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PROSSIMO IMPEGNO
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UN BUON INIZIO. Era il 23 giugno quando Maurizio Setti, imprenditore carpigiano attivo nel settore dell'abbigliamento poco conosciuto negli ambienti veronesi, annunciava ufficialmente l'acquisizione del controllo (80% delle quote) dell'Hellas Verona, assumendone la carica di presidente. Da allora sono passati quasi due mesi: un lasso di tempo decisamente modesto per fare anche solo un primo bilancio della sua gestione, ma quantomeno utile per capirne e valutarne le principali modalità di azione. In questo senso, il nuovo presidente gialloblu ha dimostrato sin da subito idee molto chiare e grande dinamicità, avviando nel giro di poche settimana una profonda ristrutturazione della società scaligera:
Una tale quantità e qualità di iniziative concentrate in pochissime settimane di lavoro, è stata finora ampiamente apprezzata dal pubblico gialloblu, che ha ripagato gli sforzi della nuova società vincendo lo scetticismo iniziale e partecipando numerosamente alla campagna abbonamenti (a metà agosto il numero di tessere sottoscritte ha già eguagliato quello totale dello scorso anno, anche se la corsa agli abbonamenti ha subìto un significativo rallentamento a seguito dell'esaurimento delle tessere della Curva); parlar male di Setti appare ad oggi davvero difficile, e anche se vi sono ancora alcuni aspetti poco conosciuti del patron gialloblu, l'ottimismo sembra l'opzione più ragionevole.
POCHI SOLDI MA TANTE IDEE: STORIA DI UN SELF-MADE MAN. Ma chi è Maurizio Setti? Di lui, qualcosa già si è letto sui giornali. La sua è la storia di un self-made man cresciuto nell'ambito del distretto della maglieria carpigiano degli anni Novanta, di un magazziniere ventiseienne che nel 1989 decide di mettersi in proprio, dimostrando nel tempo un ottimo fiuto imprenditoriale e grande capacità di rinnovarsi. Iniziata l'attività come terzista, Setti ha reagito alla crisi del settore di metà anni Novanta puntando sul primo marchio proprio, EGò ed andando a proporlo alle catene come Camaieux e Promod; quindi, ottenendo da questo business una marginalità troppo bassa, ha acquisito la collezione Manila Grace da un'altra azienda in difficoltà ed ha concentrato tutti gli sforzi sullo sviluppo del marchio. Da quel momento Setti ha spiccato il volo creando due aziende: una con Alessia Santi, la Manila Grace, per la distribuzione dei prodotti con marchio omonimo e l'altra, la Antress Industry, con Sonia De Nisco, produttrice e distributrice degli altri marchi (con tessitura interna). Le due aziende sono state quindi fuse nel corso del 2011, dando vita ad un'unica grande società (la Antress) che ha accentrato il core business del gruppo (Setti nel frattempo ha investito anche lungo tutta la filiera). Buona parte del successo del gruppo è dovuta alla distribuzione capillare prevalentemente sul mercato italiano di prodotti con target femminile giovane appena sotto le griffe e con prezzi relativamente contenuti, ma per il futuro l'azienda sta puntando sull'internazionalizzazione (soprattutto Cina, Europa e Russia) e sulla diversificazione, potenziando il settore degli accessori.
Di Setti si conosce inoltre la passione per lo sport: nel 2007 ha legato il marchio E-gò alla pallavolo femminile carpigiana portandola fino in serie A2 nell'estate del 2009. Anno in cui è sbocciato l'amore per il calcio con l'ingresso nel Carpi FC, condotto in qualità di socio alla promozione in C2 prima di passare la mano per il grande salto: la serie A. Da febbraio 2011, Setti è infatti stato il vicepresidente del Bologna FC, dove ha partecipato ad un progetto di «azionariato imprenditoriale» sulla stregua di quello che aveva già vissuto nel Carpi, fino ad arrivare al giugno 2012, quando per lui si è concretizzata la possibilità di rilevare la maggioranza dell'Hellas Verona e di diventarne così il presidente (sbarazzandosi ovviamente delle quote del club emiliano).
