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IL DILEMMA DI SETTI: MEGLIO GULLIVER O I LILLIPUZIANI?


IL DILEMMA DI SETTI: MEGLIO GULLIVER O I LILLIPUZIANI?

Un gol (e siamo a quota 19) e una traversa contro il Chievo: il Verona è Luca Toni. Il nostro capitano è il leader indiscusso sia in campo che fuori. Mandorlini, intelligentemente, ha assolto in questi due anni il compito subordinato di rendergli le cose ancora più agevoli, lavorando più che altro sugli equilibri tattici. Lui rappresenta quello che sono stati i vari Baggio a Brescia, Di Natale ad Udine, Hubner a Piacenza, Totti a Roma, Pirlo nella Juventus, Di Vaio a Bologna: è l'immortale, il gigante. Gulliver. Una scommessa vinta dal presidente al di là di ogni aspettativa. Mi chiedo se mai la Fiorentina abbia avuto dei rimorsi per non aver creduto a sufficienza sulle sue capacità di recupero, soprattutto visto quello che ha ricevuto in cambio da Mario Gomez e Giuseppe Rossi. E pensare che doveva essere Toni quello rotto, finito !

Il fatto di aver inserito un fenomeno simile in una neopromossa ha esaltato subito tutto l'ambiente. Jorginho, Romulo (fermo da un anno) e Iturbe hanno preso il largo, si sono fatti apprezzare da club più ambiziosi ma, una volta lontani da Verona, hanno mostrato grossi limiti di tenuta: nessuno li conosceva prima, sono grosse delusioni oggi. Questo è anche il potere riflesso di Luca Toni.

Ora però, a 38 anni, davanti alla solita questione se rinnovare o meno il contratto, si apre un grosso dilemma per lo staff gialloblu. In settimana, Toni ha detto: “Ora il presidente deve fare scelte più importanti. Io continuerò qui se ci saranno i presupposti che mi hanno permesso di fare bene in questi due anni”. Messaggio chiaro. Ma cosa chiede di preciso? Vuole sapere esattamente se la società ha intenzione o meno di fare il salto di qualità. Metà degli acquisti fatti quest'anno ce li potevamo francamente risparmiare, non solo non hanno portato valore ma hanno generato confusione al mister e alla squadra. Sogliano aveva un progetto in mente? Se sì, è risultato incomprensibile. Toni sente di star bene, di reggere su questi livelli ancora per un pò, ma non può riproporsi la situazione caotica che ha caratterizzato il periodo da ottobre a fine gennaio con il Verona pericolosamente precipitato nei bassifondi della classifica. Un Hellas di questo tipo non merita Toni in campo. O, detto in maniera differente: senza Toni il Verona vale il Cesena.

La squadra deve migliorarsi, ma in maniera sostanziale. Ad esempio, avendo una difesa decente che non sia ogni volta la peggiore del campionato dopo quella delle squadre retrocesse. Personalmente ritengo questo anche un limite di Mandorlini visto che, pur cambiando 15 o 16 tra difensori e portieri negli ultimi due anni, non è riuscito a impiegare il reparto in maniera affidabile. I 128 gol subiti sono pazzeschi e ingiustificabili per chi ha come primo obiettivo la salvezza. Anche contro il derby: dov'erano i centrali in occasione del gol di Paloschi? E Rodriguez può farsi beffare in quel modo in occasione del calcio di rigore? La difesa gialloblu fa veramente paura! Non basta, però: occorre un centrocampo meno prevedibile sia nei suggerimenti che nel supporto in zona gol: da questo punto di vista è stato fatto un netto passo indietro con le cessioni di Jorginho (7 gol, anche se 5 su rigore) e Romulo (6). E infine trovare un'alternativa credibile allo stesso Luca Toni che lo supporti nei momenti decisivi e non squilibri eccessivamente la squadra quando il capitano è (o sarà) costretto a fermarsi. Gomez, fantastica spalla, non va oltre 6 gol a stagione; Nico Lopez idem; Saviola non è pervenuto; come del resto i vari Cacia e Rabusic (che dopo Perugia fa panchina anche a Crotone).

Il regalo immenso che ci ha concesso Luca Toni finora crea dunque un grosso imbarazzo al Presidente. È in grado di sostenere le aspettative del capitano? Quanto sarebbe stato meglio per lui avere sin dall'inizio una squadra di Lillipuziani (tipo Chievo ed Empoli), composta da giocatori normali ma orgogliosamente impegnati a rendere sempre il massimo per salvarsi? Sicuramente i nostri difensori si sarebbero dati tutti una svegliata prima, i centrocampisti si sarebbero inventati qualcosa e gli attaccanti avrebbero vissuto il campo con minori complessi e frustrazione.

Il vantaggio di avere Luca Toni, se gestito male, lascia macerie al suo abbandono. Come minimo, costringe a trovare una coppia di attaccanti da doppia cifra, con rischi sia dal punto di vista economico che del risultato finale (qui, l'esempio Fiorentina torna in auge). E un assetto tattico completamente da reinventare. Non parliamo poi della tragedia che potrebbe scatenarsi se Toni, come tutti gli esseri umani, si dovesse infortunare durante la stagione.

Credo che questo sia stato il vero motivo per cui Sogliano abbia portato Saviola a Verona. Ma ha sbagliato due volte: primo, Saviola è un giocatore completamente diverso che implica comunque un uomo d'area al suo fianco che di fatto non esiste (a meno di snaturare ancora una volta Gomez); secondo, avendo un tecnico poco flessibile al cambiamento come Mandorlini che ha impiegato 20 partite per decidersi se difendere a 5 o a 4, gli si può mettere in discussione anche il modulo offensivo? L'esito finale è stato scontato: Saviola non ha dato ciò che poteva e tutto il Verona ha vissuto un tribolato periodo di gestazione. Tornando poi a rendere quando il mister ha imposto nuovamente il 4/3/3, che è l'assetto ideale per sfruttare a pieno la potenza fisica del capitano.

Adesso Setti deve scegliere. Non ha alternative. Glielo chiede il capitano, glielo impone la situazione. O rilancia rinforzando una squadra a misura di Luca Toni, oppure lo lascia andare e investe scegliendo la via dei Lillipuziani visto che può contare su una dozzina di giocatori che hanno acquisito esperienza ai quali aggiungerne 5 o 6 di categoria. In ogni caso Setti deve correre dei rischi. In ogni caso la prossima stagione sarà per il Verona quella della svolta. Speriamo in bene.

Massimo

Colonna sonora: Goodbye Stranger, The Supertramp.



Hellastory, 11/05/2015
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MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Milan?



H.Verona    Milan


Cabal J.

Centonze F.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Duda O.

Folorunsho M.

Lazovic D.

Magnani G.

Mitrovic S.

Montipò L.

Noslin T.

Serdar S.

Silva D.

Suslov T.

Swiderski K.

Vinagre R.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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