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PROSSIMO IMPEGNO
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Martedì mattina la redazione di Hellastory era in subbuglio: ci eravamo dimenticati il compleanno del nostro editorialista preferito, Massimo.
Dopo mesi di editorialistica a distanza imposta dal ministro Speranza, era inevitabile ma comunque seccante. Nel tentativo di rimediare, le proposte per un regalo dell'ultimo istante erano le più disparate. Qualcuno aveva pensato ad una femmina di wheaten terrier per accoppiare finalmente l'indomato Conor che costringe Massimo a scenderlo per pisciarlo anche nel mezzo delle bufere invernali milanesi. Carlo ha replicato proponendo un abbonamento all'agenda del Calcio Barlassina ma, nonostante l'imbarazzo iniziale, anche il nostro storico ha dovuto accettare che la Barlassina non viene più stampata. Matteo ha proposto di regalargli un sobrio biliardo rosa da mettere in salotto. Il webmaster Andrea, dall'alto della sua competenza tecnologica, proponeva di installargli una app che avrebbe filtrato le bufale propinate dai siti di fantamercato. Poi non ci era sembrato il caso perché è comunque bello lasciare che Massimo tutte le estati possa sognare di portare a casa Mancuso dell'Empoli. Alla fine, il colpo di genio, come spesso capita, l'ha avuto Valeriano: «Regaliamogli una vittoria a San Siro!» Per diamine, non ci avevamo pensato: mozione accolta a pieni voti.
Le primavere di Massimo, il nostro acuto redattore non si offenderà se le contiamo (anche perché sono scritte nel daily gialloblu), sono 59. Proprio come le volte che il nostro Verona ha giocato a San Siro in serie A. Sabato sera, contro il Milan, l'Hellas scenderà sul prato verde del Meazza per la sessantesima volta nella massima serie (30 contro l'Inter e 30 contro il Milan) e, qualora ci fossero dei dubbi, in cerca ancora della prima vittoria. Eppure con il Milan, una volta nella storia, in trasferta abbiamo vinto. Non sarà che quella partita la stiamo ancora scontando dopo quasi 100 anni? Era il 12 marzo 1922, quando un gol di Egidio Chiecchi (II) regalò al Verona la vittoria sui rossoneri. Si giocava sul terreno di Via Lombardia, San Siro era ancora lontano a venire, e il campionato era l'antenato autarchico della Super League, ovvero il campionato «scissionista» della Confederazione Calcistica Italiana.
In passato abbiamo provato ad appellarci pure al nostro Santo protettore, San Zeno, perché intercedesse presso San Siro. I santi non ne vollero sapere. Lo stadio di Milano è anche conosciuto come «la Scala» del calcio: possibile che proprio a noi veronesi, che abbiamo la Scala nello stemma della dinastia scaligera, non sia consentito di raccogliere una vittoria?
Quando si usa dire che a San Siro hanno vinto cani e porci, è chiaramente un eccesso, ma sarà il caso di ricordare che hanno espugnato il campo del Milan anche squadre impensabili: basti citare il Benevento (al primo tentativo, aprile 2018, Iemmello), il Mantova (dicembre 1971, gol del marmirolese Panizza), l'Ascoli (il gol di Barbuti nel 1986 rovinò «l'appuntamento d'amore» di Berlusconi e fece la felicità di molti antimilanisti), il Catanzaro (Edi Bivi contribuì a mandare in B i rossoneri nel 1982). Il Vicenza ha vinto due volte, il Verona mai. Dopo 29 tentativi contro il Milan. Dopo 59 tentativi nello stesso stadio (e anche sulle sconfitte interne dell'Inter ce ne sarebbe da dire).
Il calcio risponde a logiche decisamente strane e, lo sappiamo bene, il Verona è una provinciale ma non porta simpatia in giro per la penisola. Non può sfruttare l'effetto sorpresa, specie contro il Milan, che contro i gialloblu ha visto sfumare ben due scudetti, anche se sul terreno del Bentegodi.
I numeri dicono che nei 29 precedenti a Milano contro il diavolo, il Verona ha raccolto 13 pareggi e 16 sconfitte. Le reti subite 50, quelle realizzate 21. Non ci è andata tanto meglio contro l'Inter: 11 pareggi, 19 sconfitte; 47 gol subiti e solo 10 realizzati. Il primo dei 21 gol del Verona in serie A sul campo del Milan porta la firma di Sergio Clerici che, il 13 dicembre 1970, regalò al Verona un punto pareggiando la rete iniziale di Nestor Combin. Nelle 3 precedenti esibizioni a San Siro il Verona aveva incassato 7 reti, di cui 4 ad opera di Pierino Prati, senza mai segnare.
