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PROSSIMO IMPEGNO
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A distanza di 23,527 giorni dal debutto in serie A, il Verona e' ancora di scena a Torino, in casa della Juventus. Davide contro Golia, ancora una volta, e sono 31 (a Torino).
Era il giorno 8 settembre 1957, e il Verona di Angelo Piccioli esordiva in serie A con un'onorevole sconfitta 3-2 in casa della favoritissima Juventus. Affinché i nostri giallo-blu non si facessero un'idea sbagliata sul significato di giocare a Torino, il battesimo venne bagnato da un rigore per la Juventus, assegnato dall'arbitro Guarnaschelli di Pavia per un fallo di Basiliani sul gigante gallese Charles. Ghizzardi fece una prodezza sul tiro di Stivanello, ma Charles ribadì in rete il gol del momentaneo 3-1. Il nostro portiere si guadagnò comunque le pagine dei giornali sportivi, immortalato in volo nell'atto di respingere il rigore.
Non ci risulta che i giocatori del Verona abbiano accettato il rigore con rassegnazione. La Commissione giudicante della Lega Nazionale inflisse difatti una multa di 6 mila lire ad ognuno dei seguenti giocatori veronesi: Auro Basiliani, Mario Tesconi, Enrico Larini, Dalmazio Cuttica e Francesco Rosetta. Tutti per avere protestato con la casacca nera. L'operato dell'arbitro comunque non doveva aver lasciato troppo entusiasti nemmeno i tifosi juventini se la società bianconera venne multata di 30 mila lire per «ingiurie isolate nei confronti dell'arbitro a fine gara da parte di sostenitori locali».
DELLE ALPI STREGATO
Come detto, domenica sera il Verona giocherà a Torino contro la Juventus per la trentunesima volta nel massimo campionato. Nei precedenti 30 incontri di serie A, le statistiche sono piuttosto ingenerose: abbiamo raccolto 5 pareggi e 25 sconfitte. Per dare un'idea della nostra idiosincrasia con le trasferte a Torino, basti fare un raffronto con le trasferte nella Milano nerazzurra. In casa dell'Inter, che pure è la nostra bestia nera per antonomasia, il Verona ha raccolto 11 pareggi su 30 partite.
Di media raccogliamo pertanto 1 punto ogni 6 partite nella Torino bianconera e, tenuto conto del pareggio ottenuto lo scorso campionato, verrebbe da dire che, per qualche anno almeno, ci toccherà pagare dazio. In effetti, sul campo juventino, in serie A non abbiamo mai conquistato 2 risultati utili di fila*. La squadra di Tudor quindi potrebbe scrivere la storia già conquistando un altro pareggio. Il pareggio del 25 ottobre 2020, 1-1 con rete giallo-blu di Favilli, che per circa 20 minuti ci ha illuso di poter sfatare finalmente il tabù juventino, arrivava dopo ben 32 anni di attesa.
Prima di allora, l'ultimo punto era stato colto sotto la guida di Osvaldo Bagnoli, un pareggio 0-0 nel giorno di San Valentino del 1988, contro la prima Juventus del dopo Platini e con Rino Marchesi allenatore. Da allora, è vero che il Verona non ha frequentato troppo spesso la serie A, ma comunque si era registrato un filotto di ben 12 sconfitte consecutive a Torino. Oltre alle sconfitte in serie A, in questa striscia di 32 anni abbiamo anche dovuto registrare una sconfitta in serie B (9 dicembre 2006, 1-0, gol dell'ex Camoranesi) e un'umiliazione in Coppa Italia (15 gennaio 2015, 6-1, gol della bandiera di Nene', subito bissata tre giorni dopo da un altro pesante 4-0 in campionato).
In questi 32 anni di vacche magre rientrano in pieno i circa 26 anni di utilizzo dello Stadio delle Alpi (impianto inaugurato in occasione di Italia 90 e utilizzato da Juventus e Torino fino al 2006, per poi lasciare posto – tramite la sua demolizione – allo stadio della Juventus, oggi denominato Allianz Stadium). Per contro, se con la Juventus non abbiamo raccolto nulla, allo Stadio delle Alpi in versione granata si registrò, il 25 marzo 2000, una delle più larghe vittorie esterne del Verona nella massima serie, 3-0 al Torino con reti di Melis e Cammarata (2).
Superfluo dire che buona parte della nostra reputazione a Torino la dobbiamo alla gestione Bagnoli: negli anni Ottanta abbiamo difatti raccolto 3 pareggi, due volte per 0-0, e una volta per 1-1, l'anno di grazia dello scudetto. L'unico altro pareggio, detto di quello del 2020 con Ivan Juric in panchina, risale al 1972. Proprio di questo pareggio di 50 anni fa ci sembra doveroso parlare: è il primo punto in assoluto conquistato dal Verona in casa della Juventus in serie A. Era il primo ottobre 1972, seconda giornata di campionato. Il Verona, con Giancarlo Cadè in panchina, era reduce dal pareggio casalingo per 2-2 con la Roma di Helenio Herrera.
