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PROSSIMO IMPEGNO
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Beh insomma, non possiamo certo lamentarci. Abbiamo chiesto al Verona di onorare la maglia, di lottare fino alla fine, di non mollare mai. Partivamo da una situazione drammatica ed hanno recuperato punti partita dopo partita, sprecando pure qualche occasione importante per venirne fuori definitivamente. Ma non importa. Questo fa parte del gioco e dello stress. Ora però la stagione ce la giochiamo tutta in 90 minuti, più eventuali rigori. Sarà una sfida veloce a chi ne ha di più.
Faccio fatica a fare una previsione. Dopo una corsa continua ad inseguire, a combattere contro i propri limiti tecnici e mentali, contro la paura di non farcela e dover dimostrare a se stessi di essere ancora vivi, è difficile comprendere in quali condizioni arrivi il Verona. Ansia, euforia e - speriamo in piccola dose - panico.
Due o tre vantaggi, almeno sulla carta, li ha: l'introduzione dello spareggio (rispetto ai punti accumulati negli scontri diretti) è una spinta sfacciata e fortunata per noi, significa che sulla carta non abbiamo né vento contrario né l'insidiosa bonaccia da gestire; alcuni gialloblù hanno vissuto recentemente la realizzazione di un'impresa altrettanto disperata (si pensi agli ex salernitani Djiuric e Verdi), altri sono stati abituati a non mollare mai (Magnani, Veloso, Tameze, Lazovic, Faraoni); infine c'è la spinta emotiva che ha l'inseguitore quando vede e non molla la presa di chi lo precede. Ma, inutile nasconderlo, ci sono anche alcuni svantaggi da affrontare, come la condizione fisica (ho visto la gara dell'Olimpico e lo Spezia mi è apparso molto più reattivo e in salute di noi) e l'esito sfavorevole degli scontri diretti quando siamo stati dominati al Bentegodi, e rischiato molto a La Spezia (l'errore di Kallon è stato più che compensato dal palo di Nzola e dal miracolo di Perilli). Ma forse era un Verona diverso da quello che mi aspetto di trovare domenica prossima. Almeno spero.
Sarà una gara sporca e brutta, tra due formazioni imperfette che hanno mostrato davvero poca qualità per restare in serie A e che si aggrappano all'ultimo vagone del treno di categoria con la sola forza della disperazione. Sapendo in anticipo che, chi vince, dovrà in ogni caso ripensare agli errori commessi e gettare le basi per un profondo cambiamento. Anche in questo partiamo alla pari: chi si salva dovrà comunque ripartire dall'anno zero.
Massimo
Colonna sonora: Jesus, Etc di Wilco.
Lazio e Torino, che peraltro sono formazioni superiori, hanno evidenziato un tema già affrontato durante l'estate: la difesa. È innegabile che Sogliano abbia lavorato con maggiore attenzione alla scoperta prima e all'arrivo poi di giocatori di qualità a centrocampo e in attacco, in ottica plusvalenze. E si vede. Ogni partita scopriamo un gesto tecnico superiore alla media da parte di Harroui, Kastanos, Tengstedt, e perfino di Livramento e Mosquera. Altri ne arriveranno da nuovi giocatori che al momento non conosciamo bene perché si stanno ancora integrando. Per non parlare dell'evoluzione esponenziale di Belahyane che creerà non pochi, ma piacevoli, problemi di turnover al mister al rientro di Duda e Serdar. Sulla difesa invece non si è lavorato. O non abbastanza. Gli arrivi nel finale di Daniliuc e Bradaric non sembrano decisivi in un reparto dove Frese e Okou faticano ad adattarsi al livello del nostro campionato. E neppure i ritorni di Faraoni (bloccato a Verona solo a causa di un ingaggio pesante) e Ghilardi (mai veramente preso in considerazione) sembrano essere un valore aggiunto.
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