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LA SETTIMANA DEL TUTTO E' POSSIBILE
10/02/2020

Complimenti a Juric che, in una settimana, ha smontato e ridicolizzato la famosa teoria di cui sono andato fiero per anni: in un turno infrasettimanale sei obbligato a concedere qualcosa dal punto di vista fisico e mentale. Vallo a dire a Milan, Lazio e Juventus. Aggiungendo la carognata di imporci 3 partite in 6 giorni: perché poi anticipare il sabato sera quando si è giocato il mercoledì sera? Tant'è, come si suol dire. Poiché però non appartengo alla categoria di quei filosofi che vogliono avere a tutti i costi l'ultima parola (questa è l'eccezione che conferma la regola > affermazione veramente indisponente), il mio nuovo assioma è: nel calcio nulla è scontato. E i corollari sono: 1) con Juric tutto è possibile 2) dipende dal fatto se hai giocatori pronti (Pazzini, Dawidowicz, Verre, Eysseric e Dimarco) e giocatori non pronti (Di Carmine). Complimenti anche ad Andrea, il nostro webmaster, che unico in tutta la redazione di Hellastory ha scommesso sui 5 punti. Gli altri, me compreso, hanno spaziato tra uno 0 ma con onore a un 3 equanimemente fastidioso. Tutti tifosi di poca fede. E' evidente che Andrea ha dato prova di essere, nella concretezza e nella visione, il più pronto. E anche il più spregiudicato, perché il modo di intendere calcio di Juric è spregiudicato. Infatti, (preso da Google) il nostro Verona "ostenta un'assoluta indipendenza e libertà di modi e di atteggiamenti; anticonformista, disinibito, audace, spavaldo, disinvolto". Difende in 11, attacca in 7. Spesso non ha un centravanti di riferimento. Sulle fasce attacca in 3. Aumenta il ritmo con il passare dei minuti. Non ha paura del diavolo. Forse perché si sente lui il diavolo in persona.

Nella settimana del tutto è possibile anche il conteggio dei pali/traverse ha avuto rispetto di noi. Ne abbiamo presi 2 con il Milan ma la nostra porta si è allargata ben 5 volte (1 Milan, 2 Lazio, 2 Juve). In parte ha contribuito il nuovo taglio di capelli (colore incluso) di Silvestri versione supereroe della Marvel. E poi, che dire del gol annullato dalla VAR a Kumbulla e del rigore concesso al Verona per fallo di mano di Bonucci sempre su stacco di testa di Kumbulla? Non ci vedete un disegno spettacolare (per le nostre coronarie)? Valeva la pensa tutta questa perdita di tempo? Dacci subito il gol a Kumbulla e facciamola finita lì. Invece no! Lo show prevede che si passi dall'incazzatura VAR ai pali e traverse, alla performance di Ronaldo, al capolavoro di Borini e al rigore di capitan Pazzini. Se show deve essere, che lo sia fino infondo. Per la miseria.

Nel frattempo, guardandoci un attimo intorno, scopriamo che il sistema Hellas sta acquisendo attenzione e rispetto. Juric sta legittimando e imponendo una squadra, una città, dei tifosi. Non che ne sentissimo il bisogno prima, si stava benissimo anche soli contro tutti. Però c'è ovunque nuova attenzione e considerazione. Siamo una novità, un'isola felice in mezzo alle solite consuetudini. Ce ne siamo accorti anche nel corso del mercato quando Borini ha scelto noi e Rrahmani ha chiesto di concludere la stagione con noi.

Più o meno questa settimana è andata così.

MILAN In genere, la squadra piccola nello stadio enorme si prepara bene, si sbatte con orgoglio, poi capita che un palo in più o un rigore non visto (Borini) mettono tutto in discussione. Espulsione meritata quanto inutile, e finale in affanno. Ma non possiamo neppure lamentarci perché la squadra ricca non poteva schierare i suoi migliori elementi o perché influenzato (Ibrahimovic) o perché squalificato (Bennacer). Poverini. Poi senti i tifosi milanisti (e per uno come me che vive a Milano è una persecuzione) che addirittura con il tempo si ricredono e ammettono che ... in fin dei conti a loro è andata bene.

LAZIO La Lazio puntava tutto sul recupero di campionato per definire una volta per tutte la classifica di vertice tra Juventus e Inter. C'è stato persino chi, nostalgicamente, ha rivisto questa gara come la replica dell'incontro del 14 aprile 1974 che condusse poi allo scudetto biancoceleste. Scenografie, spettacolo in campo e fuori. Poi, alla fine, l'impresa l'ha fatta il Verona riuscendo a non far segnare la Lazio e giocando sempre a viso aperto. Un'impresa che non è riuscita a nessuno prima di noi tra Coppe e Campionato.

JUVENTUS Sarri, 6 partite e 5 sconfitte quando era mister gialloblù nel lontano 2008, nel prepartita filosofeggiava sull'aggressività del Verona e sulla bontà dell'impianto gialloblù. Ma in campo si è visto solo (quel fenomeno di) Cristiano Ronaldo. Gli altri, poca roba. Dal mio punto di vista soverchiati dai nostri pirati (che in teoria dovevano essere stanchi morti). Che poi, battere la Juventus grazie ad un calcio rigore per fallo di mano a 4 minuti dalla fine vuol dire aprire il mondo alle idee dei Terrapiattisti e alla possibilità che Inferno e Paradiso non siano altro che dei resort di lusso dove si nasconde la gente che ha deciso di sparire.

C'era una bella sensazione in settimana. Tutti erano convinti dell'impresa. E sinceramente, visto a come ribattevamo colpo su colpo, durante la partita cominciavo a crederci anch'io. Poi, quando il mister ha messo dentro Verre e Pazzini ho capito che si poteva anche vincere. Alla grande. Sono stremato da questo turno infrasettimanale, molto più dei protagonisti stessi. Ho una settimana di tempo per riprendermi e riviverlo azione dopo azione.

Massimo

Colonna sonora: Woo Hoo, The 5.6.7.8's liberatorio


Foto Instagram @hellasveronafc




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