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PROSSIMO IMPEGNO
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Il figlio di un mio amico che vive a Londra soffre di una fastidiosa forma di asma legata all’inquinamento atmosferico. Quando è venuto in Italia per farmi visita con la sua famiglia, si è presentato munito di un apparecchio, grande più o meno come un palmare, in grado di rilevare il livello di inquinamento. Nel centro di Milano, città dove oggi risiedo, l’indicatore segnalava un inquietante 22. Il livello di guardia e di fastidio per il suo bambino, per mia conoscenza, era intorno a 25. Imbarazzato, vengo rassicurato dal fatto che ad Inverness, cittadina all’estremo nord delle Highlands scozzesi, sempre ventosa e in prossimità del mare del Nord, la macchinetta segnala generalmente un poco edificante 16. Ma lo straordinario è che ad Oxford Street, notissima via centrale di Londra, strada tra le più trafficate, in genere si evidenzia un valore pari a 13 o 14. Infatti la capitale inglese è munita di un particolare asfalto in grado di raccogliere e trattenere, come una grande spugna, tutto lo smog presente nell’aria.
Un altro mio amico, che vive a Boston e lavora presso la famosa Università, mi ha parlato di un avviato processo di sviluppo scientifico, presente negli Stati Uniti, basato sullo studio del metodo di analisi di grandi personaggi del passato. Immaginate che qualcuno raccolga e inserisca presso un computer il processo conoscitivo e l’ elaborazione delle informazioni di qualcuno che oggi non c’è più, ma che ha avuto un grande valore in vari campi della conoscenza. Raccogliendo i suoi appunti, le sue ipotesi, i test che ha fatto, le sue analisi e interpretazioni, si arriva a comprendere come questo genio si è posto di fronte ai problemi che ha avuto modo di affrontare. A questo punto, indipendentemente dalla permanenza in vita o meno del soggetto in questione, io posso sottoporgli nuovi quesiti e studiare come lui li avrebbe risolti. Ad esempio Keynes di fronte alla crisi economica del 2001, o Newton di fronte ad una particolare questione relativa alla fisica. Oltre a ciò, un certo numero di studenti vengono educati a «pensare» come questi grandi del passato. L’obiettivo fantastico è quello di utilizzare il percorso di analisi di grandi geni nella risoluzione dei problemi attuali. Se è vero che alla loro epoca essi non avevano i nostri mezzi attuali, oggi noi non abbiamo il loro ingegno e acume. E allora li recuperiamo attraverso la tecnologia.
Naturalmente, ciascuno conoscerà altre decine di esempi simili a questi. E io trovo tutto questo davvero fantastico. L’uomo infatti, sente assolutamente un grande bisogno di migliorarsi, di crescere, di svilupparsi. Direi che tende naturalmente a evolversi. Se non lo facesse, sarebbe destinato a scomparire, a morire.
Non mi interessa, a questo punto, affrontare argomenti più estremi e pericolosi, che finiscono con il chiamare in causa tematiche di carattere etico e religioso (tipo la clonazione), politico e sociale (lo sviluppo farmaceutico) e economico (le energie alternative). E’ difficile trovare in merito un punto d’incontro.
Il vero nocciolo del problema sta nella predisposizione naturale dell’uomo di conquistare uno standard migliore di vita, in difesa di se stesso, nell’interesse dei propri figli e delle persone che ama. E non è questa una mera versione ottimistica della vita. E’ un dato di fatto.
Al contrario, è facile verificare come il nostro attuale contesto storico appare per lo più deprimente e privo di certezze fondamentali. Il nostro quotidiano è infatti costellato continuamente da cattive notizie e il livello di fiducia di un futuro migliore oggi è decisamente ridimensionato rispetto a qualche tempo fa. Ma notizie come quelle dell’»asfalto mangia-smog» o dell’ «assistenza di Leonardo da Vinci», fanno davvero cambiare la prospettiva delle cose. Sono gocce di speranza di un domani migliore. Naturalmente questi fatti non cambieranno il nostro presente, ma un pochino il nostro modo di spiegare - a noi stessi e agli altri - la vita. E ci danno il coraggio di rendere le cose migliori o più semplici. Come quando creiamo spazi, strutture e assistenza per i disabili, le persone anziane e i bambini.
Basta poco per poter affrontare nel modo migliore una lunga e difficile giornata. Talvolta è sufficiente una buona notizia o un sorriso riconoscente.
Massimo
Lazio e Torino, che peraltro sono formazioni superiori, hanno evidenziato un tema già affrontato durante l'estate: la difesa. È innegabile che Sogliano abbia lavorato con maggiore attenzione alla scoperta prima e all'arrivo poi di giocatori di qualità a centrocampo e in attacco, in ottica plusvalenze. E si vede. Ogni partita scopriamo un gesto tecnico superiore alla media da parte di Harroui, Kastanos, Tengstedt, e perfino di Livramento e Mosquera. Altri ne arriveranno da nuovi giocatori che al momento non conosciamo bene perché si stanno ancora integrando. Per non parlare dell'evoluzione esponenziale di Belahyane che creerà non pochi, ma piacevoli, problemi di turnover al mister al rientro di Duda e Serdar. Sulla difesa invece non si è lavorato. O non abbastanza. Gli arrivi nel finale di Daniliuc e Bradaric non sembrano decisivi in un reparto dove Frese e Okou faticano ad adattarsi al livello del nostro campionato. E neppure i ritorni di Faraoni (bloccato a Verona solo a causa di un ingaggio pesante) e Ghilardi (mai veramente preso in considerazione) sembrano essere un valore aggiunto.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
H.Verona-Venezia?
Riepilogo stagionale e classifica generale
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