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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

CREMONESE-VERONA 0-2

Hellastory: Le Ultimissime

CREMONESE-VERONA 0-2

Dal nostro inviato fabio_s

La partita che non doveva esserci e per fortuna c'è stata. Così si potrebbe chiamare questa Cremonese-Verona, quasi un derby che riporta alla mente del tifoso emozioni d'altri tempi, quando il terreno dello Stadio Zini era calcato da Juary e Chiorri, Elkjaer e Briegel. Ma questa è un'altra storia. Sabato 10 settembre c'è una partita di serie B, tra una Cremonese in forma, reduce da due promozioni consecutive e vincitrice all'esordio in casa con un secco 2-0 al Catanzaro, e un Verona che cerca risposta a un inizio di campionato incerto ma in crescita, dopo la brillante e sfortunata trasferta di Bergamo. Prendo un biglietto nei distinti e prendo posto alle 15.00, un'ora prima del fischio d'inizio. I primi a entrare in campo sono Pegolo e Van Strattan, come di consueto, per l'allenamento dei portieri. Dall'altra parte del campo Prisciandaro, il temuto bomber grigiorosso, in forse per una microfrattura alla mano, prova il suo stato di forma. Quando entrano le squadre sul terreno di gioco, le sensazioni sono positive: i nostri giocatori sono concentrati, affiatati, si muovono in riscaldamento come un gruppo solido e ben orchestrato da capitan Mazzola e dal preparatore Sermi. Mi colpisce Adailton: solare, sempre con lo sguardo a cercare la curva dei tifosi in un ideale abbraccio. Quando le squadre rientrano negli spogliatoi per la chiamata, lo stadio è solo parzialmente riempito. Miei compagni sono degli anziani tifosi cremonesi, che tra un «vada via el cul» e l'altro attendono come me l'inizio di questo match che non doveva esserci. Sono le 16.00, agli ordini dell'arbitro Stefanini, lo spettacolo comincia.

Il Verona si schiera con Pegolo tra i pali, davanti a lui Gervasoni e Biasi centrali, con Cassani (rientrato dalla sua prima esperienza in Under 21, terza partita di questa intensa settimana!) e Bonomi sulle fasce. La linea mediana, orfana di Ita e Pulzetti, vede capitan Mazzola affiancato da Mancinelli a sinistra e Munari a destra. Davanti l'unico tridente possibile: Sforzini al centro, Iunco largo a sinsitra e Ada a destra. Pronti via ed è subito Hellas, con un tiro di Munari all'altezza del dischetto deviato in angolo e perfetto stacco di Sforzini respinto quasi sulla linea sul perfetto corner battuto da Adailton. E' il secondo minuto, e l'Hellas già appare un perfetto concentrato di intensità, tattica, freschezza atletica e coordinamento tra i reparti. Col passare dei minuti appare evidente l'imbarazzo della Cremonese, che contrappone un gioco elementare fatto di improvvise verticalizzazioni a cercare la velocità di Job e l'esperienza di bomber Prisciandaro, ben controllati da un Bonomi veloce, sempre in anticipo e reattivo e un Gervasoni in grande spolvero. Munari e Mancinelli macinano chilometri, aggredendo tutto quello che passa dalle loro parti, recuperando palloni su palloni senza sprecarne, capitan Mazzola dirige. Il Verona è guardingo all'inizio, studia l'avversario, lo irretisce con una fitta ragnatela di passaggi e precisi e improvvisi cambi di gioco verso Ada e Iunco o a cercare la sponda si Sforzini. I cremonesi corrono, si stancano a rincorrere il pallone che giocato dai nostri corre veloce da una parte all'altra del campo. Si ha l'impressione netta di un Verona attento, che aspetta il momento giusto per colpire. Al 15' finisce la partita di Iunco, sull'azione successiva a un'uscita suicida di Pegolo con salvataggio in extremis di Gervasoni. Entra al suo posto Rantier e l'Hellas guadagna ulteriormente metri in avanti. Intorno alla mezz'ora la svolta della gara: perfetto scambio Sforzini-Adailton, Ada vince un rimpallo, rientra verso il cento e lascia partire un sinistro da fuori area che si infila all'incrocio opposto lasciando immobile Mondini. Cremonese 0- Hellas 1, stadio Zini ammutolito e tifosi gialloblù in tripudio. Il gol disorienta ancora di più i giocatori grigiorossi: un minuto dopo perfetto lancio al centro dell'area per Sforzini, che controlla di petto e viene steso dal suo marcatore diretto: il rigore è netto per tutti, anche per il pubblico cremonese, ma non per l'arbitro Stefanini. Il primo tempo finisce qui.

