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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

RICORDI GIALLOBLU: 21 Sett. 2012: Verona–Novara e un debutto (by ALEJANDRO).

Hellastory: Le Ultimissime

RICORDI GIALLOBLU: 21 Sett. 2012: Verona–Novara e un debutto (by ALEJANDRO).
RICORDI GIALLOBLU: 21 Sett. 2012: Verona–Novara e un debutto (by ALEJANDRO).

In questi giorni abbiamo ricevuto dall'amico Alejandro un racconto che con molto piacere pubblichiamo. Si tratta di un resoconto affettuoso ed appassionato di un debutto, che in fondo tutti noi conosciamo ed abbiamo vissuto...
Prima di lasciarvi alla lettura vi ricordiamo che chiunque avesse voglia di scrivere due righe e condividere con noi un anedotto, un racconto personale del suo tifo gialloblu, non deve far altro che inviarcelo ed hellastory sarà ben lieta di pubblicarlo! In fondo è questo uno dei modi più piacevoli per condividere assieme la passione per la squadra della nostra città.
Ma ora, spazio ad Alejandro e al suo debuttante al quale facciamo un grande saluto!

21 Settembre 2012: Verona – Novara e un debutto

Ho coltivato l'idea di fargli vedere la partita col Novara in una tiepida sera di settembre, pensando che clima e avversario fossero ideali per non lasciare cattive impressioni. E trovo che otto anni siano un'età giusta per iniziare, per capire il senso di andare allo stadio.
Così gli ho fatto trovare i biglietti sotto al piatto, come fosse un regalo speciale, domandandomi se piuttosto li avrebbe guardati con aria delusa (in fondo lui “tiferebbe” – il condizionale è d'obbligo a quell'età - il Milan).
Invece Luca è stato entusiasta della mia iniziativa e non vedeva l'ora di partire.

Avevo pianificato meticolosamente ogni cosa, per evitare che una contrarietà, un intoppo o un disguido potesse rendergli negativa l'esperienza: così l'ho vestito nel modo migliore possibile, che potesse sfoggiare la maglietta del Verona senza aver freddo sotto; ho preparato spuntini e stuzzichini per il prima, il durante e il dopo partita; ho perfino pianificato dove parcheggiare, che non fosse troppo vicino, ma nemmeno troppo distante, per non stancarlo.
Prudenze inutili: Luca affronta qualsiasi cosa con entusiasmo e non lo spaventa certo un po' di arietta, o la strada da percorrere a piedi. Così macina in rapidità qualche centinaio di metri che separano il parcheggio dallo stadio, senza battere ciglio, e continuando a farmi domande su ciò che ci aspetta: giocheranno in blu o in giallo? (il furbo segue le partite e sa che il Novara ha anch'esso la maglia blu). Giocherà Bacinovic? (era il suo idolo perché adora chi batte le punizioni – le “maledette” - a scendere, come gli ha visto fare in TV a Modena) e così via!
Nella mia estrema prudenza, non ho mancato di metterlo sull'avviso che ciò che sentirà urlare durante la partita non saranno insulti da riferire a scuola, ma solo da farsi scivolare via: mi sorprende rispondendomi che lo sa già, che nel film che abbiamo guardato insieme sull'Arsenal (“Febbre a 90”), ne ha sentite urlare tante!
Mi domando chi, in realtà, sia dei due il più eccitato!

Allo stadio troviamo Myhellas che lo accoglie con grande simpatia e ai cancelli anche il grande Mr. Chivers. Osserviamo con attenzione il riscaldamento (anche lui ha appena iniziato a giocare a calcio) e poi arriva il match da bersi tutto di un fiato. C'è un minuto di silenzio, stupidamente temo che sentirà urlare di tutto, partire cori, come successe a me moltissime altre volte prima; e invece avviene ciò che non mi aspetto: lo stadio si ammutolisce. Siamo cambiati, mi dico, e la cosa mi piace. Nemmeno quell'inutile applauso che neanch'io ho mai condiviso, se non al termine del minuto.

Comincia nel modo migliore possibile, al primo affondo un gol da cineteca di Martinho: mi trovo ad esultare prendendolo in braccio... Poi però la partita prende una piega che non ci aspettavamo, ma lui è attentissimo ed entusiasta; memorizza con grande applicazione numeri e accessori dei vari giocatori, per non sbagliarli (Cacciatore con le scarpe arancio diventa per lui inconfondibile!).
Si arrabbia al secondo fallo da dietro su Martinho durante una ripartenza, urlando che è da “rosso diretto” e si dispiace sia quando si rende conto che Bacinovic non è ispirato e viene sostituito, sia quando Rafael prende un gol in modo apparentemente goffo, perchè anche Rafa è uno dei suoi preferiti.
La partita termina, io non sento i fischi che Mati ed altri hanno percepito nella Ovest, sono troppo impegnato ad applaudire, anche per fargli vedere che si deve sempre apprezzare chi ci mette l'impegno. All'uscita abbiamo il tempo di incontrare ancora diversi amici di Hellastory, Nez, il Santo, Ercolino, El Vale ecc! (chiedo scusa se non cito tutti), prima di affrontare il viaggio di ritorno che diventa lunghissimo per le code ad uscire dalla zona dello stadio. Nel frattempo, come succede di solito, si ripercorrono i momenti salienti della serata. Luca candidamente mi dice che non ha sentito urlare le parolacce che io temevo! meglio così!
Poi improvvisamente non parla più e mi rendo conto che si è addormentato. All'arrivo a casa, dopo quasi due ore, mentre lo accompagno a letto, mi chiede se l'indomani potrà rivederla in TV. E' un buon segno!

Non so se ricorderà questa sua prima volta come io ho desiderato che fosse; di sicuro, grazie a lui e al Verona, io non la dimenticherò mai.

Alejandro



Hellastory, 02/10/2012

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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