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HELLAS VERONA / Flashback

18 Novembre 1984: VERONA - SAMPDORIA 0 a 0


18 Novembre 1984: VERONA - SAMPDORIA 0 a 0
18 Novembre 1984: VERONA - SAMPDORIA 0 a 0


dal nostro inviato Massimo

Alla 9° giornata, il Milan frena ad Avellino (0 a 0), mentre l'Inter si affaccia nelle zone alte della classifica battendo l'Udinese per 1 a 0. La partita più importante della giornata è però il derby di Torino: se lo aggiudicano i granata, oggi in trasferta, con un'emozionante 1 a 2. Passa prima la Juve con Platini al 15', pareggia Francini al 48' e ribalta definitivamente il risultato Serena a 1' dalla fine. Torino lanciatissimo a 14 punti di classifica, pronto ad attendere il nostro Verona nell'incontro che si disputerà domenica prossima. I gialloblu, dal canto loro, tornano al Bentegodi e ricevono la Sampdoria, un avversario di tutto rispetto. Non so perché, ma oggi mi sento meno sereno di altre volte. Sarà per il valore degli ospiti, sarà per il fatto che, finora, ai ragazzi di Bagnoli tutto è andato piuttosto bene, sarà per qualcosa che ancora non riesco a definire ma questa partita... nasconde molte insidie. E' solo paranoia la mia?


LE ALCHIMIE DELLA GARA . La Sampdoria è squadra gemella del Verona. Costruita con maestria dal direttore sportivo Carlo Borea, rappresenta un geniale mix di gioventù ed esperienza, talento e tecnica. Proprio dalle basi di questa formazione fra 6 anni, nella stagione 1990/91, i blucerchiati ripeteranno l'impresa odierna del Verona vincendo un bellissimo scudetto. Di quella formazione oggi giocano già Mannini, Pari, Vierchowod, Pellegrini (in pratica l'intera difesa), il tornante Salsano e la geniale coppia d'attacco Mancini e Vialli.

Quest'anno i genovesi parlano bene la lingua inglese: da Liverpool è arrivato l'ex regista (scozzese di Edimburgo) dei Reds, Graeme Souness, un campione di valore assoluto e pluridecorato in Europa; in più da un paio di campionati vivacchia il centravanti Trevor Francis, giocatore della nazionale inglese e chioccia del giovanissimo Roberto Mancini. Ma altri giocatori di classe frequentano Marassi, merito dei grandi investimenti del presidente Mantovani. Mi riferisco essenzialmente agli ex nazionali azzurri Bordon e Beccalossi, e alle bandiere blucerchiate di sempre Scanziani e Renica. Bersellini poi, è un buon tecnico: ama forse eccessivamente la disciplina tattica limitando talvolta il talento dei suoi giocatori - e per questo non riuscirà mai a fare il salto di qualità che meriterebbe - ma le sue squadre sono sempre state difficili da battere.

I ragazzi di Bagnoli hanno fatto quasi un terzo del campionato sempre in testa alla classifica. Per festeggiare questo incredibile evento, riceviamo due regali. Il primo lo annuncia lo speaker: «Numero 16: Sacchetti!». Stupendo: dopo mesi di inferno e ricadute in ritiro a Cavalese il grande Gigi, con tutto il coraggio e la testardaggine propria degli uomini del Sud, è finalmente pronto a sedersi in panchina. Nessuna fretta per il suo esordio, basta un sorriso per sapere che adesso sta vincendo anche il dolore e la paura.

Il secondo regalo è la presentazione di nuove magliette indossate per questa occasione. Oddio, da lontano sembra di vedere sempre il solito blu dominante ma oggi le righe gialle sono trasversali invece che verticali.

