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PROSSIMO IMPEGNO
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L'anno scorso, di questi tempi, godevo della serenità dell'ignorante. Toni aveva appena vinto la classifica dei cannonieri e venduto l'anima al diavolo per conservare all'infinito una freschezza fisica che raramente si accompagna all'esperienza; era appena arrivato un certo Pazzini, suo erede naturale; con lui, il capitano della Svezia campione d'Europa Under 21 (Helander); due nazionali Under 21 (Bianchetti e Viviani); il redivivo Romulo in fase di (completo) recupero (i tempi, come al solito, un optional). Mandorlini, pur nella sua primitiva concezione calcistica (1 modulo e 1 schema), aveva dato dimostrazione di tenere insieme il gruppo e di non sentirsi a disagio con la categoria. Infine, c'erano tre pilastri internazionali (Rafa Marquez, Moras ed Hallfredsson) ad assicurare compattezza. Insomma, era scontato che il Verona non avrebbe potuto far altro che migliorarsi e scrivere una pagina importante nella storia del campionato. Così è stato, infondo, ma con esiti diametralmente opposti e del tutto inimmaginabili.
Quest'anno mi risveglio miseramente retrocesso e con un cambiamento (necessariamente) radicale a livello dirigenziale. Non è propriamente un ritorno agli anni di B di Rafael, Maietta e Cacia, perché allora avevamo intrapreso un esaltante recupero dal fallimento sportivo di Pastorello e Arvedi. Certo è che, prendere coscienza della veloce caduta e la necessità di farsene una ragione non sono questioni di tutti i giorni. Oggi il Verona, in particolare Setti e il suo staff, sono chiamati a fornire una risposta chiara ed inequivocabile. Gli errori fatti possono essere tollerati se il cammino che percorreremo somiglierà a quello del Cagliari. Dirò di più, un anno di sano purgatorio potrebbe addirittura rafforzare lo spirito collettivo e rincuorare i tifosi cancellando l'arroganza e la superficialità che hanno fatto da padrone l'anno scorso. Ma il principio vale solo nel caso di immediata riscossa. La spada appoggiata sul collo a sancire il rilancio può trasformarsi in quella che taglia definitivamente la testa dei protagonisti negativi stagione dopo stagione. Livorno docet.
In definitiva, l'avere davanti a sé un obiettivo veloce e difficile cambia radicalmente i paradigmi rispetto ad una stagione di semplice conferma, placidamente solcata in un mare serenitatis senza particolari – apparenti – insidie. L'urgenza crea una prospettiva concreta altrimenti troppo vaga.
Ma ci sono altre insidie. Ne individuo almeno 3:
Ma il Verona non ha solo incertezze. Nicolas, Fossati, Ganz e Luppi vengono da un campionato strepitoso. Hanno ottime possibilità di essere titolari. Di Zuculini non parlo, un po' perché non lo conosco abbastanza, un po' perché troppo scottato dalla fragilità fisica di Romulo e Viviani. L'attacco però è di primissimo piano: i presumibili titolari Wszolek – Pazzini – Juanito Gomez e le ipotetiche riserve Siligardi – Ganz – Luppi sono destabilizzanti in questa categoria. In teoria, anche il centrocampo è a posto potendo contare anche su Greco e i promettenti Checchin, Fares e Zaccagni. La difesa invece, ridotta all'osso nei cambi e comunque reduce da 63 reti incassate, necessita di una revisione consistente. Non so se ritorna il vecchio capitano Ceccarelli, ma uno così dietro serve eccome.
Fusco ha detto che l'obiettivo era quello di partire al raduno con una rosa completa all'80/90% e di esserci quasi riuscito. I punti in sospeso sono legati alle voci insistenti di partenza di Pisano, Helander (non vuole scendere in B, ma chi crede di essere?) e Viviani che hanno un buon mercato e i loro eventuali cambi. Infine, Romulo: continuerà ad essere un bluff (anche guarito è stato costantemente accantonato in panchina) o darà finalmente il contributo che ci aspettiamo da lui?
Per tutto questo c'è tempo.
Un Hellas in ansia di far bene e in fretta, alla ricerca di se stesso attraverso una sana umiltà. Questa è la ricetta giusta. Lasciare impigrire il tifoso nelle proprie fasulle certezze è contagioso e può risultare l'anticamera del fallimento. Tutti in tensione, dunque, tutti a non dare niente per scontato. Questa è la ricetta vincente. Forza ragazzi!
Massimo
Colonna sonora: Fearless – Pink Floyd
L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
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Riepilogo stagionale e classifica generale
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