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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

QUANDO MARANGON (NON) MANDO' IN SERIE B IL MILAN

Lo scorso campionato in molti, noi tifosi compresi, si sono interrogati sull'opportunità di far scendere in campo Miguel Veloso nell'ultima partita di campionato contro il Genoa in cerca di punti salvezza. Questione di opportunità che si poteva porre non perché Veloso fosse un ex genoano: in questo caso il Verona avrebbe dovuto scendere in campo con i Primavera visto il nutrito gruppo di calciatori in rosa provenienti da Genova sponda grifone. La questione si poneva piuttosto per il fatto che Veloso è il genero del presidente genoano Preziosi. Con che spirito scendereste in campo voi sapendo che potreste far retrocedere in serie B la società di vostro suocero? Come la prenderebbe vostra moglie? Non sarà il caso di preparare il divano per un paio di sere?

Per salvare il tranquillo ménage della famiglia Veloso, il 2 agosto 2020, furono sufficienti 25 minuti: tanto servì a Sanabria per infilare una doppietta nella porta di Radunovic e ad indirizzare la partita sul binario che tutti si erano immaginati: una facile (troppo facile invero) vittoria rossoblu.

Una situazione simile, anche se in effetti con contorni diversi, si verificò con protagonista Luciano Marangon nel campionato di serie A 1981-82. Marangon giocava allora nella Roma, mentre il Verona stava compiendo una rimonta nel campionato di serie B che l'avrebbe promosso nella massima serie aprendo il ciclo di Bagnoli.

QUANDO MARANGON (NON) MANDO' IN SERIE B IL MILAN

Dall'altra parte, al posto del Genoa, il Milan del presidente Giussy Farina, che aveva avuto Marangon nel Vicenza degli anni d'oro, culminati con il secondo posto nel campionato 1977-78.

Quello della stagione 1981-82 è il peggior Milan che si ricordi nella storia recente: i rossoneri, dopo essere stati condannati alla serie B per lo scandalo scommesse nel 1980, “conquistano” un'altra retrocessione, stavolta sul campo. Alla giornata n. 23, il 21 marzo 1982, il Milan tocca il fondo: di scena a Como, in casa dell'ultima in classifica ormai in disarmo, perde per 2-0 e i suoi tifosi perdono pure la pazienza scatenandosi con lanci di oggetti in campo. Al solito, è lo (involontariamente) spassoso referto del giudice federale a dare una splendida descrizione dei fatti: “... tale sassaiola era accompagnata dal lancio, sempre sul terreno di gioco, di pile per radioline, di due panini, di alcune biglie di ferro, di due bulloni, di due candelotti fumogeni e di alcune monete”.

Difficile restare impassibili di fronte alla refertazione dei due panini, che immagino siano stati ricomposti minuziosamente durante il sopralluogo delle forze di polizia sul terreno del Senigaglia. Probabile tuttavia che i cani poliziotto presenti alla refertazione abbiano fatto sparire le tracce dell'imbottitura dei panini. Battute a parte, a fare le spese della sassaiola fu il capitano rossonero Fulvio Collovati, costretto ad uscire al 65' lasciando in 10 la propria squadra (il Milan aveva già effettuato le 2 sostituzioni) e medicato con 4 punti di sutura alla nuca.

Niente affatto spassoso per la società rossonera è l'esito della sentenza del giudice sportivo: il campo di San Siro, già sotto diffida, viene squalificato per 2 giornate (gare con l'Ascoli e la Roma). E qui il colpo di genio di Giussy Farina, che sceglie per le partite in campo neutro una città che porta bene al Milan: la fatal Verona. Sergio Taccone, giornalista autore di alcuni libri sulla storia del Milan, definì il Bentegodi "lo stadio più infausto nella storia del Milan". Sarà un caso, ma il Milan raccoglierà, sul neutro del Bentegodi, un solo punto in 2 gare, frutto di uno scialbo 0-0 con l'Ascoli.

La gara del Bentegodi con la Roma, datata 4 aprile 1982, è da ricordare per l'esclusione di Luciano Marangon dalla formazione giallorossa. Decisione maturata per effetto dei legami di amicizia che legano Marangon al presidente rossonero Farina, sui quali i giornali hanno molto chiacchierato in settimana, e che viene comunicata al giocatore, da parte del tecnico Liedholm, prima della gara. Marangon racconta così ai taccuini de L'Arena: “Devo accettare questo discorso perché sono un dipendente della società, ma a livello umano è davvero un discorso improponibile.”

Più incisivo il racconto de La Gazzetta di Mantova, secondo la quale Marangon, in tribuna, avrebbe evitato il presidente romanista Viola per andare a prendere sottobraccio Farina e raccontargli: “Si figuri, presidente, che non ho fatto l'amore tutta la settimana. Io questi qui li mando in ... ”. I puntini di sospensione non sono nostri ma del quotidiano mantovano. Chi vuole cimentarsi nell'enigmistica può provare a completare la frase. La soluzione è un bisillabo che fa rima con Verona.

Per la cronaca, la Roma vinse 2-1 mandando di fatto il Milan con un piede in serie B, anche se il campionato ebbe un epilogo tutt'altro che scontato, e i rossoneri sfiorarono la salvezza che finì invece – scherzi del destino – ancora al Genoa, sotto forma di un generoso regalo di un altro Luciano: Castellini, portiere napoletano. Da sottolineare, nella partita del Bentegodi fra Milan e Roma, un bellissimo gol di Falcao sotto la curva Sud: il brasiliano, servito nel cuore dell'area, si liberò della marcatura di Battistini con un colpo di tacco a seguire e infilò Piotti sul primo palo.

QUANDO MARANGON (NON) MANDO' IN SERIE B IL MILAN

Per quanto riguarda le vicende di Marangon, le questioni di opportunità poste da Liedholm si rivelarono fondate. Lo stesso terzino confermò in seguito di essere già in parola con Farina per trasferirsi al Milan l'anno successivo, salvo poi finire al Verona forse perché si rifiutò di scendere in serie B. Quindi la domanda di opportunità da porsi è leggermente diversa da quella per il caso di Veloso. Voi come avreste giocato sapendo che potevate mandare in B la vostra prossima squadra?

La versione fornita da Marangon in un'intervista a Il Corriere di Verona nel gennaio di quest'anno è però più leggendaria: “Estate 1982: avevo un accordo per andare al Milan. Ero tranquillo in vacanza, poi lessi che mi aveva preso il Verona. Lo chiamai per chiedergli cosa fosse successo: “Non preoccuparti, vai al Verona e spari un cifrone. Non accetteranno, così vieni al Milan”. E invece accettarono.” Capita così nella vita che, mandando un presidente in mona (ed evitando di andarci per una settimana intera), si aprano le porte per vincere lo scudetto in provincia.

Paolo

La foto del gol di Falcao al Bentegodi è tratta dal sito asromaultras.org



Hellastory, 29/04/2021

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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