Verona senza Di Gennaro, squalificato. Grave perdita questa: la sua intesa con Tricella è magnifica, i suoi lanci illuminanti per Fanna, Volpati e Marangon e il suo possesso palla unico. Dige è cresciuto tantissimo, adesso è perfino titolare fisso in nazionale. Lo sostituisce Bruni, uno che non ha paura di nulla, un giocatore prezioso che si adatta a fare di tutto, dalla mezzala al tornante. Oggi perfino il regista. Ma non è la stessa cosa. Per il resto è il solito Verona di sempre rinforzato però da due ex di eccezione: Garella e Ferroni, una quantità di partite in blucerchiato, arrivati in riva all'Adige per fare il salto di qualità. Mauro tiene il temibilissimo Vialli, un autentico campione, Fontolan si occupa invece di Francis. In preallarme anche Marangon, Briegel e Volpati perché gente come Scanziani, Souness e Salsano (preferito all'ultimo momento a Beccalossi, comunque in panchina) meritano tutta la loro attenzione.

Ci siamo dunque. Pronti per questa difficile partita e per fronteggiare definitivamente le misteriose ansie che sta generando questa incerta sfida.

MINUTO PER MINUTO . 37.000 spettatori a gremire il Bentegodi, Sampdoria in completo bianco e Verona che sfoggia la nuova elegante divisa. Tra due squadre che fanno del gioco la loro prerogativa, ci attendiamo capovolgimenti di fronte e grande velocità.

Al 5', lunga rimessa laterale di Elkjaer per Briegel che di testa mette in movimento Galderisi ma la conclusione è alta sopra la traversa.

Al 9' risponde la Sampdoria: corner battuto da Souness, Francis si incunea nella difesa gialloblu e devia di testa, si oppone di istinto Garella deviando un gol fatto. Che paura!

Al 13' azione analoga ma con protagonisti opposti. Fanna batte un calcio d'angolo, irrompe Fontolan (forse per vendicare il pericolo causato precedentemente dal giocatore di sua competenza) e palla di poco al lato.

Il ritmo è tambureggiante. Al 31' legnata da fuori area di Vierchowod e parata in 2 tempi di Garella. Dopo un paio di minuti, ci riprova Vialli e nuova parata del nostro portierone.

Al 41' bella triangolazione gialloblu che mette Bruni in condizione di battere a botta sicura, ma il palo si oppone ad un gol oramai certo.

Prima del riposo, grossa occasione doriana: Francis si libera ancora di Fontolan, calcia in diagonale e Garella respinge come può; irrompe Vialli, sempre in agguato, e batte in rete a porta completamente sguarnita, ma proprio mentre sta per alzare le mani in segno di esultanza, irrompe Ferroni che sulla linea respinge un gol oramai certo.

Le due squadre, protagoniste di un bellissimo primo tempo, vanno negli spogliatoi tra gli applausi del pubblico: pali, parate, salvataggi sulla linea di porta. E sono trascorsi solo 45'!

La ripresa invece vede le due contendenti più coperte. L'equilibrio è notevole e basta uno svarione, da una parte o dall'altra perché il risultato si possa sbloccare all'improvviso.

Al 50' Fanna virgola da ottima posizione. Dopo 9' ancora Fontolan, oggi migliore come attaccante che come difensore, impegna a una difficile parata Bordon; sulla respinta però Elkjaer manda alto di poco.

Al 70' Bagnoli inserisce lo scattante Turchetta al posto di Elkjaer, toccato duro. Non potendo contare sui lanci in profondità di Di Gennaro, il Verona adesso prova a vincere con giocate veloci e tutte di prima intenzione.

All'80' Francis si presenta nuovamente solo davanti a Garella: tiro e respinta in due tempi, irrompe Vialli e Garella si allunga di piede allontanando definitivamente il pallone. Per un attimo, ho rivisto l'incubo dello stadio Olimpico: Garellik contro il resto del mondo: 3 palloni respinti nella frazione di pochi secondi è attività più adatta a Spiderman che a un portiere di calcio! Il Bentegodi lo applaude per 1 minuto intero!

