E' passato un anno esatto dalla prima puntata de «C'erano una volta di Eroi di Salerno» .

Come è inevitabile che sia, ora ci troviamo a scrivere il sequel di quella storia. Già, perché le squadre cambiano così come gli obiettivi, i giocatori passano e pian piano il gruppo che ci ha dato la più grande emozione dallo Scudetto in poi, ovvero la promozione in serie B, si assottiglia ulteriormente.

Mentre Nicola Ferrari viene ceduto definitivamente, se ne va un altro dei veri pilastri del Verona: Mimmo Maietta.

Oddio, «se ne va» diciamo che è un modo di dire. Potremmo parlare piuttosto di un «è stato accompagnato alla porta».

In malo modo, potremmo anche aggiungere.

Purtroppo l'epilogo di questo amore tra il ragazzo di Cirò Marina e il mondo gialloblu non è finito nella maniera che ci si aspettava e dobbiamo dire di essere molto, molto delusi.

Premettiamo che la stagione di Maietta, all'esordio in A, non è stata brillante come forse lui stesso si aspettava, che la regia difensiva gli è stata sottratta dal compagno Moras, che la leadership nello spogliatoio è passata nelle mani di Toni in maniera quasi osmotica, che gli infortuni non lo hanno certo aiutato, che qualche battibecco c'è stato col mister...e anche con Sogliano... perché Mimmo non ce la faceva a vedersi relegato al ruolo di comprimario nel suo Verona, in quella squadra che lui ha trascinato in B e poi in A. Non puoi diventare comparsa una volta che sei stato protagonista. Meglio quindi uscire di scena.

Comprensibile, normale.

Ma c'è modo e modo per fare le cose.

Non convocato per il viaggetto in Brasile, non convocato per il pre ritiro, non convocato per il ritiro e quel che è peggio non convocato per la presentazione della squadra.

Autogol incredibile della società: poteva essere quest'ultima l'occasione per fare un saluto alla città.

Una incredibile mancanza di rispetto non solo nei confronti del giocatore ma anche nei confronti di noi tifosi che, sì, tifiamo per la maglia, ma sappiamo anche riconoscere quando un giocatore ha sputato sangue per quella maglia.

E allora, cara Società, alla fine tenetevi pure il coccodrillo-saluto sul sito ufficiale con l'hashtag #Graziemimmo perché non vale veramente una cicca se poi viene smentito dai fatti e dai comportamenti.

Ciao Mimmo, un posto nell'olimpo dei grandi gialloblu te lo sei meritato.

Valeriano

P.S. Sull’oblio livoroso che ha fatto cadere sopra la questione da certi organi di stampa poi dovremmo veramente sorvolare perché oramai sembra una barzelletta.
Testate più monarchiche del re in persona, in preda a sindrome da accerchiamento e permalosissime.
A tutti gli effetti realtà ostili da guardare con diffidenza.

[Leggi la scheda di Domenico Maietta]