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PROSSIMO IMPEGNO
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Brutta partita, brutto Verona. Il Benevento mostra nuove fragilità gialloblu. Alcune te le aspetti, altre no. Sono fragilità di natura tecnica e individuale: 1) come fa, dopo soli 6', Ceravolo ad avere il sopravvento sulla coppia di centrali difensivi tanto da costringere Caracciolo ad un intervento scomposto da espulsione diretta? 2) nell'occasione del gol di Falco, come fa Siligardi a giocare un pallone così molle sulla trequarti avversaria di campo mettendo così in difficoltà Souprayen e come fa Bianchetti, nella stessa occasione, a farsi trovare impreparato in fase di chiusura? 3) nel raddoppio di Ciciretti lo stop a seguire di Fares mostra tutti i limiti di questo ragazzo in fase difensiva. Ma anche e soprattutto di natura tattica, attribuibili a mister Pecchia che 1) in inferiorità numerica non ha pensato al centrocampo (uno tra Siligardi e Luppi andava sostituito per non lasciare Fossati e Bessa in inferiorità numerica, come poi è stato) 2) nella ripresa, sotto di un gol, ha schierato uno scriteriato 3/2/4 per cercare di recuperare dividendo di fatto la squadra in due e consegnando il centrocampo ai padroni di casa e la difesa al loro contropiede. Dobbiamo solo stabilire se preoccupano di più i limiti individuali o la direzione tecnica?
Sui primi ci vogliono pazienza e tempo. Caracciolo, Siligardi, Bianchetti e Fares hanno tutti grosse carenze di natura tecnica e di concentrazione. Il fatto è che sono recidivi e il campo non ci perdona proprio niente. Magari un giorno, con l'esperienza, riusciranno a limitare i danni. Nel frattempo, probabilmente, la scelta meno penalizzante è quella di avere l'accortezza di non schierarli tutti insieme e non chiedere loro giocate complicate.
Anche con l'allenatore ci vuole pazienza. Già in estate ho accennato all' “incognita Pecchia” sapendo che l'esame del campo avrebbe fornito le risposte necessarie. La scommessa sul tecnico è una fissa per Fusco che anche a Bologna impose Diego Lopez in panchina, tecnico emergente di cui si sono perse le tracce, esonerato a maggio per recuperare una promozione data per scontata in estate. Che senso ha investire tanto in qualità ed esperienza dei giocatori dando poi la guida ad un esordiente o quasi? Non capisco.
Questo problema ce lo porteremo fino alla fine. Soprattutto per quanto riguarda la gestione del gruppo e - sotto stress - dell'interpretazione della gara. Finora avevamo apprezzato il suo lavoro in fase di preparazione tattica, nella creazione di una nuova mentalità e di uno spirito collettivo. Insomma, tutto ok sotto l'aspetto teoric0, quello che si prepara a tavolino. Ma è la pratica che non dà certezze. A Gubbio e Latina non ha concluso la stagione in quanto esonerato, come vice di Benitez non ha mai preso decisioni dirette. In una rosa che tutti, giustamente, considerano come la più accreditata a vincere il Campionato Pecchia è la vera scommessa aperta. Se va bene lui andiamo di filata in A, altrimenti chissà. Questo ci differenzia enormemente dal Cagliari di Rastelli dello scorso anno, guidato da un tecnico con i fiocchi che aveva sulle spalle già 2 promozioni, 1 super coppa di Lega Pro e un paio di buone stagioni ad Avellino. Siamo bravi a complicarci la vita a Verona.
Entrando in merito, 1 punto in 2 trasferte è troppo poco, la squadra ha mostrato scarsa tenuta difensiva e poca efficacia sotto porta. Ci sono diverse incongruità che vanno risolte in fretta.
A volte, un punto in trasferta è un risultato importante perché muove la classifica. Soprattutto se sei in inferiorità numerica dopo soli 6' minuti. Ti consente di recriminare al termine sulle decisioni arbitrali con maggiore credibilità dall'alto dell'imbattibilità. Volendo vincere a tutti i costi schierando 4 attaccanti senza riuscire poi a fare alcun tiro in porta lascia ben poco da recriminare.
Naturalmente è presto per trarre giudizi definitivi. L'anno scorso, dopo 3 giornate, comandava solitario il Livorno a punteggio pieno e poi sappiamo che fine ha fatto. Anche Carpi e Frosinone (che hanno meno problemi di assemblaggio e più certezze in panchina) sono incappate in una sconfitta dopo 3 gare. Però loro hanno meno pressione. E comunque, con tutto il rispetto, non sono l'Hellas.
Ora ci aspetta il primo turno infrasettimanale e un nuovo esame per Pecchia. In casa, con l'Avellino, dobbiamo vincere per rispondere rapidamente alla rovinosa caduta di Benevento. Più complicati saranno la trasferta di Ferrara con la Spal e lo scontro diretto con il Frosinone che ci ha legnato due volte su due l'anno scorso. Qui si vedrà all'opera, per la prima volta, la capacità del mister di impostare un turnover equilibrato e in grado di affrontare avversari impegnativi e molto diversi tra loro. La buona notizia è che queste trasferte campane possono far crescere. La cattiva è che accumulare errori non significa automaticamente poi saperli risolvere.
Massimo
Colonna sonora: Cruel, Calexico
L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
Atalanta-H.Verona?
Riepilogo stagionale e classifica generale
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