Coppa Italia 1966/67

Il Verona in Coppa Italia LA MANIFESTAZIONE E IL CONTESTO STORICO

Il protagonista assoluto dell'edizione 1966-67 della Coppa Italia è un grandissimo della storia del calcio italiano: Gianni Rivera. Il Milan da quando Rocco se ne è andato, nel 1963, vive un periodo di magra: in campionato non riesce ad andare oltre al 5•°-6•° posto e anche nelle coppe le cose sembrano non andare meglio. Me è proprio in questo periodo difficile che Rivera diventa sempre più leader per il Milan, una specie di uomo della Provvidenza. Le difficoltà della squadra invero non lo lasciano indenne da critiche: se Rivera è un simbolo, dicono i detrattori, lo è anche in negativo e il Milan è fatto a sua immagine e somiglianza: doti tecniche indiscusse, animo tutt'altro che vincente. Il nostro però, sempre ironico e distaccato, reagisce sul campo agli attacchi della stampa (tra i suoi osteggiatori spicca su tutti nientemeno che Gianni Brera) e la Coppa Italia 1966-67 ne è la prova. Con 7 reti in 5 gare trascina letteralmente i rossoneri alla finale in un cammino che li vede sbarazzarsi a suon di gol rispettivamente del Pisa (0-3), del Modena (5-2), del Torino (4-2), del Lecco (1-2) e della Juventus (1-2 ai supplementari).

In finale l'avversario è il modesto Padova, formazione di Serie B capace di sconfiggere contro ogni pronostico in semifinale la grande Inter di Helenio Herrera, giunta ormai al capolinea del suo periodo d'oro. Il rischio, per i rossoneri, è quello di sottovalutare gli avversari ma alla fine le cose vanno come previsto: una rete al 49' dell'attaccante brasiliano Amarildo consegna al Milan la sua prima Coppa Italia. E' l'inizio di un nuovo ciclo: l'anno successivo torna in panchina Rocco che nell'arco di due stagione porta i rossoneri a vincere Scudetto, Coppa Campioni, Coppa delle Coppe e Coppa Intercontinentale.

Numeri dell'edizione. Squadre partecipanti: 38. Marcatori: Gianni Rivera (Milan) con 7 gol.

Accadeva quell'anno. 1967:
- Colpo di stato militare in Grecia.
- Guerra tra Israele e arabi: occupazione del Sinai, Cisgiordania e piccole zone della Siria

Nella foto sotto una splendida immagine di Rivera in azione: il capitano del Milan è, con 7 reti, il capocannoniere della manifestazione.
clicca per ingrandire IL VERONA

Il Verona in quella stagione. Questo dovrebbe essere l'anno buono: il Presidente Bonazzi conferma in panchina Tognon e rinforza ulteriormente la squadra. In difesa arrivano giovani dal grande futuro come Maldera (Milan), Petrelli (Pisa) e Depetrini (Novara), a centrocampo uomini di esperienza come Colombo (Atalanta, e prima ancora Juventus), in attacco la giovane promessa Nuti (Fiorentina). Ma l'acquisto più prestigioso è quello della mezzala brasiliana Dino Da Costa dalla Juventus, un grande campione e un grande professionista giunto alla fine della sua prestigiosa carriera, ma ancora capace di insegnare calcio e di guidare la squadra gialloblu (31 partite e 5 gol per lui) nonostante i suoi 36 anni di età. Insomma ci sono tutti i presupposti per conquistare di corsa la serie A. Il fermento intorno alla squadra e le buone aspettative attirano in seno alla società un trio di dirigenti che cambierà la storia del Verona: Saverio Garonzi, assume la vice presidenza; Iro Di Brino è il nuovo general manager; Giancarlo Fiumi il segretario.

Pronti e via, alla 9•° giornata il Verona è ultimo in classifica (!); la prima vittoria arriva solo alla 10•° ed esplode la contestazione: Tognon non riesce a tenere in pugno la squadra, ognuno va per conto suo, e le uniche note positive vengono da Da Costa. Per salvare il salvabile, il tecnico viene esonerato e Garonzi chiama al suo posto il grande ex giocatore Nils Liedholm nelle vesti di direttore tecnico, mentre in panchina siede Ugo Pozzan, proveniente dal settore Giovanile, grande centrocampista gialloblu degli anni '50 e scopritore di talenti. Le cose all'inizio non migliorano affatto: il Verona è ancora penultimo in classifica alla 20•° giornata, si riprende un po', ma rimane sempre invischiato nella lotta per non retrocedere. Tutto si decide nelle ultimissime partite: i giocatori di classe sono messi fuori rosa e scendono in campo solo lottatori veri come Tanello, Sega (capocannoniere con 6 reti su 30 gare), Scaratti e Savoia. La vittoria per 3 a 0 sul Livorno, all'ultima giornata, sancisce la salvezza dei gialloblu e la conquista del 13•° posto in classifica, risultato assolutamente impensabile all'inizio del Torneo. La grande paura passata, gli errori di valutazione in sede di campagna acquisti e la sorprendente vittoria del Campionato Primavera riservato alle formazioni della serie B, scatenano Garonzi: da adesso in poi, si farà solo come dice lui!

