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HELLAS VERONA / Canone Inverso

PRONTI PER IL LIVORNO!


PRONTI PER IL LIVORNO!

L'Hellas arriva convalescente alla sfida diretta con il Livorno. A parte la condizione fisica di alcuni giocatori importanti, come testimoniato dalla conferenza stampa di Sogliano della settimana scorsa, i nervi sono tirati e tutti sono in discussione. Non è sufficiente aver vinto a Grosseto, basta un niente e ogni cosa torna ad essere vissuta di nuovo come un dramma. Però a Grosseto abbiamo vinto, e questo è importante. Una partita strana, dominata per gran parte ma vissuta essenzialmente di episodi: poteva finire 2 a 2 se Rafael e la traversa non si fossero opposti (e chissà come ci sentiremmo oggi) oppure 4/5 a 0 se fossero entrate le conclusioni di Sgrigna, Nielsen e Ferrari. Anche perchè, nel frattempo, il Livorno ha pareggiato in casa con la Reggina per colpa del suo portiere. Naturalmente ci vorrà un Verona diverso, i toscani sono una formazione fortissima in trasferta e la classifica incombe anche alle spalle a causa dell'Empoli. Che quasi quasi mi fa più paura del Livorno.

Che Verona sarà?

Chi ha sperato ad un cambiamento radicale è rimasto deluso. Mandorlini ha deciso di schierare quest'anno la squadra con un 4/3/3 largo e lungo e ce lo porteremo avanti fino a fine stagione. Piaccia o non piaccia. D'altra parte, confermando la fiducia al tecnico - a mio avviso giustamente perchè non vedo in giro alternative valide ed ha esperienza sufficiente per portare a termine la missione - non possiamo aspettarci altro di diverso. Anche in sede di mercato la società gli ha dato una mano aggregando Sgrigna, l'ennesimo esterno offensivo, invece di un trequartista oppure una seconda punta da affiancare a Cacia. Quindi, dobbiamo solo sperare che alla fine abbia ragione lui: d'altra parte siamo sempre in piena lotta promozione, a 2 punti dalla seconda, con 7 di vantaggio sulla quarta e poi, non dimentichiamolo, vantiamo la migliore difesa del campionato.

La difesa, con eccellenze per la categoria che si chiamano Rafael, Maietta e Moras e con lo splendido lavoro in fase di copertura che fanno Hallfredsson, Jorginho, Laner e Nielsen è l'altra faccia della medaglia. Quella positiva e vincente. Laddove - giustamente - critichiamo spesso la prevedibilità offensiva e la difficoltà a trovare tiratori da fuori area, dobbiamo riconoscere che i punti sono venuti essenzialmente dai gol di Cacia e dalla tenuta difensiva. Dirò di più: le sconfitte interne con Vicenza e Padova, a mio avviso, nascono proprio dallo snaturamento tattico per tentare di vincere a tutti i costi,  modificando l'assetto che è più congeniale. Forse qui sta la rabbia e il senso di frustrazione dei gialloblu: non essendo riusciti a sbloccare la gara nel primo tempo (come è accaduto invece con il Varese), anziché accontentarsi e gestire il risultato, il Verona si è allungato e sbilanciato e ha offerto il fianco ai contropiedi avversari. Mantenendo la calma e accontentandosi, oggi forse avremmo già raggiunto il Livorno e potremmo affrontare la sfida diretta con 2 risultati utili su 3. Questi sono errori che non possono essere ripetuti venerdì sera.

Ma qualche novità si è vista. Innanzitutto è tornato Martinho, decisivo a Bari dal punto di vista realizzativo ma  soprattutto dal punto di vista tattico, con la sua esuberanza e freschezza. Poi la panchina sta prendendo sempre più coscienza delle proprie capacità con alcuni recuperi importanti  (Albertazzi e Rivas) e grazie agli arrivi di gennaio (Ferrari, Nielsen), importanti nel turnover di questo periodo e ancora di più per il finale di campionato. Tatticamente, infine, vedo molta più volontà da parte di tutti di cercare la via del gol. Non è un caso che l'Hellas abbia vinto le ultime 3 gare senza il contributo di Cacia, a digiuno da 6 turni.

E il Livorno?

Nelle ultime 9 partite, l'Hellas (il nostro Hellas tanto criticato, discontinuo e titubante) gli ha recuperato 4 punti. Non male. A detta del loro tecnico, la squadra comincia a sentire il peso della responsabilità della grande impresa che sta compiendo. Parliamoci chiaro, al di là di Siligardi e qualche altro giovane interessante, questa è la stessa formazione che l'anno scorso ha evitato per un soffio i playout con Perotti in panchina. Le difficoltà maggiori le incontra in casa e, dopo l'impresa dell'ultima di andata quando ha sconfitto il Sassuolo 3 a 2, ha cominciato a traballare. La tensione nervosa aggredisce i labronici quando devono vincere a tutti i costi: Crotone e Modena hanno portato via il bottino pieno, Reggina e Juve Stabia gli hanno imposto il pareggio, solo la Pro Vercelli ha ceduto ma nel finale di gara. Le cose vanno meglio in trasferta quando la tensione è minore e i giocatori possono sfruttare gli spazi. Ultimamente hanno perso solo ad Empoli, l'alternativa più temibile per la serie A.

Per un gioco del destino, l'Hellas è costretto a battere il Livorno nella condizione dove oggi sta incontrando più difficoltà (il Bentegodi) e dove, al contrario, i nostri avversari si trovano più a loro agio. Meglio così, se ci riusciremo smonteremo tutta una serie di luoghi comuni, con equilibri precari che si rafforzano e punti di forza che si spezzano. A questo punto della stagione, quasi inesorabilmente.

Massimo

Colonna sonora: Holland - Brad Mehldau Trio



Hellastory, 11/03/2013
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11/03/2013   PRONTI PER IL LIVORNO!

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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