Il Verona, scosso dal pericolo vuole chiudere la gara all'attacco e per poco non passa nel finale: miracolo di Bordon su iniziativa di Galderisi.

Poteva finire 3 a 3, è finita solo 0 a 0. Ma lo spettacolo è stato davvero tanto.

PERCHE' TANTE ANSIE? A fine partita si spiegano tutte le mie ansie. Innanzitutto, in nessuna circostanza il Verona aveva sofferto tanto al Bentegodi, ovviamente per merito degli avversari: Francis e Vialli sono stati spesso imprendibili per i nostri difensori e solo uno strepitoso Garella ha detto no a realizzazioni ormai fatte. Anche a centrocampo i nostri hanno sofferto più del previsto.

C'è anche un altro motivo che giustifica la mia ansia. Durante la partita, una brutta entrata di un avversario su Ferroni ci ha fatto temere il peggio. Ma quando Mauro si è rialzato e ha ripreso a correre, superato il dolore causato dalla fitta, tutti abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Addirittura, il nostro grande terzino è riuscito a salvare a porta vuota un gol già fatto da Vialli. E questo miracolo ha evitato l'aggancio del Torino in testa alla classifica, proprio la domenica che precede lo scontro diretto.

Ma al ritorno negli spogliatoi, il dolore ritorna a farsi sentire con innaturale violenza e, fatti immediatamente gli esami clinici, la sentenza è davvero pesante: lesione al legamento interno posteriore del ginocchio. Almeno 3 mesi di sosta forzata!

Proprio il giorno del recupero di Sacchetti, il Verona perde Ferroni.

Tra l'altro, pare che anche Elkjaer non sia in perfette condizioni fisiche, speriamo che almeno lui possa recuperare per Torino, ma ci sono molti dubbi in merito.

Il risultato conquistato adesso conta poco: i gialloblu a fine partita si sono raccolti intorno al grande Mauro. Qualcuno incolpa la cattiva sorte, qualcun altro la vendetta di un ex compagno di squadra. Comunque, di comune accordo e per esorcizzare la sorte, la nuova divisa creata per l'occasione verrà subito bandita e il Verona da questo momento tornerà ad indossare quella di sempre a righe verticali. Forse è un peccato estetico non vedere più i ragazzi indossare questa maglietta così elegante ma anche sfortunata, ma chi può dargli torto?

I SIGNIFICATI DELLA PARTITA. Alla 5° partita casalinga, il Verona rallenta e non vince. La Sampdoria dimostra di essere una squadra di tutto rispetto e inchioda i gialloblu sullo 0 a 0, rischiando più volte di vincere. Ai doriani riesce quello che nessuno prima era riuscito, anche se si chiamano Napoli, Udinese, Juventus e Fiorentina.

Gli scaligeri soffrono oltre il previsto l'assenza di Di Gennaro e la lentezza di Fontolan, in continua sofferenza contro Francis. Garella ci mette più volte la pezza e salva il risultato finale, con l'aiuto di un eroico Ferroni.

Domenica prossima, i ragazzi di Bagnoli andranno a Torino per il match clou di tutto il girone d'andata. Sicuramente recupereremo il nostro regista a centrocampo e Sacchetti avrà una settimana in più per migliorare la sua preparazione, ma l'infortunio grave di Ferroni proprio non ci voleva. Tra l'altro, i granata vantano il miglior attacco del campionato (14 gol), ci seguono in classifica di 1 solo punto e nelle ultime 2 partite hanno fatto fuori prima il Milan e poi la Juventus. Devono sentirsi davvero invincibili.

Vedremo quello che preparerà durante la settimana il mister. Io, da parte mia, non voglio assolutamente mancare a questa sfida incredibile. E voi? Una settimana di pazienza. Solo una settimana per sapere di che pasta è fatto questo Verona.



Hellastory, 17/11/2004

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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