sabato 20, h 20:45  

HELLAS VERONA

1
UDINESE0

PROSSIMO IMPEGNO
  sabato 27, h 20:45  
LAZIO 

HELLAS VERONA

 
Hellas Verona english presentation

HELLAS VERONA / Le Ultimissime

IL CALCIO (E LE FIGU) AL TEMPO DI TWITTER


IL CALCIO (E LE FIGU) AL TEMPO DI TWITTER

Non è mai troppo tardi per una prima volta. Ad esempio, i professionisti dell'informazione locale ci hanno riferito che il Verona, qualche settimana fa, è emigrato per la prima volta nella sua storia a giocare in Sudamerica. Prima volta nella sua storia del Terzo Millennio, si capisce.
Allo stesso modo, alla tenera età di 40 anni, lo scorso inverno ho infranto un tabù e ho comprato la mia prima bustina di figurine Panini. I miei genitori, forse annusando una mia insana voracità per tutto quello che riguardava il gioco del pallone, quando ero un imberbe mi avevano promesso solenni punizioni nel caso mi fossi azzardato a comprare le figurine. Temevano che avrei dilapidato in pochi giorni l'eredità del trisavolo, se mai ci fosse stata un'eredità. In casa mia non mancavano fumetti e palloni di tutte le razze, che schiantavo nel roseto di mia nonna al ritmo di uno alla settimana, ma le figurine non si potevano comprare. Così, in mancanza di quelle poche centinaia di lire necessarie, mi arrangiai con la fantasia e cominciai, in tenera età, un poco edificante baratto con alcuni compagni di classe: facevo copiare i compiti a casa in cambio delle loro figurine doppie. Nel 1984-85, la stagione nella quale il Verona vinse lo scudetto, arrivai, grazie ad un eccellente “sinergia” (termine senza il quale sembra che non si possa parlare di calcio) fra espressioni matematiche e analisi logiche, a completare la raccolta, eccezion fatta per qualche pezzo raro.
Di quella edizione delle Panini, che ho conservato sebbene parzialmente smembrata (le figurine gialloblu sono finite nelle avide mani dello staff di Hellastory), ho due vividi ricordi: il buon odore di colla e la figurina di Vito Chimenti, attaccante del Taranto militante in serie B che entrava a malapena nel rettangolo della fotografia. Per chi, come me, il lunedì pomeriggio guardava sulle reti Rai programmi tipo C siamo o A tutta B, Vito Chimenti era semplicemente l'uomo delle punizioni. No, non quelle solenni che minacciavano i miei genitori in caso di sperpero di denaro familiare per le figurine. Intendo dire i calci di punizione. Proiettili scagliati da fermo in modo inaudito, che aprivano le barriere come Mosè apriva le acque del Tigri e dell'Eufrate (o era il Nilo?). Faticavo peraltro ad immaginare quale altra funzione e mobilità potesse avere in campo un uomo che, a stimare dalla figurina Panini, poteva pesare circa un quintale, più altri 10 chili di baffi da guerrigliero andino.

IL CALCIO (E LE FIGU) AL TEMPO DI TWITTER

Quasi trent'anni dopo, come dicevo, ho finalmente comperato la mia prima bustina, impegnando in edicola più o meno il capitale normalmente necessario per noleggiare il carrello della spesa: 70 centesimi per 6 figurine. La prima amara sorpresa è stata scoprire che le figurine non odorano più di colla ma sono assolutamente inodori. La seconda sorpresa, anch'essa non gradita, è stato lo stucchevole eccesso di informazioni sulle figurine: in alto a destra, squadra e simbolo, in alto a sinistra i trofei nel palmares personale, e in basso, oltre al nome, compaiono il luogo e la data di nascita, l'altezza, il peso, il ruolo, il numero di maglia, la federazione calcistica di appartenenza e – udite udite – l'indirizzo twitter. Inutile dire che, appena aperta la prima bustina ed estratta la prima figu, mi sono dovuto trattenere dallo scrivere subito a @Rolly1983, ovvero Rolando Bianchi di Lovere (BG), attaccante del Bologna di 188 cm e 75 Kg, per chiedergli se per caso poteva comunicarmi anche il suo numero di scarpe. Se proprio devo essere sincero, non mi sarebbe dispiaciuto vedere sulla già citata figurina 1984-85 di Vito Chimenti il peso del prode attaccante. Sapere invece che Nicolas Spolli pesa 90 kg mentre Pasquale Schiattarella pesa meno della mia segretaria, beh, non mi cambia proprio la vita. Anzi, devo ammetterlo: tutte queste informazioni mi disturbano. Più che figurine Panini sembrano un monumento alla ridondanza. So perfettamente che sono discorsi retorici da vecchio nostalgico, ma quanto erano belle le figurine con solo lo stemma della squadra e il nome del calciatore? A proposito dei nostri gialloblu, di Romulo sappiamo quindi peso, altezza, forse anche il piatto preferito, ma non il nome. “Romulo” non vi pare un po' troppo stringato? Semplicemente Romulo, come se fosse un vicino di casa? Nel 1985-86 Edinho era Edino Nazareth Filho, Junior era Leogevildo Lins Gama, perché Romulo non può – o deve – essere anche Souza Oreste Caldeira?

