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IL NUOVO VERONA RIPARTIRA' DA MANDORLINI?


IL NUOVO VERONA   RIPARTIRA' DA MANDORLINI?

Già alcune settimane prima della conclusione del campionato sono iniziate a circolare voci su un Hellas senza Mandorlini in panchina l'anno prossimo. A questi si sono aggiunti dei distinguo relativi alla categoria di appartenenza. Oggi, che sappiamo benissimo come è andata a finire, i dubbi sulla sua permanenza non sono affatto dissolti. Tutto questo vociferare, sulla carta, non esiste visto che il tecnico gialloblu è ancora sotto contratto, pertanto si può pensare che siano solo fantasie giornalistiche fondate sul nulla oppure sondaggi fatti trapelare dalla società? Non lo so. L'ipotesi di partenza, mi pare evidente, riguarda la presunta inadeguatezza del tecnico gialloblu rispetto al salto di categoria, partendo probabilmente dagli scarsi risultati ottenuti in serie A in passato con Atalanta (2004) e Siena (2007) conclusisi con altrettanti esoneri tra novembre e dicembre. Ma una decisione che deve considerare tutti gli aspetti per il bene del Verona e che non sia emotiva o dettata da simpatie o antipatie deve partire da un approccio completamente diverso.

Faccio fatica a considerare Mandorlini vincente in B e Lega Pro, addirittura all'estero (Cluj), e perdente in serie A. Non ha senso. Tra l'altro, se anche in quelle stagioni il comportamento iniziale delle sue squadre è stato deficitario, una parte dei meriti attribuiti poi a Delio Rossi e a Beretta per la salvezza conquistata sono stati anche suoi. Quanto meno nella preparazione della squadra e nella scelta dei giocatori. Oltretutto, non abbiamo neppure la controprova che, con lui in panchina fino al termine della stagione, Atalanta e Siena sarebbero sicuramente retrocesse.

Una corretta analisi pro o contro Mandorlini deve essere dunque valutata partendo da questo concetto: che Verona deciderà di allestire l'anno prossimo Sogliano?

Se decide di mantenere il blocco attuale rinforzandolo con 4 o 5 elementi di categoria non ha senso rinunciare a Mandorlini. È lui che ha costruito il gruppo, che conosce quanto possono dare i giocatori che ha fatto crescere (Hallfredsson, Cacia, Rafael, Maietta, Gomez, Jorginho, Sgrigna, Ferrari etc) sia dal punto di vista tecnico che emotivo. Tutti sappiamo che il salto di categoria è enorme, molto più impegnativo di quello dalla Lega Pro alla B, ma proprio per questo è lui il migliore pilota che c'è a disposizione .

Se invece la dirigenza gialloblu è intenzionata a rivoluzionare completamente la squadra ha un senso affidarsi ad un tecnico con maggiore esperienza di A. Ma Mangia o Sannino (due nomi a caso...) hanno tutta questa esperienza in più?

È logico comunque porsi questo interrogativo: il Verona è salito in A grazie alla migliore difesa del campionato, frutto dei singoli e dell'organizzazione di gioco, e al capocannoniere della categoria. Da questo punto di vista, Maietta e compagni sono pronti per reggere l'urto e la furbizia di gente come Cavani (se resta), Balotelli, El Shaarawy, Vucinic, Klose, Palacio, Di Natale e compagnia varia? Tutti ci ricordiamo come siamo usciti in coppa Italia l'anno scorso con la Lazio e quest'anno con l'Inter. Pur tenendo magistralmente il campo, gesti tecnici sopraffini di Hernanes e furbizie di Cassano ci hanno stroncato. Questa è la serie A. In avanti, è facile ipotizzare che Cacia non riuscirà a ripete la stagione attuale. Se dovesse dimezzare le reti di quest'anno saremmo tutti comunque felici. Ma allora occorre approntare un sistema tattico in grado di integrare i gol che mancano attraverso l'utilizzo differente dei giocatori e di un modulo offensivo meno prevedibile. Infine a centrocampo, siamo sicuri della tenuta di Jorginho e compagni dal punto di vista tecnico?

Queste sono perplessità reali, alle quali spetta la competenza di Sogliano dover dare soluzioni. Non sulla capacità di Mandorlini di saper affrontare Milan, Juventus, Napoli ma anche Bologna, Cagliari e Udinese.

Se, in conclusione, il gruppo attuale è considerato affidabile e migliorabile è giusto premiare la continuità; se al contrario si ritiene concluso il ciclo di rilancio del Verona con 2 promozioni (quasi) consecutive è corretto partire completamente su nuove basi. Altri tipi di ragionamenti non hanno senso.

Entrando nel merito, a mio avviso, il modo di stare in campo del Verona attuale e le potenzialità tecniche ancora da esprimere sono tali che il salto di categoria non sarà poi così traumatico. Farà molto più fatica il Sassuolo che ha un gruppo composto essenzialmente da giocatori che hanno giocato solo in serie B. Occorre sicuramente aggiungere qualche elemento di spicco, magari anche qualche straniero giovane e talentuoso, ma il gruppo c'è. Con Mandorlini seduto in panchina, s'intende. Cambiare tanto per cambiare non solo non ha senso ma è pure rischioso. Per giunta, non mi pare neppure che Montella o Guidolin siano disposti a venire a Verona. Degli altri, francamente, ne possiamo fare a meno.

Massimo

Colonna sonora: Give me a reason, delle splendide The Corrs.



Hellastory, 23/05/2013
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L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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