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HELLAS VERONA / Canone Inverso

IMPRESSIONI DI SETTEMBRE


IMPRESSIONI DI SETTEMBRE

Il Verona di Juric sa soffrire. Ed è un ottimo punto di partenza. Nel frattempo, essendo arrivati a fine mese, prendiamo in prestito le parole di Rowland Robinson per il quale «i giorni di settembre hanno il calore dell'estate nelle loro ore più centrali, ma nelle sere che si allungano c'è il soffio profetico dell'autunno». E' proprio così. Dopo il vuoto ansiogeno di agosto, nel quale comandano i titoli del calciomercato e le salve sparate nel corso di amichevoli accomodanti, settembre ci consegna una quantità incredibile di informazioni. Il problema è che occorre provare a distinguere quelle utili che potrebbero farci scoprire segnali attendibili da quelle poco affidabili. È certo che settembre favorisce le neopromosse che puntano a colmare il gap tecnico con la condizione fisica e le rose che hanno cambiato poco durante l'estate sfruttando meccanismi rodati. Incontrare poi la Juventus a settembre, dopo il primo turno infrasettimanale di Champions League a Madrid, è sicuramente più agevole di metà novembre quando tutte le classifiche chiedono una risposta concreta. Questa situazione caotica, nella quale prevale un equilibrio così esasperato da consentire al Lecce di vincere a Torino e alla Spal di rimontare in casa la Lazio, è destinato a durare ancora poco. Ottobre è infatti il mese nel quale si paga pegno ed emergono i valori reali. Ma qualche spunto settembrino lo tratteniamo, anche per addolcire i momenti difficili che potremo incontrare.

E' un dato di fatto che il settembre che ci aveva consegnato Pecchia aveva i colori tristi dei miseri 2 punti in classifica che aveva conquistato, con la piena consapevolezza di avere un attacco improponibile (1 solo gol all'attivo) e una difesa imbarazzante (14 gol subiti). E nemmeno quello di Mandorlini 2 anni prima era tanto più promettente potendo contare solo su 3 punti, 5 gol fatti e ben 9 subiti. Nessuno di loro era riuscito a vincere una partita e i malesseri di una crisi irrisolvibile cominciavano ad emergere sin da subito.

Il Verona di Juric, con la panchina attuale cortissima (ricordiamoci che mancano Bocchetti, Badu e Bessa che saranno titolari fissi e Di Carmine - poro fiol - el ghe n'ha sempre una...) gioca partite di trincea.

Sei punti conquistati all'arma bianca, un successo importante a Lecce ai fini della lotta per non retrocedere, una squadra che non è affatto facile mettere sotto. Avremo forse qualche limite tecnico (mi riservo di tornare in argomento con la formazione al completo) ma non molliamo mai. E in tal senso sono incoraggianti le prestazioni gialloblù durante la ripresa contro Udinese e Cagliari, dopo un primo tempo di studio, sintomo che gambe e testa sono coordinate tra loro.

Il Verona segna poco, è vero. Ma dobbiamo considerare le 6 traverse/pali colpiti come espressione di conclusioni nello specchio della porta a portiere battuto purtroppo ininfluenti ai fini del risultato. Anche a volerne togliere 2 contro la Juventus che hanno fatto scaturire il gol di Veloso nella stessa azione, quello di Zaccagni a Lecce ininfluente in quanto abbiamo vinto lo stesso e infine compensare il palo colpito dal Milan, quelli con Juventus (Veloso) e Udinese (Stepinski) potevano essere decisivi. Non abbiamo ancora individuato un bomber da doppia cifra, che probabilmente non esiste, ma ci provano in molti.

Ma soprattutto, sull'altro piatto della bilancia, dobbiamo mettere il fatto di avere una difesa eccezionale: 5 reti lo piazzano dietro solo a Inter e Lazio, in bella compagnia (Juventus e Udinese).

Un altro elemento di analisi settembrina è la classifica attuale. Se prendiamo in esame gli ultimi 4 campionati (ma la regola si mostra attendibile anche con una campionatura più lunga) notiamo che già alla 6° giornata 2 future retrocesse su 3 erano posizionate negli ultimi posti di classifica: Chievo (-1) e Frosinone (1) l'anno scorso; Benevento (0) e Verona (2) due anni fa; Empoli (4) e Palermo (5) tre anni fa, con l'eccezione Crotone che pur partendo malissimo (1 punto) ha poi compiuto il miracolo affondando il Pescara (6); infine, Carpi (2) e Verona (3) quattro anni fa.

Oggi, in fondo alla classifica ci sono Spal e Sampdoria (3) poi una quantità pazzesca di avversarie a quota 5, 6 e 7 punti. Naturalmente è importante aver individuato le due concorrenti (al momento) più in difficoltà, ma dobbiamo anche considerare che la classifica è cortissima e, forse per la prima volta da alcune stagioni, non ci sono vittime predestinate. Quest'anno le piccole si sono tutte rinforzate e pertanto ogni punto conquistato vale oro.

Il Verona adesso deve riconquistare il Bentegodi. L'ultimo successo in A risale al lontano 8 aprile 2018, 1 a 0 sul Cagliari (Romulo su rigore). L'occasione giusta ce la fornisce proprio la Sampdoria e la sfida si configura a tutti gli effetti come uno scontro diretto di grande importanza. Contro i doriani dobbiamo assolutamente vincere per aumentare il distacco e possibilmente dobbiamo farlo con il gol di un nostro attaccante. Prima di scaricare le nostre punte vorrei almeno dar loro l'occasione di sbloccarsi e fargli dare il contributo di cui sono capaci con maggiore serenità.

Entriamo in ottobre dunque con la consapevolezza che ci siamo e che ce la possiamo giocare con chiunque. Ora però è arrivato il momento di dare seguito a quanto di buono abbiamo visto trasformando il potenziale emerso (pali e traverse da una parte, ammonizioni ed espulsioni dall'altra) in numeri positivi (reti e superiorità agonistica). Non vedo l'ora che sia già sabato pomeriggio.

Massimo

Colonna sonora: Good Cop Bad Cop, Everything But the Girl.



Hellastory, 30/09/2019
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L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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