Hellas Verona 1984/85

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5 Maggio 1985: VERONA - COMO 0 a 0


dal nostro inviato Massimo

Il Campionato consegna stancamente la terz'ultima giornata. L'Inter, senza più obiettivi, vince una partita importante a Genova per 1 a 2 (Brady, Altobelli e Scanziani) e approfitta del deludente pareggio casalingo del Torino con l'Atalanta, per raggiungerlo in classifica - al secondo posto - a 36 punti. La lotta finale è tra queste due contendenti. Dietro, Maradona ferma la Juventus al san Paolo e i bianconeri condividono così il quarto posto con i blucerchiati. Roma e Milan sono risucchiati più giù, quasi a metà classifica. In fondo, con le già retrocesse Cremonese e Lazio, si fa preoccupante la sorte dell'Ascoli sconfitto a San Siro dai rossoneri: i marchigiani hanno adesso un ritardo di 3 punti sull'Avellino. A Verona arriva il tranquillo Como di Ottavio Bianchi, squadra e tecnico abituate a non mollare mai niente a nessuno.


LE ALCHIMIE DELLA GARA Oggi è giovedì. Che strano giorno è il giovedì: un po' prima del venerdì, ma già proiettato verso il fine settimana. Il giovedì è particolare, porta con sé il peso e la stanchezza di tutti quelli precedenti e la delusione perchè manca ancora qualcosa, l'ultimo sforzo prima del meritato riposo finale. Non è un preludio, non è nemmeno una conclusione. Il giovedì è solo una proiezione, un eterno incompiuto.

E' l'attesa a contraddistinguere questa strana giornata: l'attesa alla realizzazione di qualcosa di importante o di desiderato. Tutto dovrebbe durare di meno oggi, anche il lavoro e il riposo. Così arriva prima il venerdì e si concretizzano i nostri sogni.

Verona – Como è come se fosse un giovedì. I lariani arrivano a Verona sgombri da ogni impegno e tensione, sicuri dei propri mezzi e decisi ad onorare il loro Campionato. Con l'Inter, sono l'unica formazione ancora imbattuta tra le mura amiche, inviolata. Debole in attacco, ha raggiunto una splendida salvezza grazie alle coriacee prestazioni casalinghe e alla buona tenuta difensiva dove spiccano le prestazioni del portiere Giuliani, prossimo gialloblu.

Nemmeno il Verona ha problemi di sorta. Bagnoli conferma il blocco che ha sconfitto la Lazio e spera di cogliere la nona vittoria interna, che significa matematicamente scudetto. Scudetto, ripeto.

Ma se è impossibile chiedere alla settimana di anticipare la sua ovvia conclusione e concedersi il meritato riposo, possiamo noi sperare di risolvere questo stupendo Campionato con ben 3 giornate di anticipo? Cosa avremmo potuto mai dirci poi a Bergamo e nuovamente al Bentegodi contro l'Avellino che non ci siamo già detti oggi?

In pratica, se esiste un giovedì ed ha un preciso ruolo convenuto e accettato da tutti, perché vogliamo per forza trovargliene un altro? Il mondo del calcio italiano ha già consegnato la sua resa definitiva al Verona, ma gli chiede di aspettare ancora un po', il tempo debito. Poi ci sarà una partita per l'ufficialità e una per la celebrazione del successo.

Oggi, è solo una domenica di passaggio, una tappa obbligata prima della consacrazione. Questa domenica, è il giovedì della nostra splendida storia.

MINUTO PER MINUTO Verona a ritmo lento e Como guardingo. I primi caldi, la mancanza di oppressioni di classifica, la stanchezza finora accumulata. Per questo si gioca soprattutto a centrocampo, evitando distrazioni di sorta.

Al minuto 24 Todesco impegna Garella che timbra così il cartellino.

Intorno alla mezzora i gialloblu si svegliano e puntano con maggiore convinzione gli avversari. Al 32' minuto, Briegel di testa sfiora il palo. Dopo 4 minuti, Marangon, da ottima posizione, spreca tirando addosso a Giuliani. E così si conclude un tempo assolutamente incolore.

