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HELLAS VERONA / Canone Inverso

LA SERIE A RITROVA UN VECCHIO COMPAGNO DI AVVENTURA


LA SERIE A RITROVA UN VECCHIO COMPAGNO DI AVVENTURA

L'emozione che ho provato all'ingresso in campo delle squadre e la tensione nervosa che mi ha fatto soffrire tutta la gara sono difficili da raccontare. Io ero sempre lì, in campo, dietro ogni pallone, a raddoppiare ogni contrasto, a lanciarmi in scorribande isolate. Ad abbracciare Luca Toni.

L'impressione non emotiva invece che ho avuto sabato pomeriggio è quella di un ingresso in grande stile nel mondo del Calcio che conta. Un ritorno importante. Bentegodi affollato, gioco ad alti livelli, festa sugli spalti. Non ce lo sentiremo mai dire in giro, ma la serie A senza l'Hellas, tutti questi anni, ha perso un po' di colore, goliardia e imprevedibilità che solo noi sappiamo offrire. A cominciare proprio dall'esordio, visto che il Milan sabato sera è stato sconfitto due volte: in campo e sugli spalti.

IN CAMPO La partita l'ha vinta Mandorlini. Tornato al suo abituale 4 - 3 - 3 ha dimostrato ancora una volta una sensibilità tattica impressionante. Innanzitutto dietro ha dato fiducia ad Albertazzi che, con Martinho, è stato padrone assoluto della fascia sinistra. Non solo in fase di copertura ma anche propositiva. Poi ha «inventato» Romulo a centrocampo, ed è stato ripagato in qualità e quantità. Infine ha tirato fuori dal cilindro Jankovic, giocatore che finora non era riuscito ad esprimersi al meglio, che dopo i minuti iniziali di obiettiva difficoltà è stato assolutamente determinante nella trequarti destra offensiva.

Se ci rendiamo conto che il Milan, a differenza di molte squadre di fascia alta, ha fatto una preparazione snella tutta proiettata ai preliminari di Champions League, ci rendiamo conto ancora di più dell'impresa gialloblu. È vero che, giocando in mezzo alla sfida con il PSV (che a sua volta si è salvato a fatica in trasferta) abbiamo avuto qualche vantaggio dal punto di vista della motivazione, ma è sufficiente sentire le dichiarazioni di Allegri e dei rossoneri più rappresentativi per rendersi conto che la pratica Verona doveva essere gestita meglio, soprattutto in difesa, ed affrontata con maggiore concentrazione. Il Milan, che aveva più fiato di noi, nel finale rabbioso ha mostrato tutto il suo potenziale, ma il Verona gli è stato superiore anche nel suo momento più difficile perchè ha saputo impedirgli il gioco che preferisce e lo ha costretto a cambiare più volte giocatori e soluzioni offensive.

Dopo un inizio emotivamente sofferto (parata di Rafael) nel corso del quale i rossoneri hanno preso in mano la partita e sbloccato il risultato con Poli, piano piano abbiamo cominciato ad uscire grazie alla spinta disinvolta di Martinho e Romulo ed abbiamo prima pareggiato e poi capovolto con due magnifiche incornate di Luca Toni. Ogni cross aereo trovava inevitabilmente pronta la sua testa: era solo da stabilire se la palla sarebbe finita tra le braccia di Abbiati oppure in rete. A questo punto il Milan è stato costretto a cambiare modulo offensivo con El Shaarawy e Niang annichiliti ed isolati agli estremi del campo, lontano dal gioco; e qui il Verona lo ha costretto ad attaccare per le vie centrali visto che le fasce laterali erano impenetrabili e assolutamente presidiate. Molti palloni alti a cercare Balotelli, tenuto benissimo da Moras e Maietta, e soprattutto ad inventarsi un calcio di rigore che riaprisse il risultato. Vecchio trucco milanista questo, che l'anno scorso gli ha consentito di scippare alla Fiorentina il terzo posto in campionato ... Diciamolo subito, probabilmente un fallo c'era pure, ma l'arbitro ha usato lo stesso metro di giudizio su un'entrata da dietro a Toni che si era infilato in area in posizione defilata e molto pericolosa. Meno evidenziato dai media questo episodio, forse perchè ancora più umiliante.

Nella ripresa, se togliamo gli ultimi interminabili 10 minuti nei quali Rafael è stato chiamato in causa in due occasioni, il portiere più impegnato è stato Abbiati, bravo ad opporsi a Martinho, Toni e Cacia. Senza dimenticare la superba girata di testa di Donati.

Vittoria meritata dunque, sia per il coraggio che la lucidità dimostrata. La società ha messo a disposizione del mister un gruppo di giocatori esperti e ha saggiamente mantenuto l'assetto dello scorso anno. Oggi, con la difesa della serie B (mancava solo Agostini, ma questo Albertazzi non gli è inferiore), abbiamo tenuto benissimo uno degli attacchi più temibili della categoria.

SUGLI SPALTI Nel corso della settimana è stata montata una gran campagna mediatica sull'accoglienza che sarebbe stata riservata a Balotelli. Se da una parte non l'ho gradita affatto (Balotelli è un gran giocatore, ma in ogni stadio viene bersagliato per gli atteggiamenti provocatori che ha e anche obiettivamente ... perchè fa paura), dall'altra l'ho accolta con benevolenza perchè sicuramente sarebbe stata un deterrente. Non mi è piaciuta l'enfasi, quella no, l'idea cioè che a Verona i tifosi sono tutti perdutamente razzisti. Quando la Lega sa benissimo che convive da anni con analoghe situazioni irrisolte sui campi di Juventus e Lazio ...

Il rischio però c'era. Quella sugli spalti era dunque una partita subdola perchè avrebbe potuto avere ricadute nell'atteggiamento che avremmo potuto subire in futuro da parte dei giornalisti e - perchè no? - del Palazzo. Della serie: è tornato l'Hellas e i suoi rozzi tifosi ... non ne sentivamo certo la mancanza. Invece no: con ironia, calore e simpatia, non abbiamo avuto rivali neppure sugli spalti. Le cronache parlano soddisfatte solo di scontri fra opposte tifoserie scoppiati sulle gradinate dello stadio Bentegodi subito dopo il fischio finale. Roba di routine fra gente frustrata dal fatto di perdere in questo modo una partita che proprio non credeva di perdere e gente eccitata che vince in questo modo una partita che proprio non credeva di vincere.

Con lo stesso spirito di chi ha applaudito ironicamente il forte attaccante milanista, mi auguro adesso che prima di ogni partita ci sia qualcuno che antipaticamente ci ricordi nuovamente i rischi che corriamo e la nostra scarsa affidabilità. Sarà un'ottima occasione, da parte nostra, di smentirlo e di invitarlo a guardare altrove. Oltre il proprio naso e i propri interessi spiccioli.

Bentornato Hellas!

Massimo

Colonna sonora: per il ritorno in serie A dell'Hellas Verona, dedicato a tutti i nostri avversari, cosa c'è di meglio di un I'm Coming Back To You cantata dall'esplosiva e prorompente Julie London?



Hellastory, 26/08/2013
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MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Atalanta-H.Verona?



Atalanta    H.Verona


Bonazzoli F.

Cabal J.

Centonze F.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Folorunsho M.

Lazovic D.

Magnani G.

Mitrovic S.

Montipò L.

Noslin T.

Silva D.

Suslov T.

Swiderski K.

Tchatchoua J.

Vinagre R.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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