L'inizio del secondo tempo vede una Cremonese rabbiosa, evidentemente strigliata a dovere da Mister Roselli nello spogliatoio. Qui entra in gioco la difesa dell'Hellas, e si attende la prova del nove. Riusciranno i nostri eroi a resistere? E' questa la nota più positiva della giornata. I quattro difensori e Pegolo, sbandano, sbuffano ma non cedono. Reattivi, veloci, attenti, respingono i confusi attacchi cremonesi. Bomber Prisciandaro e i suoi compagni di reparto ci provano, ma finiscono sempre in fuorigioco (perfetta la nostra retroguardia nell'applicazione della tattica) e quando i palloni passano ci pensa Pegolo, scattante, perfetto in presa e grintoso. Il primo quarto d'ora passa tutto nella metà campo dell'Hellas, ma la nostra difesa ne esce indenne, con eleganza, senza sprecare palloni (pochissime le spazzate). Veloce Biasi, implacabile Gervasoni, Cassani in crescita che porta palloni su palloni fuori dall'area verso il centrocampo e Bonomi che conferma le buone sensazioni dei primi 45 minuti. Al 15' esce per infortunio il nostro fluidificante di sinistra, entra Teodorani e la musica non cambia. Anzi il buon Carlo arrichisce ancora di più il reparto con la sua esperienza e forza fisica, completamente rigenerato da Ficcadenti è il Jolly che può giocare dappertutto. Finita la sfuriata confusa degli avanti grigiorossi, torna in cattedra il centrocampo veronese, che torna a fare filtro e proporre trame di gioco per Sforzini (vistosamente calato nel secondo tempo), un velocissimo Rantier e un Adailton che incanta, tra dribbling che sembrano passi di samba, passaggi precisi e colpi di tacco. Al ventesimo l'azione più bella della partita: palla a Cassani che dà a Mazzola, da questo a Mancinelli. Mancinelli fa un passo, alza la testa e taglia rasoterra per Adailton che stoppa, rientra verso al centro e fa partire un tiro tagliato verso il palo opposto e solo un grande Mondini evita la doppietta. Da qui in avanti c'è solo Verona. Il raddoppio arriva con un perfetto lancio di Munari, velo di Sforzini per Adailton appostato sul secondo palo che colpisce in perfetta solitudine. Colpo di testa preciso, palla che sbatte sul palo opposto e si infila. E' la fine della gara, il popolo gialloblù è in festa e si unisce alla squadra in un simbolico abbraccio sotto la curva. Gli ultimi minuti vedono il Verona controllare senza affanni il risultato, con Rantier che cerca insistentemente il primo gol in gialloblù, sbagliando alcune facili occasioni. L'arbitro fischia la fine, i tifosi grigiorossi mestamente lasciano lo stadio, mentre la truppa di Ficcadenti riceve il meritato applauso della curva.

