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PROSSIMO IMPEGNO
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CARROZZA 18 di seconda classe, posto 62, lato finestrino. A me piace viaggiare in treno, mescolarmi tra la gente, lasciarmi portare via, neutralizzarmi. Il posto indicato dal biglietto non lo pulivano da alcune settimane o da migliaia di chilometri, ma per un paio di ore poteva andare bene lo stesso: era questo il supplemento da pagare. La doccia serale avrebbe compensato il senso di varia umanità depositato sopra.
Dopo qualche minuto arriva un ragazzotto, mi saluta col capo e carica sopra di noi tutto il suo mondo, compresso in un borsone di tela blu. Si accomoda al mio fianco e inizia a diffondere cenni di sé con il suo cellulare. «SONO ARRIVATO A MILANO – SALUTAMI VERONICA – MI MANCHI TANTO – SONO UN Po'
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L'ultimo film di Woody Allen inizia con la seguente affermazione: “E' meglio essere fortunati che avere talento”. Questo principio ispirerà in maniera ossessiva tutto il racconto arrivando a riproporre più volte sia il quesito che la risposta. Del resto, l'autore stesso fa della Fortuna un'astrazione classista, una dimensione sociale. In questo mondo ci sono persone che nascono fortunate (Tom e Chloe), totalmente occupate a riempire una vita vuota con il proprio benessere, evitando ogni genere di preoccupazioni, noiosamente squallide. Poi ci sono persone meravigliosamente sfortunate (Nola), destinate a soccombere sul più bello. Infine ci sono persone dotate di talento, come il protagonista, proietta ... [continua]
In questo periodo è in atto un dibattito molto interessante che coinvolge studiosi, giornalisti e osservatori di varie scuole di pensiero teso a valutare la stabilità del ruolo di leadership statunitense nel nuovo millennio, giudicato da molti traballante. Fonti autorevoli individuano concreti sintomi di un progressivo degrado che porterà, negli anni a venire, a cedere l'attuale peso politico, economico e militare ad altre culture e civiltà. Dal punto di vista politico, i germi di questo declino si sarebbero sviluppati a partire dal crollo del muro di Berlino; mentre quello economico è causato dall'eccessivo indebitamento internazionale.Oltretutto, anche dal punto di vista storico, nessuna potenza colonialista è riuscita ad imporsi per un p ... [continua]
L'antefatto è noto a tutti: sette senatori romani, preoccupati del fatto che Giulio Cesare volesse fare di se stesso il sovrano assoluto di Roma, congiurano la sua morte alle Idi di Marzo. Il piano riesce perfettamente anche se le intenzioni del grande non erano proprio quelle da loro ipotizzate. A questo punto, occorre affrontare la piazza: qualcuno deve avere il coraggio di spiegare prima e giustificare poi l' omicidio di Stato al popolo romano e lo deve fare al Foro, di fronte a tutti.
Cassio, il congiurato più avveduto, ha qualche preoccupazione ma Bruto, figliastro di Cesare, lo rassicura contando molto sull'importanza delle motivazioni di fondo. Ci penserà lui a convincere Roma. La fonte delle sue inquietudini si materia ... [continua]
Le due borse di New York capitalizzano insieme il 48% del mercato azionario mondiale; le imprese americane, attraverso le loro multinazionali, producono il 65% del PIL dell'intero pianeta; circa il 64% delle transazioni internazionali è effettuato in dollari; gran parte delle Banche Centrali (in particolare quelle dei paesi asiatici e arabi) sono piene di Treasury Bonds, i titoli di stato americani, e li utilizzano come alternativa alle riserve auree. Tutte queste sono notizie banali, reperibili facilmente e quindi assolutamente inutili. Anche perché forniscono un'informazione incompleta della realtà, e anche parzialmente inesatta.
Le cose stanno diversamente. Il mondo è in mano a 300/350 famiglie, lobbie, gruppi di potere. So ... [continua]
L'aria della suite per Orchestra numero 3 in D maggiore BWV 1068 di Johann Sebastian Bach, aggiornata e impoverita per esigenze di tempo e di costume, altro non è che la celeberrima sigla del programma televisivo “Quark” di Piero Angela. Un pezzo arcinoto di un autore abbastanza noto. Ma unico e incommensurabile nel suo genere.
Oggi però, definito il contesto e il tema, parliamo della sua sublimazione: l'Arte della Fuga, ovvero, secondo la concezione e il significato tecnico dell'epoca, l'arte della ricerca e della improvvisazione musicale fine a se stessa. La Fuga appunto.
Solo fine a stessa?