SALVADORE DELLA SIGNORA (JUVENTUS – VERONA 1-1, 01/10/1972)
È la sesta volta in serie A per il Verona al Comunale di Torino contro la Juventus. Nei 5 precedenti incontri i bianconeri si sono sempre imposti, segnando 13 reti ed incassandone appena 3, ad opera di Maccacaro e Bassetti nella gara del 1957, oltre ad un'autorete del portiere Tancredi (su tiro di D'Amato) nella gara del febbraio 1971 terminata sul punteggio di 2-1 su cui si può leggere un bel racconto di Massimo dedicato al portiere tascabile Colombo.
Il Verona si schiera in modo aperto e fa la partita, con grande sorpresa e difficoltà da parte della Juventus che, forse sottovalutando l'avversario, finisce per spingersi avanti in modo disordinato. Giorgio «Penel» Majoli, cui l'aria del Comunale di Torino fa evidentemente bene (fu lui a firmare l'unico successo del Verona, 1-0 in Coppa Italia nel 1963), prende in mano il gioco, al punto da meritarsi questo elogio nella cronaca di Bruno Perucca sulla pagina sportiva de La Stampa Sera: «... un Maioli sempre bravo, ma nell'occasione elevato al rango di un Di Stefano dall'approssimativa marcatura di Furino il quale, evidentemente, non ha ritenuto l'avversario degno di una più assidua attenzione». Cadè azzecca le marcature in difesa: Nanni annulla Anastasi mentre il rientrante Batistoni si piazza su Bettega e, dopo un avvio un po' faticoso, gli prende le misure.
Il primo tempo si chiude a reti inviolate con il Verona che ha tenuto il campo con autorità. A inizio secondo tempo, Franco Bergamaschi avanza verso la porta avversaria e lascia partire un tiro insidioso che, deviato da Salvadore, mette in difficoltà Zoff che non trattiene: sulla parata difettosa si avventa Luppi che infila in rete il gol dell'inaspettato vantaggio giallo-blu. La reazione della Juventus è disordinata: Haller è in giornata no, Causio è impreciso nei cross, Furino si spinge in avanti a far confusione. L'unica vera occasione capita ad Anastasi che, su sponda aerea di Salvadore, anticipa di petto Nanni e scarica il sinistro contro la traversa. Pericolo scampato.
Il Verona regge bene e quando può si propone in avanti dove Maioli, Bergamaschi, Jacomuzzi e Luppi tengono in ambasce la Juventus. Poi, a soli 3 minuti dalla fine, su un cross lento di Haller da tre quarti campo, Anastasi riesce ad anticipare di testa Nanni ed a spizzare la palla sui piedi di Salvadore che, con un diagonale in scivolata, fa secco Pizzaballa e festeggia le 350 partite in A con una rete. Finisce addirittura con il Verona in attacco eppur sommerso dagli insulti del pubblico juventino.
A fine gara, il mister giallo-blu Cadè ha da ridire sul comportamento antisportivo del pubblico juventino. Così ai taccuini di Ortensio Alocco del Corriere dello Sport: «Quando il Verona doverosamente si è portato a centrocampo per salutare il pubblico alla fine della partita è stato sonoramente fischiato. Siamo una squadra di provincia ed abbiamo giocato in maniera impeccabile contro i campioni d'Italia. Non meritiamo la serie B come si gridava da tutte le parti».
Quella del 1972 è stata sicuramente la volta in cui il Verona è stato più vicino a vincere in casa della Juventus, al netto della volta in cui ci siamo illusi di vincere a tavolino. Era il 1976 e Carlo ci racconta qui come Zigoni fu colpito da una bottiglietta ma il Giudice Sportivo opto' per un salomonico nulla di fatto. Ma è doveroso citare pure la partita del 15 dicembre 1996 quando, con Cagni in panchina ed una classifica alquanto deficitaria (7 punti in 12 partite), il Verona si presentò al cospetto della Juventus di Marcello Lippi reduce dal vittorioso recupero infrasettimanale di Udine, che le aveva permesso di staccare in testa alla graduatoria il sorprendente Vicenza di Guidolin.
DOPPIO MANIERO, MA NON FELICE (JUVENTUS – VERONA 3-2, 15/12/1996)
Juventus prima in classifica con 25 punti, con la miglior difesa del campionato, 8 gol subiti in 12 partite. Verona penultimo con 7 punti, e il secondo peggior attacco, appena 11 gol segnati; ha fatto di peggio solo la Reggiana, ultima a 5 punti (10 gol segnati). Così si presentano le due squadre alla sfida del Delle Alpi nel campionato edizione 1996-97. Eppure, dopo 24 minuti, con un'azione in verticale nata da un tackle vincente di Maniero, Zanini sfugge alla difesa bianconera, e porge un pallone invitante a centro area per lo stesso Maniero che ha accompagnato l'azione: piattone nell'angolino alla destra di Peruzzi e Verona clamorosamente in vantaggio. Ma non è finita: al minuto 44, Ametrano imbecca Maniero in area: l'attaccante veronese non deve nemmeno saltare fra Tacchinardi e Ferrara e con una torsione di testa infila Peruzzi con una carambola palo-gol. Manca un minuto al riposo e quando già si pensa di poterci andare in doppio vantaggio, l'arbitro Bonfrisco riesce a tenere la gara viva fintanto che Porrini, improvvisatosi Sivori, salta in tunnel Baroni e dimezza lo svantaggio juventino.
