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PROSSIMO IMPEGNO
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La novità, alla prima vera sosta di campionato (non considero quella inutile dopo la 1° giornata), sta nel fatto che l'anno scorso avevamo un'idea abbastanza precisa del Verona. Non sapevamo dove sarebbe potuto arrivare, ma che era destinato a fare un buon campionato e a divertire i propri tifosi sì. Oggi no, non riusciamo ancora a cogliere pienamente tutto il suo potenziale. Un po' per il profondo cambiamento della rosa introdotto in estate (alcuni giocatori importanti sono arrivati gli ultimissimi giorni di mercato), un po' per colpa dei recenti infortuni, un po' per l'evoluzione tattica che sta introducendo il mister. Questa è sicuramente una bella notizia perché giriamo con 1 punto in più e alcune prestazioni di assoluto rilievo. Piacciono la reattività del gruppo, la tenuta fisica e il cambio di passo che assistiamo nel corso delle partite con le riprese generalmente giocate meglio. Il calendario ci mette ora di fronte a 5 gare molto insidiose al termine delle quali, inevitabilmente, avremo un'immagine molto più precisa. Questo obbliga Mandorlini ad arrivare rapidamente a conclusioni importanti. Per questo, tra un mese quando ci sarà la nuova sosta e si concluderà anche il primo quarto di stagione, il tempo delle sorprese sarà finito.
Due sono gli obiettivi stagionali reali del Verona, al di là delle solite scaramanzie - un po' provinciali e un po' false - che vengono propinate (non si convincono Rafa Marquez, Saviola, Hallfredsson, i nazionali greci, Nico Lopez e lo stesso Toni a venire o restare a Verona per la conquista del quint'ultimo posto in classifica): 1) migliorare l'assetto difensivo e 2) ottenere qualche risultato prestigioso. Se raggiunti (non essendo fissato un target preciso, entrambi risultano facilitati) ciascuno porta con sé inevitabilmente più punti e un piazzamento migliore. La società vuole fare meglio dello scorso anno, non c'è dubbio, ha capitalizzato l'incasso della cessione di Iturbe per costruire una squadra stabilmente nella parte sinistra della classifica.
Cominciamo col primo. Oggi il Verona ha una delle difese meno battute della serie A. In parte merito del calendario, ma soprattutto del lavoro estivo fatto dal mister. Un paio di difensori titolari sono stati ceduti (Cacciatore e Maietta), sono arrivati un organizzatore di reparto dello spessore di Rafa Marquez e, davanti, un certo Tachtsidis. La differenza c'è e, al momento, si vede. Certo, 6 partite sono poche per arrivare ad una conclusione definitiva, l'anno scorso di questi tempi avevamo preso 8 reti, ma avevamo già affrontato Juventus e Milan. Di sicuro, stavolta tra Roma e Torino ce ne siamo risparmiati già 3, che è esattamente la differenza attuale. Nello scorso girone di andata i problemi sono venuti in seguito e si sono concentrati nelle trasferte con l'Inter (4), Fiorentina (4) e in casa con il Napoli (3). Si direbbe dunque che il primo e il secondo obiettivo siano straordinariamente in sintonia tra loro: è stata la soggezione verso avversari più forti a pesare sulla nostra differenza reti. Nel girone di ritorno nessun miglioramento, anzi ci si è messa la catastrofica trasferta con la Sampdoria a confermare la teoria e a renderla principio assoluto.
I presupposti per credere in un miglioramento complessivo ci sono tutti ma, dovendo affrontare in rapida successione Milan e Lazio in casa, Napoli e Inter fuori, il prossimo filotto fornirà riscontri decisamente più attendibili.
In merito al secondo punto, l'anno scorso abbiamo concesso i 6 punti a Roma, Napoli, Fiorentina e Inter. Non fosse stato per l'esaltante pareggio interno con la Juventus avremmo fatto l'en plein negativo. Il primo riscontro stagionale l'abbiamo avuto con la Roma all'Olimpico: abbiamo tenuto un quarto d'ora in più, incassato un goal in meno, ma all'atto pratico è cambiato poco o nulla. Persino i goal subiti si assomigliano con quelli dell'anno scorso. La Roma però è la Roma. Il vero banco di prova lo stiamo per avere.
Al di là di questi punti fondamentali ce ne sono altri significativi. Il recupero degli infortunati, ad esempio, è decisivo per consentire a Mandorlini di fare le scelte migliori e mettere in campo finalmente la squadra che ha in mente. Molto importante è anche sperare che Toni si sblocchi presto. Con il Cagliari l'ho visto in crescita, teoricamente avrebbe pure realizzato un goal regolare, la strada è quella giusta. Oltretutto, riuscire a centrare il bersaglio contro avversari di prestigio mette ancora più carica. Sono infine curioso di scoprire se Saviola riuscirà a ricavarsi uno spazio e a scapito di chi. Un giocatore della sua portata non si fa certo impressionare dal blasone degli avversari che ci aspetta. Il primo ad essere impressionato da lui, però, deve essere Mandorlini.
Massimo
Colonna sonora: La fin des vacances, Mina
L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.
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Riepilogo stagionale e classifica generale
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