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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

VERSO BURNLEY (TOWARDS BURNLEY TEST MATCH – PART TWO)

Seconda Parte

VERSO BURNLEY (TOWARDS BURNLEY TEST MATCH – PART TWO)

Dopo aver sfogliato l'album dei ricordi del Verona nell'Anglo Italiano, occupiamoci nella seconda parte dell'avversaria del Verona, il Burnley, squadra neopromossa in Premier League, dal cui sito ufficiale abbiamo tratto le informazioni di seguito riassunte. Quanto segue è quindi frutto di una disciplinata applicazione della conoscenza della lingua inglese, requisito fondamentale di questa stagione per poter leggere i comunicati stampa del Verona...

Il Burnley è un club piuttosto glorioso, che ha vinto due campionati inglesi nel 1920-21 e nel 1959-60, ma negli ultimi 4 decenni ha vissuto stagioni piuttosto anonime nelle serie minori. Nasce ufficialmente nel 1882 con il nome di Burnley Football Club ed è uno dei 12 club fondatori della Football League inglese.

Dopo la conquista della FA Cup nel 1914, con una vittoria 1-0 in finale contro il Liverpool, nella stagione 1920-21 arrivano un record di 30 partite consecutive casalinghe senza sconfitte e il primo titolo nella First Division.

L'epoca d'oro del club è sul finire degli anni Cinquanta, quando il Burnley, dopo aver sfiorato il titolo in diverse occasioni, si impone nuovamente nel campionato 1959-60, conquistato all'ultima giornata con un successo sul campo del Manchester City. La partecipazione alla Coppa Campioni edizione 1960-61 è di breve durata: gli inglesi eliminano al primo turno il Reims campione di Francia, ma al turno successivo si fermano contro l'Amburgo.

VERSO BURNLEY (TOWARDS BURNLEY TEST MATCH – PART TWO)

Nel 1966 il terzo posto in campionato vale invece la qualificazione alla Inter Cities Fairs Cup (Coppa delle Fiere). Eliminati lo Stoccarda e il Losanna, dall'urna dei sorteggi degli ottavi esce una squadra italiana: il Napoli di Altafini e Sivori. Il 18 gennaio 1967 il Burnley batte la squadra partenopea con un perentorio 3-0; nella gara di ritorno al San Paolo finisce 0-0 e la formazione inglese può giocarsi i quarti di finale con l'Eintracht Francoforte. Dopo un promettente pareggio in Germania, il sogno europeo si interrompe con la sconfitta a domicilio per 2-1. Quella contro l'Eintracht Francoforte è anche l'ultima partita nelle competizioni europee. La formazione dei Clarets (così definiti per il colore rosso scuro – bordeaux presente sulle maglie) è accomunata quindi al Verona nel destino di essere stata eliminata da una tedesca nell'ultima apparizione europea; per il nostro Hellas il “mandante dell'esecuzione” fu il Werder Brema nella Coppa Uefa 1987-88.

Col finire degli anni Sessanta finisce anche il periodo d'oro dei Clarets, che retrocedono una prima volta nel 1971 e, dopo una breve risalita, nuovamente nel 1976. Nel 1980 il club scivola nella Terza serie inglese e nel 1986 sprofonda in Quarta Serie (“basement division”), salvandosi poi l'anno dopo dalla retrocessione nella Vauxhall Conference solo all'ultima giornata.

Timidi segnali di riscossa arrivano negli anni Novanta: con la vittoria del 1992 nel campionato di Quarta Divisione, il Burnley diventa, dopo il Wolverhampton, il secondo club inglese ad aver vinto tutti e quattro i campionati della Football League. La lenta risalita prosegue finché nel 2009, sotto la guida di Owen Coyle, la vittoria nello spareggio con lo Sheffield United suggella l'agognata promozione in Premier League, dopo un'attesa durata ben 33 anni! La prima avventura nella nuova Premier League comincia con la vittoria per 1-0 al Turf Moor contro i campioni in carica del Manchester United, primo di una striscia di 4 successi consecutivi ma, a metà stagione, il manager Coyle accetta l'offerta del Bolton e lascia la squadra nelle mani di Brian Laws che non riesce a completare l'impresa. Il 18° posto finale significa nuovamente la retrocessione.

Infine, è storia dei giorni nostri, nell'ottobre del 2012 la squadra viene affidata a Sean Dyche che, nella stagione 2013-14, la guida al secondo posto nella Championship inglese e ad una nuova promozione nella Premier League.

Burnley è una cittadina del Nord dell'Inghilterra, fra il 53° e il 54° parallelo, fascia del globo terrestre dove si concentra un pezzo di storia europea del Verona: Blackpool, Kingston Upon Hull, Stoke on Trent e, spostandosi più a Est, Brema e Stettino. Lo stadio della città è il Turf Moor, uno degli impianti più vecchi di tutto il panorama calcistico inglese, e non poteva essere altrimenti visto che vi si gioca da circa 131 anni, sin da Burnley - Rawenstall del 17 febbraio 1883. Negli anni successivi il campo, che allora poteva ospitare solo spettatori assiepati attorno al terreno, fu dotato di tribune fino ad avere, prima della Grande Guerra, una capienza totale di circa 50.000 spettatori. La partita con la più elevata presenza di pubblico si registrerà poi nel 1924, quando 54.755 spettatori assistettero all'incontro di FA Cup con l'Huddersfield Town. Sono numeri impressionanti se paragonati all'affluenza di pubblico nelle partite del campionato italiano negli anni Venti.