Si sa già che sarà un secondo tempo di sofferenza, ma l'occasione d'oro capita ancora a Maniero, su splendida azione Ficcadenti – Zanini. Stavolta il centravanti e' troppo frettoloso e spreca calciando fuori. Nell'altra area, Ametrano (68 kg) incoccia Vieri (82 kg) che finisce a terra alla juventina maniera. Bonfrisco di Monza, nel dubbio, aveva già inghiottito il fischietto: rigore. Del Piero di potenza infila il 2-2, prima di di chiudere la partita con un gol dei suoi, a giro sul secondo palo. Il 3-2 finale premia la Juventus oltre i suoi meriti e sancisce probabilmente che per il Verona è un'annata no. Una vittoria a Torino, oltre ad essere storica, avrebbe dato morale e punti fondamentali. Invece i giallo-blu tornano a mani vuote e con 8 punti di distacco dalla zona salvezza. In panchina rimane Gigi Cagni, sempre più confuso. Ineffabile la sua mossa per raddrizzare la gara dopo il gol di Del Piero: mette sì Totò De Vitis, ma fa uscire Maniero, l'uomo più pericoloso.
Citazione doverosa per la maglia rossa indossata per la seconda volta nella stagione dopo la partita casalinga con l'Inter. Il nostro esperto di maglie in redazione, Matteo, ci fa sapere che il prototipo della maglia rossa, a sponsor Rana anziché Ferroli, fece la sua comparsa in occasione della partita del cuore del 7 giugno 1996, giocata al Bentegodi, quando fu donata dai dirigenti veronesi a Gianni Morandi.
Chiudo con un aforisma: «Se cercate i ladri, sono nell'altro spogliatoio». Osvaldo Bagnoli, Stadio Comunale di Torino, 6 novembre 1985.
Note:
* il Verona ha conquistato 2 risultati utili consecutivi in casa della Juventus se si considerano anche le gare di Coppa Italia. Nella stagione 1972-73, il pareggio in campionato per 1-1 (1 ottobre 1972) fu preceduto, 4 settimane prima, da un pareggio in Coppa Italia per 0-0 (3 settembre 1972).
Paolo
Serie A 1996/97 | 13a giornata | 15/12/1996 | ||
JUVENTUS FC 3 |
HELLAS VERONA FC 2 |
45' Porrini, 64' (rig.) e 72' Del Piero | 24' e 43' F.Maniero | |
A.Peruzzi, Ferrara (66' Iuliano), Porrini, Torricelli, Di Livio, Deschamps, Lombardo (32' Vieri), Tacchinardi, Zidane, Del Piero, Padovano (80' G.Pessotto (I)). | M.Guardalben; M.Baroni, S.Fattori, S.Siviglia, P.Vanoli (40' A.Paganin (I)); R.Ametrano (75' P.Orlandini), R.Bacci, M.Ficcadenti, S.Giunta; F.Maniero (77' A.De Vitis), N.Zanini | |
Lippi | ALL | L.Cagni |
Del Piero | P.Vanoli, R.Bacci, S.Siviglia | |
Arbitro A.Bonfrisco (Monza - MI) |
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Note Spettatori 15.000 circa. |
Lazio e Torino, che peraltro sono formazioni superiori, hanno evidenziato un tema già affrontato durante l'estate: la difesa. È innegabile che Sogliano abbia lavorato con maggiore attenzione alla scoperta prima e all'arrivo poi di giocatori di qualità a centrocampo e in attacco, in ottica plusvalenze. E si vede. Ogni partita scopriamo un gesto tecnico superiore alla media da parte di Harroui, Kastanos, Tengstedt, e perfino di Livramento e Mosquera. Altri ne arriveranno da nuovi giocatori che al momento non conosciamo bene perché si stanno ancora integrando. Per non parlare dell'evoluzione esponenziale di Belahyane che creerà non pochi, ma piacevoli, problemi di turnover al mister al rientro di Duda e Serdar. Sulla difesa invece non si è lavorato. O non abbastanza. Gli arrivi nel finale di Daniliuc e Bradaric non sembrano decisivi in un reparto dove Frese e Okou faticano ad adattarsi al livello del nostro campionato. E neppure i ritorni di Faraoni (bloccato a Verona solo a causa di un ingaggio pesante) e Ghilardi (mai veramente preso in considerazione) sembrano essere un valore aggiunto.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
H.Verona-Venezia?
Riepilogo stagionale e classifica generale
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