A mio avviso, tre sono le principali novità rispetto alla partita con la Lazio. Primo, Rafael, Moras e Hallfredsson hanno preso in mano la squadra e sono apparsi finalmente decisivi (soprattutto i primi due). Secondo, il Chievo è una squadra coriacea, ma non ha gli spunti tecnici della Lazio. Terzo, l'atteggiamento tattico di Mandorlini che, dopo il gol di Pisano (ancora più bello perché in fuorigioco), deve aver temuto di vedersi portar via un'altra volta il successo negli ultimi minuti ed è passato alla difesa a 5, prima con un chiusissimo 5/3/2 e poi con un ancora più esplicito 5/4/1. Alla fine, Castro è riuscito ugualmente a infilarci, ma almeno abbiamo mosso la classifica ed anzi, l'ultima parata importante l'ha fatta proprio Bizzarri. Hellas non inferiore dunque, ma purtroppo neppure in grado di esorcizzare i propri limiti attuali.

Il Verona va alla seconda sosta di campionato in fondo alla classifica, 7 punti in meno dell'anno scorso. Con Atalanta, Chievo e - a lunghi tratti - contro la Lazio i gialloblu se la sono giocata alla pari. Tuttavia, la squadra non riesce ad esprimersi al meglio, anzi davanti fatica terribilmente non riuscendo a concretizzare il possesso palla che fa. Certo, le assenze di un finalizzatore come Toni o Pazzini e di un incursore come Romulo sono giustificazioni più che valide. Il fatto è che, per la prima volta da quando siamo tornati in serie A, abbiamo la sensazione che manchi comunque qualcosa. Toni non si discute, però ha la sua età, tempi di recupero allungati e le prime giornate con lui in campo non hanno mostrato una grande differenza. Davvero rivedremo il capitano in doppia cifra, quest'anno? Pazzini, per colpa di Mandorlini, deve ancora trovare un'identità. Oggi, infortunio a parte, è considerato la riserva di Toni. Pazzini? Ma ci rendiamo conto? Sia strutturalmente che nel modo di giocare è in grado di coprire più ruoli offensivi. Anche quando stava bene, possibile che gli fossero consentiti solo 15 minuti? Temo che Mandorlini abbia cristallizzato il suo Verona ad una dimensione che non prevede alternative a Toni. Saviola l'anno scorso, Pazzini questo non riescono ad essere considerati un valore aggiunto. Questo però è un grosso limite del tecnico, non della squadra.

Anche di Romulo abbiamo bisogno. Ma del Romulo di due anni fa. Giocatore sconosciuto sia alla Juventus, che alla Fiorentina, persino alla Nazionale. Ma un giocatore del genere, evidentemente curato male finora, con un ingaggio spropositato per le casse gialloblu, quando sarà disponibile effettivamente? E tornerà mai a quei livelli?

Al di là degli infortuni importanti (le assenze di Ionita e Rafa Marquez si sentono meno, ma tolgono spazio al turnover naturale) questa rosa è limitata dal punto di vista qualitativo. Viviani è eccezionale, cresce partita dopo partita, dal suo piede partono tutte le poche reti che riusciamo a fare, inoltre ha grinta da vendere (durante il derby ha perso un pallone per un passaggio sbagliato ma è andato immediatamente a recuperarlo). Greco ha corsa e grinta, è un jolly indispensabile. Ma gli altri? Jankovic è tornato ad essere quel giocatore abulico che conosciamo, capace di sbagliare le cose più facili e di complicarsi la vita inutilmente; Sala sta ricoprendo tutti i ruoli nella fascia destra, salvo poi sprecare gran parte delle buone idee che ha; Siligardi continua a cambiare ruolo, a causa dell'emergenza, senza essere mai decisivo. Se togli alla manovra offensiva tutti i finalizzatori perché infortunati e le mezze punte per i motivi appena descritti, cosa si può pretendere dal povero Juanito, unico deputato a risolvere le faccende in area di rigore?

Dietro Pisano, Helander e Souprayen si danno da fare, ma qualche errore lo commettono sempre. Sia per il fatto che sono sottoposti a continua pressione, sia perché stanno crescendo. Pisano, incredibile capocannoniere gialloblu, a volte si dimentica di coprire la fascia e accentra. Ma se né Greco né Sala chiudono l'incursione è scontata e il cross pure. Lo svedese, con il passare dei minuti, ha sempre un calo di concentrazione. Colpa della stanchezza? Souprayen è un buon giocatore, intelligente ma, scopriamo anche emotivo. All'83' ha avuto l'occasione di raddoppiare tirando però alle stelle, un minuto dopo si è fatto uccellare alle spalle da Castro, di testa, nell'occasione del pareggio.

Il derby ha dimostrato che il Verona non è inferiore al Chievo. Ha possesso palla, ha creato occasioni, ha tenuto bene a centrocampo. Ora però deve cominciare a vincere. Non solo per cancellare i fantasmi della classifica, ma anche per trovare morale. La squadra combatte con tenacia, il gruppo è compatto, ma è una 500 in autostrada: per quanto spinga il motore sempre al massimo la superano persino i camion. La grossa incognita è, a questo punto, il mister: è in grado di portarci fuori dal guado? Qui le opinioni divergono da sempre: i sostenitori di Mandorlini esaltano la sua capacità di compattare il gruppo e riuscire a farcela sempre, in qualche modo. I detrattori ritengono invece che deve tutte le sue fortune esclusivamente alla buona stella di Luca Toni, non essendo mai riuscito a trovare alternative tattiche e a lavorare sull'assetto difensivo. Insomma, il Verona va se c'è il capitano, non certo per merito del mister.

Ora però siamo alla resa dei conti, non importa chi ha ragione. Occorre trovare in fretta una soluzione credibile ed efficace. Dare un gioco alla squadra. Essere meno prevedibili e più concreti. La sosta darà una mano a Mandorlini anche per recuperare Pazzini. Ma se non dovessimo riuscire a battere subito l'Udinese e, dopo un paio di gare terribili contro Samp e Fiorentina, giocare con altro spirito gli scontri diretti con Carpi e Bologna, fatico a considerare con serenità il proseguo della stagione in corso. Se c'è del valore, in questo gruppo, deve emergere subito perché con la sola volontà, lo abbiamo visto fino ad oggi, retrocediamo.

Massimo

Colonna sonora: When the music is over, Doors