Nella ripresa cambia poco. Al 54' Bianchi toglie l'opportunista Morbiducci, uomo di Ferroni per il lungo Cornelliusson più abile nel possesso palla. Galderisi rompe la noia con un diagonale pericolosissimo cui risponde in tuffo Giuliani. Bagnoli a questo punto prova a scuotere i suoi: fuori Ferroni e dentro Sacchetti con il naturale arretramento di Volpati in zona Todesco.

Ma l'occasione migliore è per i lariani: al minuto 69 Muller crossa per Todesco lasciato colpevolmente solo davanti a Garella, la mezzala ospite si lancia in tuffo sulla palla ma fortunatamente sbaglia il più facile dei gol.

Bagnoli è arrabbiatissimo e toglie subito dopo Marangon (75') in giornata nemesi-riflessivo-ascetica, inserendo al suo posto Bruni. Verona completamente rivoluzionato: Sacchetti arretra a calmare gli ardori di Todesco, Volpati va a sinistra a pestare come si conviene il tecnico Muller e Briegel avanza in attacco.

Il finale è tutto gialloblu. Al minuto 78 traversone di Bruni, dalla destra, per Elkjaer che aggancia, supera il suo avversario diretto ma il danese vuole strafare scavalcando con un colpo di tacco il portiere avversario, cosa assurda perchè gli riesce malissimo e così il Verona spreca questa ghiotta opportunità. Nelle ultime 4 partite, compresa la presente, il contributo alla squadra degli attaccanti veronesi è stato davvero modesto: tra rigori sbagliati, gol sfiorati per un soffio, errori tecnici ed eccessivi preziosismi non ne hanno presa una. Meno male che il resto della squadra, la difesa in blocco e Pierino Fanna in particolare, hanno retto alla grande la baracca. Forse l'eccessiva sicurezza di sé e dei risultati conquistati ha prodotto questo vistoso calo di rendimento.

Però i nostri ci provano ancora una volta con determinazione. Al 83' minuto Di Gennaro risolve un batti e ribatti e scarica una conclusione a botta sicura. Giuliani è battuto ma Fusi, sulla linea di porta, ribatte un gol certo. Rinviando in questo modo i nostri festeggiamenti e ricordandoci che oggi, in definitiva, è solo giovedì.

IL SIGNIFICATO DELLA PARTITA Al Verona manca solo 1 punto per essere Campione d'Italia. A Bergamo, contro l'Atalanta o tra 15 giorni in casa con l'Avellino lo conquisterà sicuramente. Il Campionato è finito 15 giorni fa a San Siro, questo lo hanno capito tutti, giocatori, dirigenti, tifosi e avversari. Lo conquista con il merito di avere, fino ad oggi, il terzo miglior attacco (37 gol fatti) dietro alla Juventus (44) e all'Udinese (41) e la migliore difesa del Torneo (solo 16 i gol subiti).

La forza di questa squadra è la sua compattezza collettiva e l' impermeabilità difensiva. D'altra parte, e questo è l'ennesima conferma, per ottenere risultati importanti devi saperti chiudere dietro. Una grande difesa dà sicurezza a tutta la squadra e consente ai giocatori di creare gioco e azioni gol certi di non venire mai «traditi» dietro. Raramente chi ha vinto qualcosa lo ha fatto puntando solo sulla sua capacità offensiva. E' un assurdo tattico oltre che logico, a pensarci bene.

Per questo motivo, il Verona sarà Campione d'Italia senza avere bomber nei primissimi posti della classifica dei cannonieri: Galderisi, il migliore con 11 centri è lontanissimo da Platini (18), Altobelli (17), Maradona (14) e Briaschi (12). Ma per fare un gol a Garella occorre recitare un rito woodoo e sperare contemporaneamente nelle congiunzioni astrali favorevoli.

Oramai è solo questione di tempo. I festeggiamenti, rinviati oggi solo per colpa di una respinta sulla linea di Fusi, sono già avviati: oramai non interessa più il se ma il quando. E quindi archiviamo con tutta la benevolenza possibile questa brutta partita, l'unica soporifera che ricordiamo nella stupenda ed emozionante stagione che abbiamo rivissuto insieme.

Del resto, al ciclista che dopo una lunga fuga solitaria arriva in dirittura di arrivo, chi contesterebbe mai l'alzarsi in anticipo sulla schiena con le braccia alzate? E' la forza d'inerzia che lo porta comunque a tagliare per primo il traguardo. Eppoi, non è colpa sua se è andato troppo più forte degli altri in precedenza.



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