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HELLAS VERONA / Canone Inverso

ALLA RICERCA DEL TRIANGOLO PERFETTO


ALLA RICERCA DEL TRIANGOLO PERFETTO

Il pareggio di Sassuolo, meritatissimo, introduce al finale di stagione. Ma il campionato, per come si srotola tra impegni facili, impegni difficili, impegni facili che diventano complicati, impegni di varia natura che si sommano in un così breve spazio temporale e che si fatica a comprenderli, più che alla geometria dello spazio lineare fa riferimento alla trigonometria. È tutto un calcolo di angoli, lati e mediane attraverso particolari funzioni che cercano di definire non tanto un piano o una linea retta, ma un triangolo.
La quadratura del triangolo è l'incontro di tre vertici centrifughi: il mio obiettivo stagionale da un lato, l'obiettivo di tutti gli altri dalla parte opposta, il potenziale che metto a disposizione a congiungerli. Se la somma degli angoli interni è sempre pari a 180°, esistono un'infinità di forme a seconda di come chiudo i vertici. Il triangolo sarà tanto più scaleno, o irregolare, se qualcuna delle forze in campo prende il sopravvento sulle altre schiacciando la figura e rendendola succube di quell'angolo ottuso. Di conseguenza, il successo stagionale si raggiunge con il perfetto equilibrio di tutti i vertici ed ha la forma del triangolo equilatero. Qui, il mio obiettivo stagionale non ha condizionato negativamente il potenziale che si è espresso al punto tale da riuscire a controllare la forza degli altri. Ogni lato ha la stessa lunghezza, ogni angolo coincide. Ogni forza si annulla con la reazione opposta. Nessuno spreco di energia fisica e mentale. Il successo è sempre una forma di equilibrio, di perfezione.

Questo è il triangolo del Sassuolo, si direbbe. Ma attenzione, per come sta venendo fuori, anche l'Hellas sta raddrizzando e armonizzando le sue dimensioni. Nel tour de force pre- pasquale, non solo ha ripreso e superato il Livorno, è riuscito anche nell'impresa di resistergli guadagnando una giornata. Non si vorrà certo confrontare la trasferta di Bari, contro una pur volenterosa avversaria, con quella di Sassuolo. La capoclassifica, si è visto bene nei primi 20 minuti, voleva vincere a tutti i costi. Merito del Verona se non c'è riuscita. Con tutte le difficoltà che ha incontrato a recuperare a quel gol tanto micidiale quanto evitabile. E l'errore di Gomez su calcio di rigore? Poteva essere la mazzata definitiva, il sigillo di una stagione negativa per l'attaccante argentino che si poteva diffondere come un virus in tutto il resto della squadra. Invece no: la deviazione in porta di Hallfredsson, in posizione di centravanti ha rimesso le cose a posto. E il brillante finale di partita significa quanto molto c'era ancora nella testa e nelle gambe dei gialloblu.

Mandorlini non lo ammetterà mai, ma anche lui ha compreso perfettamente la necessità di dare spazio a Ferrari. E non solo come alternativa a Cacia, come è successo a Grosseto. Le rimonte contro Crotone e Sassuolo sono funzione di un atteggiamento più mentale che tattico. Qualcuno, in campo e in panchina, si è reso conto che serve fare un gol in più piuttosto che prenderne uno in meno. Che la partita si gioca fino alla fine. Che la promozione in serie A dipende essenzialmente da noi.

Ora, più che l'ultimo chilometro, siamo arrivati alla crono finale. 8 gare nelle quali non si ha né tempo di pensare, né viene concesso il minimo errore. L'anno scorso, nonostante i limiti mentali e i disagi degli scontri diretti, i 5 punti di distanza tra noi e il Torino ce li siamo bruciati tutti nel finale perdendo a Crotone (ben 3 a 1), pareggiando al Bentegodi con l'Empoli e fuori casa ad Albinoleffe e Modena. Mica contro Juventus, Bayern Monaco, Barcellona e Real Madrid. Questo la dice lunga su quanto possano incidere, nel finale di stagione, i vertici altri e potenziale del triangolo e quanto si rischia di deformare alla fine l'intera figura. Tutto questo per dire che non esisteranno partite facili e partite difficili. Incontreremo formazioni orgogliose (Ternana, Cesena, Cittadella e Juve Stabia) che vogliono sempre mettersi in mostra, altre che lottano per evitare i playout (Ascoli) o sperano nei playoff (Brescia ed Empoli). Solo la Pro Vercelli degli ex, già retrocessa, potrebbe concederci qualcosa, ma noi siamo così bravi a complicarci la vita da soli che neppure all'andata siamo riusciti a batterli. Meglio dunque non fidarsi.

Non mi fido neppure del ragionamento Livorno in crisi ed Empoli sazio. Sono solo lusinghe, sirene traditrici. L'Hellas non può permettersi distrazioni fatali. Proprio ora che sta trovando energie nuove grazie al recupero di giocatori importanti (Ferrari e Martinho su tutti). Altrimenti, i meriti di capovolgere in 8 minuti partite dallo 0 a 2 e di recuperare e tenere testa in casa della capolista verranno sprecati. Ripeto, a questo punto dipende tutto solo da noi.

Massimo

Colonna sonora: Damn the Circumstances, bellissima voce di Madeleine Peyroux.



Hellastory, 02/04/2013
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L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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