Queste in breve le notizie rintracciabili su Internet relativamente al nuovo patron gialloblu, frutto probabilmente di fonti giornalistiche disinteressate ma sempre sospette dello zampino di qualche ufficio stampa compiacente. Per avere delle informazioni di prima mano, ed ottenere così degli elementi in più al fine di valutare le reali potenzialità economiche di Setti, abbiamo però deciso di fare una nostra indagine, scaricando direttamente dalla camera di commercio l'elenco degli incarichi da amministratore rivestiti da Setti e ricostruendo quindi la struttura delle società di sua proprietà.
Società | Settore di operatività | Incarico |
MOULIN ROUGE SPA | Holding | Amministratore Unico |
ANTRESS INDUSTRY SPA | Abbigliamento | Consigliere |
BOLOGNA 2010 SPA | Merchant Bank | Consigliere |
TEX-SPREAD SRL | Fabbricazine tessuti | Amministratore Unico |
SFINGE SRL | Immobiliare | Amministratore Unico |
MURALES SRL | Immobiliare | Amministratore Unico |
MAS IMMOBILIARE SRL | Immobiliare | Consigliere |
HELLAS VERONA FC SPA | Calcio | Presidente |
Setti risulta presidente del CdA della Antress Industry SpA (di cui si è detto sopra), nonchè amministratore unico della Moulin Rouge SpA (la holding del gruppo, di cui è proprietario delle quote di maggioranza relativa), della Tex-Spread Srl (che si occupa di produzione di tessuti, attività accessoria per il business della Antress), e di due società immobiliari (la Sfinge Srl e la Murales Srl), nelle quali si concentrano con tutta probabilità gli investimenti personali e/o nei negozi monomarca del gruppo.
Società | % Interessenza |
MOULIN ROUGE SPA | holding partecipata da Setti, De Nisco e Santi |
ANTRESS INDUSTRY SPA | controllata al 100% da Moulin Rouge SpA |
SIMPLE'S SRL | controllata al 100% da Antress Industry SpA |
ROOM 20 SRL | controllata al 100% da Antress Industry SpA |
Per valutare la consistenza economica e patrimoniale del gruppo abbiamo quindi ottenuto i bilanci 2010 e 2011 delle 2 principali società (Antress e Manila Grace, la quale, come si è detto, è stata fusa nella stessa Antress nel corso del 2011), di cui di seguito si sono riportati i dati.
DATI PATRIMONIALI | 2008* | 2009* | 2010* | 2011 |
ATTIVO | non disp. | 27.495 | 42.913 | 44.494 |
PATRIMONIO NETTO | non disp. | 1.962 | 3.412 | 8.125 |
PASSIVO | non disp. | 25.533 | 39.501 | 36.369 |
DATI ECONOMICI | 2008* | 2009* | 2010* | 2011 |
VALORE DELLA PRODUZIONE | 31.203 | 37.836 | 57.619 | 55.697 |
COSTI DELLA PRODUZIONE | 30.207 | 36.772 | 55.042 | 52.324 |
EBIT | 995 | 1.064 | 2.577 | 3.373 |
UTILE ANTE-IMPOSTE | 275 | 995 | 2.699 | 2.835 |
UTILE NETTO | non disp. | 504 | 1.780 | 1.707 |
INDICATORI DI BILANCIO | 2008* | 2009* | 2010* | 2011 |
ROS (Return on sales) | non disp. | 2,8% | 4,5% | 6,1% |
ROI (Return on investment) | non disp. | 3,9% | 6,0% | 7,6% |
ROE (Return on equity) | non disp. | 25,7% | 52,2% | 21,0% |
TASSO d'INDEBITAMENTO | non disp. | 13,01 | 11,58 | 4,48 |
Dall'analisi dei numeri in tabella si possono ricavare le seguenti principali considerazioni:
Quanto sopra riportato conferma il fatto che Setti possiede disponibilità economiche di certo non comuni, ma comunque non paragonabili a quelle di altri grandi imprenditori del calcio italiano (stile Zamparini, Dalla Valle, De Laurentiis, Garrone, Volpi ecc. per rimanere su società di medio-calibro). Si deve inoltre tener conto dell'investimento fatto per rilevare l'80% del Verona, avvenuto probabilmente a condizioni vantaggiose (considerando gli intenti e la situazione di Martinelli), ma comunque cospicuo.
