienda Hellas o no? La situazione è, finanziariamente parlando, veramente così serena come si vuol far credere o no?

Nel frattempo, non possiamo che fregarcene degli inutili numeri del Bilancio gialloblu, e ignorare i menagrami della fine del Mondo del Calcio. Perché, dalla Notte dei Tempi, più investi nella tua attività e più ritorni hai. Meno spendi, meno ti rimane. E meno vali in futuro.



Massimo.



Stagione 2023/2024
02/02/2024   MASTER OF NONE
04/01/2024   IL CAVALLO SCOSSO
18/12/2023   A CHE PUNTO SIAMO (RISPETTO ALL'ANNO SCORSO) ...
13/11/2023   LE 5 ZAVORRE
30/10/2023   IL MITO DI SISIFO E LA PAZIENZA DELLE PROVE I...

[archivio]
Andrea Perazzani 2003- 2024 Hellastory è ottimizzato per una risoluzione dello schermo di 800x600 pixel. Per una corretta visione si consiglia l'uso del browser Microsoft Internet Explorer versione 5 o successiva con Javascript, Popup e Cookies abilitati. Ogni contenuto è liberamente riproducibile con l'obbligo di citare la fonte. Per qualunque informazione contattateci.
Leggi la nostra Informativa Privacy. []