Pagelle

Pegolo 6.5: in un pomeriggio tutto sommato tranquillo, si conferma portiere tranquillo, da categoria superiore. Urla quando deve urlare, si fa beffe degli sfottò della curva cremonese e detta i tempi della manovra con precisi rilanci per i centrocampisti.
Cassani 7: evidentemente affaticato nel primo tempo, cresce alla grande nella ripresa, in cui domina la fascia destra con iniziative continue e cross precisi. Un punto di riferimento importante, un difensore di fascia moderno e sicuro, affidabile.
Biasi 7: è l'uomo che regge maggiormente lo sforzo della retroguardia gialloblù all'inizio della ripresa. Non sbaglia niente e dà sicurezza ai compagni di reparto nel momento più difficile.
Gervasoni 7: grande affiatamento con il compagno Biasi, è incaricato da mister Ficcadenti di controllare l'uomo più temuto dell'attacco avversario, Prisciandaro, che non tocca praticamente palla. Un difensore che è cresciuto molto, diventando punto di riferimento insostituibile.
Bonomi 7: è una delle scoperte di giornata. Dal fisico asciutto e agile, è un difensore velocissimo, che gioca sempre in anticipo. Sicuramente meno efficace di Dossena in fase offensiva, ma puntello insuperabile in fase difensiva. Peccato per l'infortunio, speriamo non sia nulla di grave.
15 s.t. Teodorani 6.5: Mezz'ora di grande intensità, entrato a freddo per sostituire Bonomi infortunato, conferma quanto di buono ha fatto vedere in questo inizio di stagione, quella della sua rinascita. Sicuro e preciso nel fermare i giocatori avversari, veloce reattivo e prezioso negli appogi. L'ennesimo giocatore rinvigorito da Ficcadenti.
Munari 7.5: un gigante, ricorda il Cassetti di Malesani. Non si contano i palloni, recuperati, di testa, piede, petto. Ringhioso e cattivo, furbo quando deve fare fallo per interrompere l'azione avversaria. Piedi buoni, lanci precisi e visione di gioco, dribbling secco. Nonostante la giovane età, un acquisto prezioso.
Mancinelli 8: si divide con Ada il titolo di migliore in campo. Per tutti i novanta minuti contrasta, dribbla, rilancia l'azione, si propone in avanti e offre preziosi appoggi ai compagni d'attacco. Sempre lucido, non spreca palloni fornendo un valido aiuto in fase difensiva e offensiva. Non si era capita la sua cessione al Vicenza, si è capito perchè Ficcadenti lo abbia rivoluto indietro.
Mazzola 7: è passato dal centrocampo acquoso della seconda parte dello scorso campionato a un reparto completo e affidabile (e mancavano Pulzetti e Italiano!), in cui si vede che si trova benissimo. Non deve più rincorrere gli avversari (a questo ci pensano i più giovani compagni) e può dedicarsi a quello che sa fare meglio, dettare i tempi della manovra, rilanciare l'azione quando necessario e rallentarla quando serve. Tanto raziocinio al servizio della squadra.
Iunco S.V.: non fa in tempo a scaldarsi che deve uscire in barella per infortunio. Auguri Mino!
Rantier 6.5: entra al posto di Iunco e si conferma punta esterna di valore: dribbling secco, progressione rapida, visione di gioco. Unica pecca, comprensibile, la voglia di strafare. Se ragionasse di più, sarebbe un campione: ma c'è tempo. Mezzo voto in meno per il gol che si mangia solo davanti a Mondini, un gol cercato e voluto che non è arrivato. Andrà meglio alla prossima.
Sforzini 5.5: è difficile trovare un peggiore in campo in una gara come quella di ieri. Ma l'insufficienza è uno sprone a fare meglio per questo gigantesco attacante che è già entrato comunque nel cuore dei tifosi. Nel primo tempo non demerita, va vicino al gol di testa e si procura l'ennesimo rigore non dato. Nella ripresa è impacciato, lento nei movimenti e Ficcadenti giustamente lo sostituisce nel finale. E' ancora inesperto nei meccanismi della serie B, ma può e deve crescere.
Adailton 8: che dire del grande Ada! E' in forma Ada, se continua così ci divertiremo: due gol capolavoro, passaggi filtranti, visione di gioco, dribbling felpati, colpi di tacco. E' il valore aggiunto di questo Hellas orfano di Italiano. Si vede che negli schemi di Ficcadenti si trova a meraviglia, il feeling con il pubblico poi è indescrivibile. Ada cerca sempre la curva, ricambia gli incitamenti degli spettatori salutandoli prima di battere i corner. A fine partita è il primo ad accogliere l'abbraccio del popolo gialloblù, regala la maglia a un tifoso. E' la bandiera di questo Hellas, deve rimanere gialloblù a vita.
Ficcadenti 8: semplicemente Perfetto! Squadra tatticamente e tecnicamente precisa, vince nettamente il duello con l'emergente Roselli, tecnico vincente ma incapace ieri di trovare contromosse valide. Il Ficca è sempre in movimento a guidare dalla panchina i suoi ragazzi, azzecca tutti i cambi e gestisce perfettamente le risorsa a disposizione. A fine gara va a ricevere i meritati ringraziamenti dei tifosi. Un tecnico preparato e grintoso, amato da Verona e che ama Verona.

I Tifosi 8: costanti nell'incitamento, dall'inizio alla fine della gara, si sentono solo i butei gialloblù. Cori ironici, allegri, sempre diversi, un feeling tutto particolare con la squadra. bellissimo l'abbraccio con i ragazzi dopo il secondo gol di Ada. Qualche giornalista ha voluto sottolineare i cori razzisti all'indirizzo di Job al momento della sua uscita dal campo. Ci sono stati, per alcuni secondi dei buh di qualcuno, assolutamente coperti dagli incitamenti degli altri. Nessuno li ha avvertiti nello stadio, nè i tifosi della Cremonese, nè probabilmente Job. Solo i giornalisti hanno voluto rimarcare un fatto marginale in una bellissima festa di sport. Purtroppo, però, la cassa di risonanza offerta da questi ultimi è maggiore di quella che può offrire un povero tifoso in trasferta. Quindi siamo a rischio squalifica Bentegodi: un monito a noi come tifoseria per crescere ulteriormente, senza perdere le nostre peculiarità, ma lasciando perdere questi tratti che vengono costantemente ingigantiti dalla stampa becera e di basso profilo che abbiamo qui in Italia. Un invito a quest'ultima: onestamente, credo che sia ora di finirla con questo accanimento nei confronti dei sostenitori gialloblù, altrove accadono episodi molto più gravi che passano per legittime rivendicazioni di grandi piazze che non meritano di essere retrocesse perchè non rispettano la legislazione italiana o non accettano un presidente che lecitamente acquista una squadra.



Hellastory, 11/09/2005

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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