Il quadro che ne esce è perfettamente coerente con quanto si è visto fino ad oggi: il calciomercato del Verona è stato infatti tra i più scoppiettanti del campionato cadetto insieme a quello dello Spezia, ma a differenza di quest'ultimo ha comportato un esborso praticamente nullo per il tesseramento dei giocatori, arrivati a Verona o da svincolati o con la formula del presito (secco o con diritto di riscatto della comproprietà; si rimanda in proposito alla tabellina relativa ai trasferimenti estivi del mercato gialloblu riportata in home-page).
UN CAMPIONATO “ALLO SCOPERTO”? Nel mondo dei mercati finanziari, colpiti negli ultimi mesi da una volatilità talvolta schizofrenica che ha penalizzato in particolare le borse dei cosiddetti paesi Piigs, si è fatto un gran parlare delle cosiddette vendite allo scoperto. Si tratta della possibilità, eticamente abbastanza riprovevole, di effettuare una vendita nei confronti di uno o più soggetti terzi, di titoli di cui non si ha la proprietà. Tali titoli, solitamente forniti da una banca o da un intermediario finanziario, al compimento dell'operazione vengono istantaneamente prestati dal loro fornitore al venditore allo scoperto, in cambio del pagamento di un interesse. Siccome l'incasso generato dalla vendita dei titoli è antecedente rispetto al momento del loro effettivo acquisto da parte del venditore, la vendita allo scoperto viene effettuata quando lo scopertista prevede che il costo della loro successiva acquisizione sul mercato (quella destinata alla ricopertura dello scoperto, cioè a rifondere il datore del prestito) sarà inferiore al prezzo precedentemente incassato. In questo caso il rendimento complessivo dell'operazione risulterà in profitto; se, al contrario, il prezzo dei titoli aumenta durante il tempo del prestito, il rendimento dell'operazione apparirà in perdita. Per tale ragione la vendita allo scoperto si effettua principalmente quando i mercati azionari si trovano in una fase discendente, ed hanno l'effetto di accentuarne la parabola recessiva; per questo motivo sono stati posti dei limiti alla loro effettuazione, sebbene alcuni economisti ne sostengano l'opportunità per i vantaggi in termini di maggior liquidità che essi garantirebbero ai mercati.
Abbiamo fatto questa stravagante premessa perché in fondo vediamo qualche analogia – sebbene non in tutti gli aspetti e con delle doverose precisazioni – tra il modus operandi del Verona e questo strumento tipico (e spregiudicato) dei mercati finanziari. In un mercato come quello calcistico afflitto da una evidente carenza di liquidità, cui non si sottrae per le ragioni citate anche il nostro Verona, l'Hellas ha allestito una squadra “allo scoperto”, ossia senza acquisire (se non in minima parte) la proprietà dei propri giocatori, e godrà degli stessi per tutto il campionato pur dovendo sborsare “solamente” il costo (rilevante) del loro prestito, ossia gli stipendi dei giocatori.
Il Verona ha infatti rafforzato la squadra a titolo gratuito nel tesseramento dei giocatori, ma ha appesantito notevolmente i propri costi di gestione per via degli ingaggi significativi necessari per far arrivare a Verona giocatori provenienti dalla massima serie.
A differenza che nei mercati finanziari, la sua “scommessa” l'Hellas la vincerà solo in caso di rialzo delle proprie quotazioni, ossia – in termini sportivi – nell'ipotesi di una promozione.
Due saranno infatti le opzioni a fine campionato:
Il paragone con le vendite allo scoperto è probabilmente un po' forzato ed irriverente ma ha il pregio di sottolineare il grado di scommessa e di rischio associato a quanto fatto finora dalla società gialloblu. Anche se la storia personale di Setti garantisce sulla serietà e l'avveddutezza del suo modo di operare, non è allora frutto del caso la battuta abbastanza perentoria che lo stesso presidente avrebbe fatto a Mandorlini nel corso del raduno (“Mister non le chiedo il primo o secondo posto, può anche arrivare terzo purché a dieci punti dalla quarta”). La promozione per il Verona sarà quest'anno una priorità non solo sportiva ma anche economica.
L'entusiamo che fin qui ha accompagnato i gialloblu è certamente apprezzabile e positivo, ma la strada per la gloria – come nel suo piccolo ha dimostrato anche l'esordio in coppa Italia con la Virtus Entella – sarà ricca di ostacoli e di rischi. Meglio averlo presente da subito, per evitare di essere colti sorpresi ed impreparati.
Enrico Tamellini
L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
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