Magari potremmo chiederglielo su twitter, per chi ha la pazienza di farlo. Valeriano, nel suo recente flashback su Verona – Napoli, ricordava quanto poteva essere emozionante aprire il pacchetto delle figurine e trovarci i propri idoli, in modo particolare gli stranieri. La figurina di Elkjaer con cui riempire tutto l'album Panini. Era un approccio al calcio di tipo del tutto diverso, e non solo perché all'epoca c'erano solo due stranieri per squadra mentre adesso, se va bene, ci sono solo due italiani. I calciatori, all'epoca, li percepivamo pressoché come miti inarrivabili, che potevamo vedere sull'album Panini, nei filmati di 90° minuto, allo stadio e, se andava di lusso, potevamo incrociare in centro a Verona con deferente sudditanza in cerca di un autografo. Oggi i calciatori li puoi addirittura contattare via twitter, e mi scuseranno i vari Martinho, Moras e Iturbe se non riuscirò mai ad appassionarmi ad una sola cosa di quello che scrivono. Li inciterò in campo ad ogni sgroppata e ad ogni tackle, ma non chiedetemi di schierarmi con loro su un social network. Nemmeno quando hanno ragione: difficile dare torto a Iturbe se pensa che il rigore concesso alla Lazio a tempo scaduto sia una “vergogna”, tuttavia sono del parere che un calciatore dovrebbe astenersi dal commentare l'operato arbitrale. Per questo tipo di commento difatti esiste – o dovrebbe esistere - la società. A meno che “vergognoso” non fosse riferito al collega Klose, a maggio apprezzato tuffatore in area del Verona, a luglio recordman di reti segnate ai Mondiali di calcio. Klose è davvero fortunato: se avesse avuto un allenatore come Prandelli, con il codice etico non sarebbe nemmeno stato convocato a causa del suo simulato collasso in area di rigore. Oppure sarebbe stato capitano inamovibile e fulgido esempio per i posteri, non è dato di sapere, tanto il codice etico azzurro era elastico e multiforme. In ogni caso, non mi abituerò mai al calciatore che naviga sui social forum e posta le foto dell'aeroporto o del Vaticano. Così come non mi abituerò alle telecamere di Sky che scendono negli spogliatoi (senza nemmeno farci sentire l'odore di canfora), o nel tunnel dello stadio per vedere che l'arbitro Bergonzi bacia affettuosamente Montolivo prima di Milan – Verona, mentre sembra ignorare del tutto chi sia Maietta, cui nemmeno rivolge la parola. Fateci almeno cullare l'illusione che si entri in campo alla pari! Nel mio immaginario il calciatore è quello che la domenica (d'accordo, talvolta anche il lunedì alle 19 o il venerdì a colazione, a seconda di cosa si inventano le pay-TV) suda dentro una maglia gialloblu inseguendo palla, avversari, e la gloria imperitura di un tiro formidabile all'incrocio. Se poi tiene per sé i suoi pensieri o, come Antonio Elia Acerbis, non rilascia nemmeno un'intervista, lo apprezzo ancora di più. Lo scorso campionato non si era ancora calciato un pallone ufficiale che già la stampa sproloquiava dietro al primo ispiratissimo tweet del bresciano Balotelli prima di Verona – Milan. Per non parlare di Icardi e Wanda Nara, del fratello di Chiellini e di tutte le altre sciocchezze via etere che aiutano a riempire i giornali. Non c'è nulla di male, ci mancherebbe, non siamo più così innocenti e non ci scandalizziamo certo per la ricerca ossessiva della notizia sensazionale sul nulla. Tuttavia sappiamo ormai troppo dei calciatori e, a meno che non indossino la maglia dell'Hellas, non riusciamo a sopportare i loro comportamenti e le loro esternazioni, dentro e fuori dal campo. E' anche per questo, credo, che molti si sono disaffezionati alla Nazionale. La squadra che vinse nel 1982 era imbottita di juventini, ma era difficile non avere rispetto per gente come Scirea e Zoff. Grazie anche al silenzio stampa non sapevamo minimamente se i convocati al Mundial di Spagna si considerassero esseri superiori alla media oppure, con più senso civico, uomini un po' più fortunati dei comuni mortali per il fatto di poter vivere molto degnamente tirando calci ad un pallone. Non so voi, ma io, se ripenso a Zoff che alza la Coppa del Mondo, sorrido tuttora. Se invece ripenso a Cannavaro edizione 2006, 32 denti da pubblicità belli in mostra, un contratto con il Real firmato 10 minuti dopo la sentenza che retrocedeva in B la Juventus cui aveva giurato amore eterno 15 minuti prima, e una conferenza stampa in Germania dove aveva proposto la beatificazione di Moggi, devo deglutire un po'. Sul volo di ritorno da Madrid, il CT Bearzot, Causio e Zoff giocavano a carte con Pertini. Sul volo di ritorno dal Brasile, indipendentemente dal pessimo risultato sportivo e dal poco edificante scaricabarile che ne è seguito, c'erano sicuramente 23 cuffiette con musica a palla. E non credo che dipendesse solo dal fatto che Napolitano non viaggiava con la comitiva azzurra.

