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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

IN RITIRO CON GLI INVIATI FABIO E FLORIN

Hellastory: Le Ultimissime

IN RITIRO CON GLI INVIATI FABIO E FLORIN
IN RITIRO CON GLI INVIATI FABIO E FLORIN

Da sempre appassionato di montagna, trascorro abitualmente le mie ferie estive in Trentino. Chi ama la montagna conosce bene il verde intenso dei prati, il cielo color cobalto dell'alta quota, il grigiastro di un ghiaione o di uno sfasciume di roccia - entusiasmante da percorrere in una sfrenata discesa -, il bianco accecante di un nevaio.

Quest'anno abbiamo pensato di arricchire la nostra tavolozza coi colori che tutti amiamo, il giallo ed il blu; così giovedì 17,in occasione della prima sgambatina del Verona coi dilettanti della Val Passiria, ci siamo recati a S.Martino.
Arriviamo sotto una pioggia battente, e trovato l'albergo scambiamo subito do ciacole con un signore sull'aria che tira, ci facciamo riservare un tavolo per il pranzo e andiamo a vedere l'allenamento.
I ragazzi lavorano sodo, mister Remondina dirige con autorevolezza, coadiuvato da Luciano Bruni: che nostalgia di quei bei tempi passati (ormai trapassati).
L'impressione è di un gruppo coeso che lavora con impegno in un clima sereno.

Il bello comincia al rientro in albergo, Florin si apposta davanti all'ingresso munito di taccuino: determinato e implacabile, non se ne fa scappare uno! Autografi e foto praticamente con tutti.
A questo proposito devo dire che i giocatori sono stati molto disponibili, alcuni davvero scherzosi e simpatici. Faccio la foto anche col mister, gli raccomando l'impossibile, gli dico che siamo stufi di soffrire: «lo so, lo so», e accenna un sorriso.
Lo staff dell'albergo ci ha fatto una piccola sorpresa, ci ha spostato di tavolo vicino all'area riservata alla squadra: sopra c'è un foglietto con scritto «13:00 - Reserviert tifosi Verona».

Nel frattempo è arrivato il Conte, siede a tavola proprio di fronte a me; quante domande avrei da fargli e quante cose da dirgli...
Dopo il caffè lo sento lamentarsi coi giornalisti dell'eccessivo spazio che hanno dato alla visita del sindaco al raduno del Chievo, e dei problemi legati alla risoluzione dei casi Morante e Morabito; davvero fastidioso lo scodinzolamento di alcuni giornalisti intorno alla sua persona!
Molti giocatori ci salutano con simpatia quando si alzano per andare a prendere il caffè, ripeto: nessuno si dà arie da prima donna.

Tra una ciacola e l'altra giunge l'ora di andare alla partita, per fortuna ha smesso di piovere: ci sono un centinaio di persone, il Verona non è mai solo! Molto bene la squadra del primo tempo, trascinata da un ottimo Bellavista, grintoso e preciso; alla faccia dell'amichevole, ci mette sempre la gamba, infonde coraggio e determinazione. Decisamente inferiore la ripresa, eccezion fatta per Tiboni e soprattutto per Dianda, visibilmente dotato di buona tecnica individuale, anche se piuttosto egoista. Scapini delude, soprattutto quando sbaglia un gol già fatto.

Dopo la partita, «introdotto» dall'amico Massimiliano (ciao e ancora grazie!), ho occasione di scambiare due parole coi «senatori» Corrent, Sibilano e Bellavista (quest'ultimo mi fa vedere il braccio tatuato dopo il play-out a Busto); l'attaccamento di costoro ai colori gialloblù mi sembra davvero evidente; con la loro esperienza, insieme al tecnico, potrebbero forse trasmettere la giusta carica e le giuste motivazioni ai tanti «pulcini» che razzolano nel nuovo Verona! Speriamo, speriamo davvero...

E' ora di ripartire, lasciamo la squadra in relax nella veranda dell'albergo; Florin chiede l'autografo a Caverzan (gli era sfuggito!), mentre i giocatori intonano lo scherzoso coretto d'incitamento.
Si respira un'aria distesa, verrebbe voglia di dire di festa; ma la piazza preme, i tifosi vogliono risultati: di questo mi sono sembrati tutti molto consapevoli, compresi i ragazzini che non hanno certo responsabilità di quanto accaduto, e che hanno allo stesso tempo un'occasione importante di vestire una maglia prestigiosa.

Ma non è ancora finita! Tra i mugugni di mia moglie (povera donna!), decidiamo di andare tre giorni dopo a Bolzano a vedere l'amichevole con la Fiorentina. Ancora ottima la prova di Tiboni e Bellavista, molto bene Anaclerio (punta l'uomo e si produce in qualche buon dribbling), Campagna spinge bene sulla fascia destra e lo stesso fa Moracci sulla fascia opposta. Interessante il continuo movimento in area di Girardi che sfiora subito il gol del pareggio: centravanti classico, ho avuto l'impressione che, adeguatamente servito, potrebbe risolverci parecchi problemi.

Franzese (simpaticissimo ragazzo), compie diversi interventi determinanti, Dianda fa vedere qualche altro tocco di buona classe.
Ineludibile una citazione per il giovane Castellan, freddo a dribblare il portiere viola e a depositare il pallone nel sacco!
Sicuramente la Fiorentina non si è dannata l'anima per batterci, ma comunque il Verona ha dato una buona impressione di compattezza ed ha operato una buona iniezione di fiducia.. per tutti!

Non pesa affatto arrivare allo stadio fradici zuppi, sotto un autentico nubifragio, se in quello stadio gioca l'Hellas Verona.
Sì, perchè senti i butei che canta a trecento metri di distanza, e allora cominci a cantare anche tu! E tutto il resto è noia.

Fabio e Florin



Hellastory, 30/07/2008

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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