VERSO BURNLEY (TOWARDS BURNLEY TEST MATCH – PART TWO)

Dopo vari ampliamenti nel corso dei decenni, negli anni Novanta, per adeguarsi alle nuove norme sugli stadi inglesi, diventa necessario dotare tutte le tribune di soli posti a sedere. Al termine dei lavori la capienza ufficiale del Turf Moor risulta di 22.619 posti. Ai tifosi avversari è riservato l'accesso a due terzi della Tribuna Cricket Field.

Il ritorno del Burnley nel massimo campionato inglese è stato accolto anche dalla stampa italiana con molta preoccupazione per quanto riguarda un possibile ritorno della violenza. La Repubblica ha pubblicato un servizio “allarmato” il 12 maggio 2014, nel quale si narrano le vicende della Suicide Squad, il gruppo “più caldo” del tifo locale. Non entriamo in analisi di questi aspetti, ma ci limitiamo ad osservare che anche il ritorno del Verona in serie A nello scorso campionato era atteso con molta diffidenza, e più di qualcuno era pronto a scommettere su squalifiche, chiusure del Bentegodi e interi quartieri della città in assetto da guerriglia. Come ha osservato Massimo nel suo Canone di fine stagione, la stampa si è poi letteralmente dimenticata dei tifosi del Verona. Segno di un campionato memorabile anche dal punto di vista dei tifosi, che si sono distinti per passione e attaccamento ai colori gialloblu, ma anche per l'ironia con cui hanno aggirato i “tranelli”, primo fra tutti il caso Balotelli.

Piuttosto, le insidie della trasferta inglese le vediamo sotto l'aspetto sportivo: il Verona andrà ad incontrare una squadra più avanti nella preparazione che esordirà in campionato contro il Chelsea una decina di giorni dopo la gara con i gialloblu. E' inutile dire che a Burnley si vive con trepidazione l'attesa del ritorno in massima serie e ci sono grandi aspettative. Lo scorso anno il Verona incontrò, nella sua trasferta amichevole più impegnativa, la formazione spagnola del Levante, disputando una gara onesta e finendo sconfitto per 2-1. Conosciamo le caratteristiche degli inglesi e il fatto che, anche in gare amichevoli, giocano fino all'ultimo e non si fanno certo riguardo di affondare i colpi. Sarà quindi un'amichevole nella quale verrà con ogni probabilità messa a dura prova la capacità del Verona di difendere con intelligenza e contenere le folate offensive degli avversari, tanto più se dovessero andare in vantaggio per primi e godere di entusiasmo e di spazi. Quindi, sempre con i benefici del dubbio che vanno assegnati alle gare estive, una prova che potrà dire molto sulla nuova formazione consegnata da Sogliano nelle mani di Mandorlini.

Se il Verona dovesse tornare da Burnley con un risultato positivo, come tutti ci auguriamo, l'anglofilia della società gialloblu potrebbe trovare degna giustificazione. I bar di Verona ormai proliferano di tennici alla Bar Sport di benniana memoria, quelli che, per intenderci, cercano di stordire i presenti citando a sproposito termini pseudo-inglesi come il frobil (football) e il croch (cross). Di corner e offside ormai vive il tifoso da anni, ma i test match, i save the date, e i days nel ritiro francamente ci sembrano un po' stucchevoli. C'è solo una cosa però più insopportabile dell'eccessivo uso di termini inglesi: l'eccessivo scagliarsi contro questo abuso. Tutte le settimane sui giornali si leggono articoli di dotti scrittori che si affannano a demonizzare l'utilizzo di selfie anziché autoscatto, meeting anziché riunione e coffee break anziché pausa caffè. Ci pare invece che il tifoso gialloblu abbia metabolizzato la virata anglofila con la consueta ironia, a giudicare anche da alcuni spassosi siparietti che si possono leggere su questo guestbook (o libro degli ospiti?). Fintanto che non ci toglieranno l'uso del nostro dialetto, anzi della nostra lengua, possiamo accettare con magnanimità anche gli sproloqui in inglese. Che si sappia, però, che appena usciti dalla location dove il club ha organizzato il test match, ci infileremo come sempre nella prima osteria per commentare insieme el zugo del balòn, e per incoconarse (o imbugarse, o magnàr e beàr come masci*, se preferite).

* Per chi non mastica il dialetto, tutti modi per descrivere convivi enogastronomici non esattamente ispirati alla moderazione

(le foto sono tratte dal sito burnleyfootballclub.com)

Paolo



Hellastory, 08/08/2014

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Udinese?



H.Verona    Udinese


Bonazzoli F.

Cabal J.

Centonze F.

Coppola D.

Duda O.

Folorunsho M.

Lazovic D.

Magnani G.

Mitrovic S.

Montipò L.

Noslin T.

Serdar S.

Silva D.

Suslov T.

Swiderski K.

Vinagre R.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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