Fra gli autori dei 21 gol veronesi si distinguono Mascetti, Galderisi e Toni, autori di 2 reti a testa, ma sempre con l'aiuto di almeno un rigore. Mascetti segnò su rigore al 90' in Milan Verona 2-1 del 21 gennaio 1973 (per intenderci, al ritorno vinse il Verona 5-3 nella partita del secolo). Galderisi segnò su rigore il 2 marzo 1986 in Milan-Verona 1-1. Infine Toni realizzò entrambe le reti dagli undici metri, sia il 7 marzo 2015 (2-2, in gol anche Nico Lopez) sia il 13 dicembre 2015 (1-1). Insomma, nessun gialloblu è mai riuscito a segnare più di un gol su azione a San Siro contro il Milan.
La vittoria più larga del Milan è datata 17 maggio 1992: finì 4-0 con addirittura una doppietta di Carlo Ancelotti in due minuti (77' e 78' a completare il danno già fatto da Van Basten e Gullit). Il Milan divenne campione d'Italia e il Verona tornò in B dopo la sfortunata gestione di Fascetti prima e Corso-Liedholm poi. Quattro anni dopo, per l'esattezza l'8 settembre 1996, le due squadre si trovarono di nuovo di fronte, questa volta alla prima giornata. Il Verona andò al riposo in vantaggio grazie alla rete di Totò De Vitis, ma il Milan la ribaltò nella ripresa con Simone (2), Weah e Roberto Baggio. Il gol di Weah che attraversa tutto il campo prima di infilare Gregori è rimasto nella storia delle galoppate in solitaria. Attilio Gregori difendeva la porta del Verona anche in occasione del citato 4-0 del 1992 ed è quindi il portiere gialloblu maggiormente bersagliato dal Milan. Alle sue spalle sono finite 8 delle 50 reti rossonere, in sole 2 presenze. Una quaterna a San Siro l'ha subita pure Claudio Garella, il 18 settembre 1983. Finì 4-2 e per il Verona segnarono Fanna con un colpo di testa e Galderisi con una strepitosa serpentina personale.
Nell'altra metà campo, il portiere della Nazionale Gianluigi Donnarumma è il portiere rossonero più battuto, avendo incassato 5 dei 21 gol gialloblu (in 4 presenze), per l'esattezza da Toni, Lee, Faraoni, Barak e autorete di Calabria.
Lo scorso anno il Verona andò vicinissimo all'impresa (7 novembre 2020, settima giornata) ma, dopo essere stato in vantaggio per ben 87 minuti, subì il gol del pari da Ibrahimovic al minuto 93. Abbiamo ancora negli occhi i primi 25 minuti di partita nella quale il Verona mise in grande soggezione il Milan, legittimando il doppio vantaggio: tap-in di Barak e un'autorete di Calabria su tiro al volo di Zaccagni. Dopo l'autorete di Magnani al 27', il Verona smarrì un po' di sicurezza e la ripresa fu un autentico assedio alla porta di Silvestri, che si guadagnò i titoli dei giornali per aver irretito Ibrahimovic dal dischetto (tiro alto). Il colpo di testa dello svedese al terzo minuto di recupero ci ha fatto riporre le bottiglie che attendiamo di stappare da 64 anni e 59 partite.
Massimo nel frattempo ci ha fatto sapere che il cane Conor non si sente pronto per la convivenza e che nessuno ha intenzione di demolire l'ingresso per fare entrare un biliardo, per cui non resta che tentare la Prima alla Scala.
Paolo
Lazio e Torino, che peraltro sono formazioni superiori, hanno evidenziato un tema già affrontato durante l'estate: la difesa. È innegabile che Sogliano abbia lavorato con maggiore attenzione alla scoperta prima e all'arrivo poi di giocatori di qualità a centrocampo e in attacco, in ottica plusvalenze. E si vede. Ogni partita scopriamo un gesto tecnico superiore alla media da parte di Harroui, Kastanos, Tengstedt, e perfino di Livramento e Mosquera. Altri ne arriveranno da nuovi giocatori che al momento non conosciamo bene perché si stanno ancora integrando. Per non parlare dell'evoluzione esponenziale di Belahyane che creerà non pochi, ma piacevoli, problemi di turnover al mister al rientro di Duda e Serdar. Sulla difesa invece non si è lavorato. O non abbastanza. Gli arrivi nel finale di Daniliuc e Bradaric non sembrano decisivi in un reparto dove Frese e Okou faticano ad adattarsi al livello del nostro campionato. E neppure i ritorni di Faraoni (bloccato a Verona solo a causa di un ingaggio pesante) e Ghilardi (mai veramente preso in considerazione) sembrano essere un valore aggiunto.
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