IL CALCIO (E LE FIGU) AL TEMPO DI TWITTER

Anche i Mondiali hanno il loro album Panini e, rotto il ghiaccio, ho sperperato qualche altro euro acquistando le pubblicazioni settimanali della Gazzetta dello Sport con i vecchi album Panini. Dove si possono ammirare, decenni dopo, le improponibili acconciature dei giocatori messicani in Argentina ‘78 (spettacolare Leonardo Cuellar) o le fluenti chiome di molti dei protagonisti di Germania ‘74. Inguardabile la figurina edizione ‘74– pubblicata a posteriori - di Wlade Zmuda, futuro gialloblu.
Da notare che al Mondiale del ‘74 presero parte, oltre a Zmuda, anche altri due giocatori stranieri che sarebbero arrivati a Verona solo negli anni Ottanta: Joe Jordan e Dirceu. Nella nazionale azzurra militavano invece i futuri gialloblu Boninsegna e Spinosi. Niente in confronto ai “numeri” del 2006, quando presero parte alla spedizione italiana 5 ex gialloblu (Oddo, Camoranesi, Inzaghi, Peruzzi e Gilardino) e un futuro gialloblu, Luca Toni.

La storia delle figurine dei Mondiali è fatta anche di assenti più o meno illustri. Ad esempio, sull'album Panini del Mondiale brasiliano sono state pubblicate le figurine degli assenti azzurri Giuseppe “Pepito” Rossi e Alberto Gilardino. Come peraltro, nel 1982, fra le figurine dei Mondiali era inserito Roberto Pruzzo, probabilmente l'uomo più snobbato da Bearzot.
Chissà, magari se all'epoca ci fosse già stato twitter, Pruzzo avrebbe “incendiato” il clima con un tweet alla notizia della convocazione di Selvaggi. Invece non sapremo mai cosa ne pensò e, francamente, il calcio mi piace di più da ignorante.

Paolo



Hellastory, 15/07/2014

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Udinese?



H.Verona    Udinese


Bonazzoli F.

Cabal J.

Centonze F.

Coppola D.

Duda O.

Folorunsho M.

Lazovic D.

Magnani G.

Mitrovic S.

Montipò L.

Noslin T.

Serdar S.

Silva D.

Suslov T.

Swiderski K.

Vinagre R.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




Devi essere iscritto per visualizzare i dati dell'Almanacco del giorno
Username
Password
 
[Registrati]






HELLASTORY.net è online dall'11 maggio 2001 ( 8386 giorni)
Ogni contenuto è liberamente riproducibile con l'obbligo di citare la fonte.
Per qualunque informazione contattateci.
Leggi la nostra Informativa Privacy.
[www.hellastory.net] - {ts '2024-04-25 16:25:05'} - {ts '2024-04-25 23:25:05'} [browser]


191119121913191419151919192019211922192319241925192619271928192919301931193219331934193519361937193819391940194119421943194419451946194719481949195019511952195319541955195619571958195919601961196219631964196519661967196819691970197119721973197419751976197719781979198019811982198319841985198619871988198919901991199219931994199519961997199819992000200120022003200420052006200720082009201020112012201320142015201620172018201920202021202220232024