Finalmente anche per quest'anno abbiamo superato questa scocciatura immane della stracittadina contro la squadra di quartiere.

La partita, calcisticamente piacevole, è finita con un risultato quasi scontato. Un 2-2 che sulla carta non dovrebbe lasciare ne vinti ne vincitori ed accontentare tutti.

Ma siamo sicuri che sia veramente così? Val la pena farci qualche ragionamento sopra.

Se guardiamo al lato puramente sportivo la partita era una di quelle da vincere a tutti i costi. In effetti così è stato: i giocatori in campo hanno dato l'anima, idem gli allenatori. Tutti volevano portarsi a casa questo piccolo trofeo stagionale. Anche per i tifosi era ovviamente importante la vittoria, così come è importante sempre, tutte le volte che si scende in campo.

Tuttavia se si vuol parlar di derby, di stracittadina, di come diavolo la volete chiamare, allora dobbiamo chiederci anche se questa partita (e quella dell'andata) risponde precisamente ai requisiti preposti.

“Serve per determinare chi è la squadra 'regina' della città?"

Se ci poniamo in questi termini dobbiamo partire dal presupposto che entrambe le squadre debbano dimostrare qualcosa alla parte avversa.

Ad esempio, mettiamo il caso che una delle due squadre abbia meno seguito dell'altra, in rapporto magari 1 a 10, abbia meno blasone perché non ha mai vinto nulla di nulla, sia oramai poco considerata in città e non riscuota più molto interesse da parte degli sponsor. Ci aggiungiamo anche una identità povera, sradicata dal contesto paesano in cui è nata, con simboli, colori e parte del nome appiccicati sopra solo come manovra di marketing e non frutto di una evoluzione storica e naturale. Magari anche qualche guaio con la giustizia sportiva tra deferimenti per illeciti sportivi e calcioscommesse sempre dietro l'angolo!

Ecco, dicevamo, questa si che sarebbe una squadra per cui il derby può contare veramente tanto.

Vincere una partita del genere può per loro salvare veramente una stagione e darvi un senso. La vittoria verrebbe vista come un affrancamento nei confronti non solo dell'altra squadra ma anche di una città che alla fine si è scoperta così fredda e distaccata: “avete visto che abbiamo vinto nonostante siamo piccoli e neri?”, per dirla alla Calimero.

Un pareggio invece no, non affranca per niente, non ti dà quel sentore di superiorità, seppur effimera, legata solo al risultato sportivo. Il pareggio lascia le cose come stanno, cioè profondamente sbilanciate.

Poniamoci ora nel punto di vista dell'altra squadra, quella con la storia, con il blasone, quella che nonostante anni e anni di inferno di B e di C ha mantenuto viva la passione grazie ai tifosi sempre numerosissimi, soverchiando in ogni occasione l'altra realtà cittadina che pur navigava in serie A.

Allora ditemi, cosa dovrebbe dimostrare questa squadra e soprattutto a chi dovrebbe dimostrare cosa?

Se esistessero due squadre così in Italia, nella stessa città e io fossi tifoso della seconda squadra non mi sentirei per nulla attratto da una stracittadina e la vedrei solo come una scocciatura evitabilissima.

Vi svelo ora un segreto: le due squadre in questione esistono eccome e sono esattamente come negli esempi fatti (ma va?). Quella con tanto seguito e tanta storia è tornata nella stessa categoria dell'altra e il confronto è veramente impari. Solo a livello sportivo al momento c'è un minimo di competizione: il Chievo è ora davanti di 1 punto e rischia di finire la stagione qualche posizione sopra il Verona. Tuttavia entrambe sono salve e all'orizzonte non c'è nulla al momento che possa scardinare gli equilibri delle due realtà. Non ci sono tifosi che aumentano o diminuiscono, non ci sono nuovi mirabolanti trofei da mettere in bacheca, la storia poi è sempre quella per entrambe e non sarà un dodicesimo posto piuttosto che un quattordicesimo a variarla.

Va da sé allora che un derby per il Verona vale quel che vale mentre per il Chievo vale enormemente. Un derby insensato, tanto quanto quello tra il Red Bull New York e il neonato New York FC!

Un derby che per il Verona varrà tantissimo solo in una occasione: quando il Chievo sarà pericolante e ci sarà l'occasione di dar loro la spinta definitiva verso l'inesorabile declino.

Paura che succeda il contrario in futuro? No. Tanto noi cadiamo sempre in piedi. Saremo sempre tantissimi e avremo sempre un 51esimo minuto di maggio in cui ricordare un epico Scudetto.

Loro no.

Allora, di costa stiamo parlando?

Valeriano