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CROTONE VALE PIU' DI TRE PUNTI


CROTONE VALE PIU' DI TRE PUNTI

Questa settimana sono usciti i dati definitivi del numero di abbonati. Ebbene, 7617 è un numero veramente basso che testimonia, al di là di ogni ragionevole dubbio, il livello di disaffezione attuale dei tifosi gialloblu nei riguardi della proprietà. Non solo, perdere 3800 abbonati (oltre un terzo) dopo una retrocessione simile mette in discussione anche la percezione attuale del progetto di rilancio in corso, e girare comunque con ben 2600 tifosi in meno rispetto alla serie B condotta da Pecchia è indice che già da un paio di anni a questa parte la stima è ai minimi. E pensare che, solo poche stagioni fa, avevamo superato il tetto dei 16000 abbonati (stagione 2013/14). Dove sono andati a fine tutti quei tifosi? In parole povere, siamo tornati ai numeri depressi (7200/7300) dell'epoca di Pastorello, quando ci muovevamo nella palude senza prospettive della serie B. C'è insomma un gran bisogno di fiducia a Verona e c'è un potenziale enorme di affetto da recuperare. Ebbene, la partita di Crotone – avversario diretto nella lotta alla promozione – è una di quelle che può risvegliare dal lungo letargo lo sfiancato orso gialloblu e spegnere un po' di acredine. In questo, un ruolo decisivo lo sta giocando Grosso, persona equilibrata e concreta, abituata a vincere (almeno da giocatore), meticoloso osservatore dei suoi ragazzi, in grado di veicolare le interviste sugli errori (innocui) commessi quando trionfa e su ciò che ha visto di positivo quando i risultati non vengono (Padova).

La squadra sta crescendo partita dopo partita. Non c'è dubbio. In conferenza stampa, Stroppa mister rossoblu ha ammesso che il Verona era più pronto. Mentalmente, fisicamente, tatticamente. Comincia ad avere una sua identità e sviluppa una certa varietà di schemi, del resto hanno segnato ben 5 giocatori diversi in 3 gare giocate. Oggi riusciamo a identificare la formazione tipo con la difesa che non cambia blocco, il centrocampo con Dawidowicz che prende il posto di Zaccagni, e davanti come si sfrutta la freschezza di Tupta (esordiente al posto degli acciaccati Di Carmine e Pazzini). Domando a Pecchia: avendo perso per infortunio Kean perché non si è accorto del bomber della primavera? In 60 minuti ha fatto tutto ciò che non abbiamo visto fare da Petkovic in tutto il girone di ritorno.

Ovviamente c'è ancora molto da lavorare. Il gol (assolutamente occasionale) del Crotone ha rischiato di mettere in discussione un successo strameritato sul campo fino a quel momento, il contributo di Ragusa e Cissè davanti è ancora limitato, la concentrazione e il cinismo dei grandi sono ancora lontani. Del resto si assumono solo quando si è realmente grandi. Quando il Verona di Pecchia si sentì imbattibile si schiantò a Cittadella e per lungo tempo evidenziò una fragilità disarmante. Di fatto era presuntuoso, non grande. Questo è uno dei rischi che potremo naturalmente correre in seguito e sono curioso di vedere come Grosso saprà gestire la consapevolezza dei suoi giocatori. Ma siamo ancora all'inizio anche se, da queste prime battute, solo il Benevento e forse il Palermo appaiono avversari all'altezza del Verona.

Ogni partita, in questo periodo, serve per conoscersi meglio. Prima della pausa abbiamo di fronte un turno infrasettimanale insidioso da completare contro lo Spezia di Marino che ha fermato il Cittadella e che ha vinto l'ultima al Bentegodi, poi andiamo a Salerno, altro campo caldo. Infine, accoglieremo il Lecce. Sarà quello un momento migliore per fare il punto della situazione, ad un terzo del girone di andata.

Concludo con un elemento di riflessione. Sabato c'erano di fronte due retrocesse dello scorso campionato che hanno scelto due strategie opposte per affrontare il rilancio. Pur cambiando entrambi allenatore, il Verona (come il Benevento) ha scelto di modificare radicalmente la rosa, mentre il Crotone ha sostanzialmente mantenuto il blocco della serie A. L'arrivo di forze fresche e l'entusiasmo che hanno portato hanno contribuito positivamente al successo finale dell'Hellas. Il Crotone, che l'anno scorso al Bentegodi diede una mazzata incredibile alle nostre speranze di salvezza, è stato per lungo tempo bloccato a causa della nostra superiorità. Va dato merito che, almeno fino a questo momento, le scelte fatte dalla società sono state corrette. Ma saranno nuovamente i numeri, nella loro drammatica obiettività, a giudicare alla fine i risultati raggiunti. Per questo sono convinto che quando i tifosi saranno sicuri che c'è realmente volontà di costruire qualcosa destinato a durare nel tempo restituendo al Verona il valore che merita torneranno orgogliosi. Ma la strada del recupero della fiducia, dopo tante delusioni patite, si sa è tutta in salita, costantemente in bilico e piena zeppa di ostacoli.

Massimo

Colonna sonora: Acceptance - Ryuichi Sakamoto



Hellastory, 24/09/2018
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24/09/2018   CROTONE VALE PIU' DI TRE PUNTI
17/09/2018   FINITE LE PROVE GENERALI

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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