Creata in tarda età (siamo nel 1749), pochi mesi prima di concludere la sua vicenda terr ... [continua]
Il bambino prende in mano la cosa come se fosse un panino gigante e la osserva con attenzione perché sembra proprio vera: è una vettura cabrio ultimo modello pluri-accessoriata in perfetta scala 1:100 rigorosamente made in China. La capovolge, la sbatacchia un po' e vorrebbe addirittura montarci sopra. Se solo c'entrasse.
Poi arriva il padre allarmato dall'uso improprio che ne vorrebbe fare il piccolo già pronto al lancio: deve assolutamente ammortizzare il costo pazzesco del giocattolo e protegge così il suo investimento. Più dura, più ha un senso la sua stupidaggine. Sempre che un giocattolo abbia un senso. Il bambino, che è più sveglio del padre, scopre la levetta e così la cosa prende vita e diventa un mostro: si accendono i fan
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«Il cane mi domanda e non rispondo. Salta, corre per i campi e mi domanda senza parlare e i suoi occhi sono due domande umide, due fiamme liquide interroganti e non rispondo, non rispondo perché non so e niente posso dire.
In mezzo ai campi andiamo uomo e cane.
Luccicano le foglie come se qualcuno le avesse baciate ad una ad una, salgono dal suolo tutte le arance a collocare piccoli planetari in alberi rotondi come la notte e verdi, e uomo e cane andiamo fiutando il mondo, scuotendo il trifoglio, per i campi del Cile, fra le limpide dita di settembre.
Il cane si arresta, corre dietro alle api, salta l'acqua irrequieta, ascolta lontanissimi latrati, orina su una pietra e porta la punta del suo muso a m ... [continua]
Una nota e suggestiva pubblicità rappresenta, in bianco e nero, una grande piazza di una città americana degli anni ’20 o ’30, con almeno 100.000 persone raccolte intorno ai loro ombrelli voltate verso un gigantesco schermo dove appare, in tutta la sua magnetica presenza, il Mahatma Gahndi. Sotto i pubblicitari hanno scritto: «Se avesse potuto comunicare così, oggi che mondo sarebbe?» Io, da parte mia, rispondo: sicuramente peggiore di questo!
Il vero problema, infatti, non è tanto quello di riprendere e celebrare in eterno le gesta del grande statista indiano, ideatore della resistenza ferma ma pacifica, quanto quello di riconoscere in maniera differente il ruolo opposto: quello del bastardo, del cattivo. Senza la deprec
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Durante le scuole medie, a Roma, io ero particolarmente invidioso di un mio compagno di classe, Claudio Mignelli, autentico campione nel gioco del calcio. Essere in squadra con lui, significava avere un notevole vantaggio rispetto agli avversari. Poco importava che Claudio non andasse molto bene a scuola, di lui mi piaceva lo stile spaccone e autoritario e le sue capacità agonistiche. Un giorno, finimmo per litigare per chissà quale motivo, ma doveva essere davvero serio se rischiai che i suoi pugni si abbattessero su di me. Dopo qualche ora, esausti e senza essere venuti a capo di niente, Claudio mi urlò: «Io ti odio. Perché sei bravo a scuola!» Io, senza perdere tempo, gli risposi: «Anch’io ti odio. Perché giochi bene a pallone!». Da allo ... [continua]
Lazio e Torino, che peraltro sono formazioni superiori, hanno evidenziato un tema già affrontato durante l'estate: la difesa. È innegabile che Sogliano abbia lavorato con maggiore attenzione alla scoperta prima e all'arrivo poi di giocatori di qualità a centrocampo e in attacco, in ottica plusvalenze. E si vede. Ogni partita scopriamo un gesto tecnico superiore alla media da parte di Harroui, Kastanos, Tengstedt, e perfino di Livramento e Mosquera. Altri ne arriveranno da nuovi giocatori che al momento non conosciamo bene perché si stanno ancora integrando. Per non parlare dell'evoluzione esponenziale di Belahyane che creerà non pochi, ma piacevoli, problemi di turnover al mister al rientro di Duda e Serdar. Sulla difesa invece non si è lavorato. O non abbastanza. Gli arrivi nel finale di Daniliuc e Bradaric non sembrano decisivi in un reparto dove Frese e Okou faticano ad adattarsi al livello del nostro campionato. E neppure i ritorni di Faraoni (bloccato a Verona solo a causa di un ingaggio pesante) e Ghilardi (mai veramente preso in considerazione) sembrano essere un valore aggiunto.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
H.Verona-Venezia?
Riepilogo stagionale e classifica generale
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