Contro il Livorno, dopo solo 6 partite, abbiamo chiuso un ciclo. Un piccolo universo. Dall'inizio dell'anno abbiamo incontrato due tra le pretendenti allo scudetto (Roma e Juventus), le altre neopromosse (Sassuolo e Livorno), una squadra sempre molto ambiziosa (Milan) e una di categoria che ha iniziato un profondo cambio generazionale (Torino) e che sta attraversando un ottimo stato di forma. Con tutte il Verona ha fatto la sua parte, perdendo la testa solo nella ripresa all'Olimpico. C'è da esserne orgogliosi. Tra l'altro, il turno infrasettimanale che comprendeva la doppia trasferta torinese, era pieno di insidie. Avrebbe potuto ammazzare un toro. Ma non un mastino affamato di gloria che si è conquistato il diritto di esserci passando per le macerie di Marcianise, Crotone e Nocera Inferiore. Il nostro Verona ha tenuto testa alla Juventus, cedendo di misura e con dignità, ha bloccato il Torino risultando addirittura migliore sul piano del gioco, ha battuto infine il Livorno grazie ad una ripresa eccezionale. E confermando, tra l'altro, che al Bentegodi sarà difficile fare punti per chiunque.

La cosa che più mi ha impressionato è la tenuta psicofisica della squadra. A parte alcuni tratti del primo tempo con il Livorno, intorno alla mezzora, durante i quali il Verona è sembrato in balia degli ospiti, abbiamo corso sempre con la testa e siamo persino cresciuti alla distanza. I cali fisici contro Roma e Sassuolo, non solo sono un ricordo, perchè è proprio nella ripresa che abbiamo dato il meglio di noi nelle ultime partite. Non so se per merito di una turnazione scientifica (anche fosse, bravo il mister a non creare scompensi), o se dipende dal fatto che c'è sempre maggiore consapevolezza sulle capacità della squadra.

Tra l'altro, analizzando le ultime tre gare, i 4 punti conquistati potevano essere di più se non avessimo concesso qualche ingenuità difensiva. Ma, in una situazione come questa, senza capitan Maietta dietro e con la necessità di cambiare continuamente giocatori, ci può stare. Anche perchè, non ci dimentichiamo, siamo pur sempre una neopromossa con tanta esperienza da accumulare.

Insomma, la sfida contro il calendario, alla fine, è stata vinta. Adesso che siamo arrivati in pianura dobbiamo riuscire a tenere il passo. E qui vedremo il vero carattere del Verona.

In merito ai singoli Rafael si sta confermando una sicurezza (ma c'erano dubbi?) e Toni è incommensurabile (e immarcabile) là davanti perchè o segna o fa segnare i compagni. Assist e rigori compresi. Ma mi sento di dire che questo è anche il Verona di Jorginho padrone assoluto del centrocampo gialloblu, capace di recuperare cento palloni, di essere sempre nel vivo dell'azione, di provare addirittura la via del gol (lo ha sfiorato con Juventus e Livorno): il ragazzo gioca come se non avesse minimamente subito il salto di categoria. Anzi, ne è stato esaltato.

Oltre a loro, ho imparato a conoscere il talento di Iturbe (se ha anche la testa, questo qui farà strada) e la concretezza di Gonzales (fallo di mano a parte) che, dopo aver saltato la preparazione estiva, complice anche l'assenza di Maietta e il ritardo di Marques, è stato catapultato nel ruolo di titolare fisso tenendo bene il reparto e dimostrando un'ottima capacità di adattamento al cambio di ruolo: terzo centrale di destra nel 5/3/1/1 contro la Juventus, centrale in marcatura contro il Torino, centrale puro contro il Livorno dopo l'uscita per infortunio di Moras. A questo breve elenco mi piace aggiungere anche Gomez, giocatore di grande intelligenza tattica (gol a parte), giustamente apprezzato da mister e spalla ideale di Toni. E la tenace conferma di combattenti come Moras, Romulo e Cacciatore.

Dopo la scorpacciata di emozioni, azioni e gol conta il colpo d'occhio più che i dettagli. Ci sarà tempo per soffermarci a parlare dei ragazzi che ancora faticano, di analizzare i gol evitabili che subiamo, di ipotizzare su dove può arrivare il Verona. Magari col tempo i piccoli problemi si risolvono da soli e noi impariamo sempre meglio a conoscere la serie A. Così va bene. Non siamo neppure arrivati a un quarto del torneo. Ma 10 punti in classifica, tanto gioco visto in campo e l'entusiasmo ci confortano che questa è la strada giusta.

Massimo

Colonna sonora: Odeon di David Holler