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PROSSIMO IMPEGNO
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Già nei nostri calcoli, la sosta di fine marzo avrebbe dovuto definire la situazione del Verona: calendario invernale agevole, una serie di scontri diretti, squadra che si presentava rinvigorita dal contributo dei nuovi arrivati erano tutti elementi che potevano giocare a nostro favore. Il sogno era quello di agganciare lo Spezia e giocarsi le ultime partite in un vigoroso testa a testa. Tutto andato a ramengo. Il Verona ha mostrato, partita dopo partita, grossi limiti mentali, tecnici e persino fisici. Al contrario, Spezia e Sampdoria hanno dimostrato di avere una compattezza e un livello tecnico che noi neppure ci sogniamo. Ma è stata la partita con la Fiorentina la svolta negativa. Una gara gestita malissimo, sottovalutata sia dalla panchina che dai giocatori, nessuna contromisura, nessuno spirito di battaglia messo in campo. Da quel momento si sono spente le luci, accumulando solo stress e tanta confusione. Ci è andata bene a Spezia, dove l'errore di Kallon è stato compensato dal miracolo di Perilli, ma il palo di Nzola ci ha graziato contro un avversario molto più combattivo di noi; ci è andata bene anche con il Monza, padrone del campo per tutto il secondo tempo, contro il quale non abbiamo mai tirato in porta (salvo il gol di Verdi) anche questa volta graziati da Pessina. Non poteva finire altrimenti a Genova dove Gabbiadini ha ricordato a noi tifosi gli errori di un anno intero e ha sorpreso perfino il fatto che i doriani partissero con 7 punti in meno in classifica. Loro oggi hanno dimostrato di essere una squadra viva, noi invece ci siamo definitivamente arresi concedendo tutto il primo tempo. Ma che approccio è stato fatto alla gara?
E qui si apre il cinema di un film horror che solo un presidente presuntuoso e distante come Setti (che lo scorso maggio lodava se stesso per la sua capacità manageriale) è riuscito a confezionare con tanta abilità. Come si fa a distruggere il Verona di Tudor e D'Amico in così poche settimane? Se lo avesse fatto affidandosi al caso non ci sarebbe riuscito. Invece gli è venuto tutto bene, fesseria dopo fesseria.
Del resto, come si fa a vendere così male Barak, Simeone, Caprari e Casale sostituendoli con un esercito di scarti pagati pure tanto cari da rimetterci 5 milioni e mezzo di sbilancio negativo in sede di mercato? Oddio, se ti affidi a Marroccu per sostituire D'Amico, o pensi che un Cioffi qualunque e la sua prosopopea possano compensare Tudor, e se cerchi infine di rimettere tutte le cose apposto lasciando la squadra in autogestione a Bocchetti (quelle 6 sconfitte consecutive ci hanno letteralmente dissanguato) e poi al povero Zaffaroni, tecnico da Lega Pro, meriti davvero di retrocedere per incoscienza e supponenza. Di Sogliano inutile parlare, è stato lui stesso vittima di un portafoglio vuoto e dell'ambizione di riemergere dopo le delusioni di Padova.
La cosa che mi dà più fastidio, a questo punto, è l'umiliazione che dovremo subire le prossime 11 gare quando verremo asfaltati da Juventus, Napoli, Atalanta, Inter e Milan e dalle altre squadre che sono abituate a dare spettacolo. Chissà se riusciremo a non finire ultimi in classifica anche questa volta, come accadde con Mandorlini – Del Neri, o penultimi con Pecchia. Del resto, la Cremonese è a «soli» 6 punti. In genere, la storia solo casualmente tende a ripetersi. Quando accade, ha sempre un colpevole ben preciso.
Massimo
Colonna sonora: Strangers in the Night, nella versione casareccia di Johnny Dorelli. Il massimo a disposizione per Setti.
Lazio e Torino, che peraltro sono formazioni superiori, hanno evidenziato un tema già affrontato durante l'estate: la difesa. È innegabile che Sogliano abbia lavorato con maggiore attenzione alla scoperta prima e all'arrivo poi di giocatori di qualità a centrocampo e in attacco, in ottica plusvalenze. E si vede. Ogni partita scopriamo un gesto tecnico superiore alla media da parte di Harroui, Kastanos, Tengstedt, e perfino di Livramento e Mosquera. Altri ne arriveranno da nuovi giocatori che al momento non conosciamo bene perché si stanno ancora integrando. Per non parlare dell'evoluzione esponenziale di Belahyane che creerà non pochi, ma piacevoli, problemi di turnover al mister al rientro di Duda e Serdar. Sulla difesa invece non si è lavorato. O non abbastanza. Gli arrivi nel finale di Daniliuc e Bradaric non sembrano decisivi in un reparto dove Frese e Okou faticano ad adattarsi al livello del nostro campionato. E neppure i ritorni di Faraoni (bloccato a Verona solo a causa di un ingaggio pesante) e Ghilardi (mai veramente preso in considerazione) sembrano essere un valore aggiunto.
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