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PROSSIMO IMPEGNO
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Il Vicenza conquista il Menti (primo successo interno stagionale) e il derby contro un modestissimo Verona. Non si gioca una gara del genere in questo modo, mister. Il Verona, d'altro canto, patisce la quarta sconfitta nelle ultime sei partite, Coppa Italia compresa. Certamente non la peggiore se facciamo riferimento al risultato, ma gravissima da ogni altro punto di vista. Perdere un derby rode sempre, soprattutto quando ti rendi conto dell'involuzione della squadra, del tutto incapace di organizzare azioni decenti (Benussi è stato impegnato solo da un tiraccio di Luppi nel primo tempo, poi tre conclusioni di Romulo tutte fuori). Gli alibi delle assenze di Pazzini e Pisano squalificati e Bessa fuori per un'ora per problemi fisici non reggono. Pecchia ha cristallizzato il Verona in una modalità tattica così prevedibile che è riuscito a far felice persino il povero Vicenza. Non solo abbiamo perso una sfida piena di significati, di fatto non l'abbiamo proprio giocata. Dove sono i 19 punti di differenza di prima della gara? Chi li ha visti in campo? La nebbia del secondo tempo ha coperto le vergogne gialloblu. Nebbia in campo, nebbia soprattutto in panchina.
Mi viene in mente quel brano di Pessoa: c'è, tra me e il mondo, una nebbia che impedisce che io veda le cose come veramente sono – come sono per gli altri. Pecchia si sta incartando partita dopo partita, sta frenando le potenzialità del Verona condizionando i giocatori in un unico modo di stare in campo. Stiamo sprecando opportunità di fuga mentre il Frosinone mostra limiti di tenuta e il Cittadella è scoppiato, felice e appagato dalla cinquina che ci ha rifilato. Anche perché, nel frattempo, Spal, Benevento, Perugia e Carpi si stanno avvicinando pericolosamente. Loro hanno trovato un'identità, noi la stiamo perdendo.
Anche contro il Vicenza la solita partenza a razzo, ritmo vertiginoso, grande fermento e poi – spompati e incapaci di costruire alternative all'uno/due in velocità – sempre meno presenti in campo. Questa è la fotocopia di tutte le ultime partite, tranne quella col Bari. Nella ripresa, buio assoluto e un paio di occasioni concesse ai padroni di casa a legittimare la meritata vittoria.
Temo di ripetermi. Vedo sempre gli stessi problemi, la stessa inconsistenza. Fremo al pensiero di quello che combineranno i nostri pali di ghisa che giocano dietro contro Caputo e Masucci la prossima settimana... visto che anche questa volta non sono stati capaci di contenere un unico avversario (Galano), che ovviamente ha segnato. Proprio davanti ai butei, per giunta.
A mio avviso la questione gira intorno al fatto che Pecchia privilegia la teoria alla pratica pensando di risolvere ogni questione con i principi assoluti piuttosto che lavorare bene con il materiale umano che ha a disposizione. Peccato originale di chi manca di esperienza. Del resto, qui non ha mica Cristiano Ronaldo e Sergio Ramos a risolvere i problemi. Solo io vedo giocatori fuori ruolo, movimenti strani in mezzo, mancanza di idee con il passare dei minuti? Alcuni esempi.
Passano le partite e non cambia niente. Solo la classifica tiene e non certo per merito nostro: ma attenzione, si sta sempre più accorciando. Se non cambia qualcosa in fretta non sono sicuro di chiudere in testa il girone di andata. Nel frattempo sento parlare di scollamento all'interno dello spogliatoio, vedo nervosismo in campo (anche oggi troppe ammonizioni inutili), paura di non farcela. Peccato, questa poteva essere l'occasione giusta per recuperare. Una settimana buttata via.
Massimo
Colonna sonora: Fire, S. Carey
L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
Atalanta-H.Verona?
Riepilogo stagionale e classifica generale
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