Il cammino dei gialloblu in Coppa Italia. L'avventura in Coppa inizia ai primi di settembre: il campionato non è ancora iniziato e in città si guarda con fiducia alla nuova stagione calcistica. La sfida al Bentegodi contro il Brescia rappresenta una prima cartina di tornasole delle ambizioni estive e gli sportivi attendono con ansia di vedere all'opera l'attempato asso brasiliano Da Costa. Il buon Dino non incanta ma alla fine i gialloblu riescono comunque ad imporsi grazie ad un autogol dello stopper bresciano Vasini. Una vittoria sofferta, ma contro una formazione di Serie A (quella stagione il Brescia si salverà per il rotto della cuffia) può andar bene così.

La seconda gara, valida per la qualificazione al secondo turno, è decisamente un'altra storia. Siamo a fine settembre e nel frattempo è iniziato il campionato, dove l'Hellas ha collezionato solo risultati negativi. E il brutto momento dei gialloblu si conferma anche in Coppa: il Verona gioca male ed esce sconfitto per 1-0 dai pari categoria della Reggiana in una sfida decisa da un rigore di Crippa.

Numeri dei gialloblu in Coppa Italia. Score: 2 partite, 1 vinta, 0 nulle, 1 persa, 1 gol fatto, 1 gol subito, 2 punti. Marcatori: nessuno.

Curiosità. Come si può notare dall'intestazione delle gare del Verona, i gialloblu dopo il primo turno non accedono direttamente al secondo ma disputano una gara di qualificazione allo stesso. Il fatto strano è che tale trattamento, non certo di favore, viene riservato solo ad Hellas e Reggiana, che danno vita a una sfida che, come visto, vede trionfare gli amaranto. E così, ancora una volta e nonostante le due gare disputate, i gialloblu non arrivano a qualificarsi nemmeno al secondo turno.


clicca per ingrandire RISULTATI

1•° TURNO - 04 Settembre 1966

VERONA - Brescia 1-0 Vasini aut. (B).

QUALIFICAZIONE AL 2•° TURNO - 28 Settembre 1966

Reggiana - VERONA 1-0 Crippa I rig. (R).

A destra un primo piano di Da Costa, campione anche di longevità.
PRESENZE E GOL DEI GIALLOBLU
Giocatore Ruolo Presenze Reti
BONATTI Tornante sinistro n.11 2 0
DA COSTA Mezzala destra n.8 2 0
DELL'ANGELO Mezzala sinistra n.10 2 0
GOLIN Ala n.7 2 0
RANGHINO Stopper n.5 2 0
SAVOIA Mediano/Libero n.4 2 0
BACCHINI Mezzala destra n.7 1 0
BERTOLA Portiere n.1 1 0
COLOMBO U. Mediano n.6 1 0
Giocatore Ruolo Presenze Reti
JOAN Mezzala sinistra n.10 1 0
MALDERA Difensore centrale n.5 1 0
MARCOLONGO Terzino n.- 1 0
NUTI Centravanti n.9 1 0
PETRELLI Terzino sinistro n.3 1 0
PICCOLI Portiere n.1 1 -1
SCARATTI Mediano/Mezzala n.4 1 0
TANELLO Mediano/Terzino n.4-2 1 0

clicca per ingrandire FINALE - Roma - 14 Giugno 1967

MILAN - Padova 1-0 49' Amarildo (M).

Nella foto il Milan campione. In piedi da sinistra: l'allenatore Silvestri, Schnellinger, Soriani, Rosato, Mantovani, Noletti, Rivera. Accosciati da sinistra: Santin, Lodetti, Trapattoni, Amarildo, Fortunato.

Milan: Belli; Anquilletti, Schnellinger; Maddè, Trapattoni, Baveni; Mora, Rivera, Amarildo, Lodetti, Fortunato. All.: Silvestri.
Padova: Pontel; Cervato, Barbiero; Frezza, Barbolini, Sereni (54' Gatti); Carminati, Bigon, Morelli, Fraschini, Novelli. All.: Rosa.
Arbitro: Bernardis di Trieste.
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