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HELLAS VERONA / Canone Inverso

IL GRUPPO TIENE


IL GRUPPO TIENE

Semplificando al massimo, l'Hellas replica esattamente la sconfitta dello scorso anno all'Olimpico con la Roma. Resiste qualche minuto di più nella ripresa, riesce ad evitare il bis dell'autorete di Cacciatore, ma non i tiri funambolici di Florenzi e Destro (maldestra posizione del portiere compresa) che ricordano in maniera impressionante le conclusioni di Ljajic e Pjanic arrivate all'epoca in successione opposta. Semplificando al massimo, però, non si tiene conto della partita praticamente perfetta di Sorensen, Moras e Marques incolpevoli sui gol, di come Obbadi (anche per soli 40 minuti) abbia annullato Pjanic, del lavoro efficace in fase di copertura di Ionita e Campanharo (entrato subito in clima partita) e dell'organizzazione di gioco di Tachtsidis fantastico per circa un'ora. Persino Nenè ha dato dignità alla sua prestazione (almeno per un tempo), giocando nel deserto contro due difensori fissi, sfiorando un paio di volte il goal, recuperando palloni e prendendosi un sacco di calcioni. In definitiva, Gollini ha fatto solo un paio di interventi importanti. Se questo è il Verona che sta uscendo, partite così le perdiamo solo con Roma e Juventus che appartengono ad un altro pianeta. Ma qualcosa, nel frattempo, deve cambiare.

Facciamo un passo indietro. Il turno infrasettimanale prevedeva l'obiettivo minimo di 4 punti, 3 dei quali conquistati subito a Torino grazie a Ionita e Rafael. A quel punto, dovendo dosare le forze per la sfida più difficile collocata alla fine, Mandorlini ha rinunciato a qualcosa con il Genoa. Il pareggio finale e la prestazione non eccezionale (soprattutto dietro) ci potevano stare. Il recupero esaltante dei 2 gol di scarto ha mitigato alcune pecche individuali e ha dato sufficiente coraggio in ottica della trasferta romana. Difatti, parliamoci chiaro, l'Hellas ha tenuto egregiamente il campo per 75 minuti, combattendo su ogni pallone, chiudendo tutti gli spazi, rallentando il gioco e frustrando ogni tentativo giallorosso. Per più di un'ora er Pupone ha temuto di festeggiare solo a casa il suo 38° compleanno. L'ingresso di Toni, nel momento giusto, stava portando beneficio alla squadra essendo un riferimento fresco. Insomma, solo con due conclusioni del genere poteva sbloccarsi e chiudersi la partita. Gervinho permettendo.

Il Verona sta crescendo. Sta iniziando ad avere una sua fisionomia. Per essere più precisi, sta crescendo il gruppo. E questa è la cosa migliore. I giocatori più importanti o sono fuori o in ritardo di condizione: Saviola l'abbiamo visto poco, solo qualche spunto; Rafa Marquez ci ha deliziato per alcuni interventi, ma ha sulle spalle il rigore di Torino e i due gol del Genoa, deve ancora adattarsi ai ritmi del calcio italiano e alla pressione degli attaccanti; Toni sta lentamente cercando la condizione, sembra affaticato, oggi gli riesce tutto più difficile; Lazaros non è né carne, né pesce; Hallfredsson ha ovviamente saltato l'intero turno infrasettimanale e anche Rafael deve recuperare fisicamente. Mi chiedo se mai riusciremo ad avere contemporaneamente in campo ed in perfette condizioni questi campioni, a che razza di Verona potremo mai assistere? Questo è un punto importante. In sospeso. Nel frattempo, giriamo con 1 punto in più rispetto lo scorso anno, abbiamo scoperto Gollini, Martic, Sorensen, Ionita, Campanharo e Obbadi e talenti come Tachtsidis, tornato maturato e con ancora maggiore personalità.

Certo, l'anno scorso di questi tempi avevamo alle spalle Milan, Roma e Juventus e i mesi di ottobre e novembre sono stati meravigliosi per prestazioni e risultati. Ma quella partenza a razzo, preparata a tavolino dal mister per rompere il ghiaccio con la categoria e contrastare con l'agonismo il deficit di tecnica, l'abbiamo poi pagata tutta nel girone di ritorno. Quest'anno non sarà così: abbiamo acquisito esperienza, sono arrivati giocatori prestigiosi e, soprattutto, si è alzato il livello medio della squadra: calciatori improponibili per la categoria come Gonzalez, Cacciatore del girone di ritorno, Cirigliano, Donati e ahimè Cacia sono stati degnamente sostituiti. Andare all'Olimpico, senza 8 elementi (alcuni dei quali imprescindibili), e tenere decorosamente il campo per 5/6 di gara denota l'affidabilità del gruppo.

Il problema – in realtà non è ancora un problema, semmai una forma di apprensione – sta proprio nella risposta che tarda a venire, nel contributo che possono dare in particolare giocatori come Saviola e Rafa Marquez. Le scommesse di Sogliano. Sulla carta non si discutono, ci mancherebbe, il loro curriculum parla da solo. Però, noi abbiamo ancora davanti agli occhi l'apporto devastante di Toni l'anno scorso, subito protagonista assoluto in campo e fuori. In nessuna circostanza Mandorlini ha rinunciato a lui, nemmeno oggi che fatica ad esprimersi. Non è così per i due ex blaugrana: vecchi acciacchi, ritardi di condizione, difficoltà di adattamento al nuovo campionato. Sono stranieri, è vero, e hanno necessità di tempo per abituarsi, ma conoscono il calcio a memoria ed hanno affrontato tutte le sfide più difficili. Noi abbiamo altissime aspettative su di loro che sicuramente verranno soddisfatte, ma al momento sono ancora tutte sulla carta. Come Nico Lopez, la vera incognita della rosa (che senso ha prendere subito dopo Saviola? e spendere per l'uruguayano tutti quei soldi dopo che era in predicato di finire in B a Bologna?). A riguardo mi sono posto come termine la 7° giornata: Iturbe esplose lo scorso 6 ottobre a Bologna e da allora non finì di stupire, Lopez ha tempo ancora due gare (Cagliari e Milan) per dimostrare di essere utile. Di riuscire a ritagliarsi un posto in questa squadra. Gomez e Saviola permettendo.

A mio avviso il destino della nuova stagione passa da qui. Essendo questa una squadra impreziosita da talenti incredibili, il raggiungimento di certi risultati passa inevitabilmente attraverso l'espressione di questa classe a disposizione. Che fine hanno fatto i cosiddetti vip? Non possiamo mica pretendere molto se Ionita, dopo 5 gare, rimane il capocannoniere della squadra e dietro siamo sempre sul chi vive. La classe operaia, scriverebbero i blog di una volta con vocazione politica e sociale, sta tenendo in piedi la baracca per assenza della classe dirigente (qui però stiamo parlando solo dei giocatori). Finita l'epoca di Iturbe e Romulo, deve pur iniziare quella di qualcun altro. La buona notizia è che, finora, la classifica non sembra rendersene conto.

Massimo

Colonna sonora: Heart is a Drum, Beck



Hellastory, 29/09/2014
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MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Udinese?



H.Verona    Udinese


Bonazzoli F.

Cabal J.

Centonze F.

Coppola D.

Duda O.

Folorunsho M.

Lazovic D.

Magnani G.

Mitrovic S.

Montipò L.

Noslin T.

Serdar S.

Silva D.

Suslov T.

Swiderski K.

Vinagre R.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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