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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

JUVENTUS - VERONA 1-0 - Questa volta Davide non ce l'ha fatta contro Golia

Hellastory: Le Ultimissime

dal nostro inviato La_Signora

Sabato 9 dicembre 2006 ore 9.45 mi devo proprio alzare, stancamente scendo dal letto e mi preparo al grande giorno, sono mesi che parliamo del derby di casa, derby che a essere sinceri avrei volentieri evitato (in B!).

Ore 11.15 arrivano le mie sorelle con i loro monili juventini, Fabio dal canto suo ha già indosso la maglietta dell'Hellas, ok, il derby è iniziato.

Ore 12.00 partiamo alla volta di Torino, devo controllare la strada, non più quella familiare del Delle Alpi, andiamo all'Olimpico, non più la massima serie, per la prima volta mi troverò di fronte alla Signora che gioca nella serie cadetta.

Ore 12.30 siamo ancora a Milano, dobbiamo fare benzina, inizio a sentire l'agitazione del prepartita, ho letto che Alex giocherà, magari non dall'inizio, ma mi va bene, intanto lo vedremo.

Ore 15.00 siamo davanti all'Olimpico, in fila per ritirare i biglietti, non mi fa una bella impressione dall'esterno.

Ore 15.20 entriamo attraverso due cancelli uno immediatamente dietro l'altro, sembra di entrare nella casa dei puffi per quanto è stretto.

Come al solito mi perquisiscono, ma ho la faccia da delinquente?!? Comunque entriamo, ok è uno scherzo, ora mi volto torno indietro e si ricomincia ... non è uno scherzo siamo proprio nello stadio del subbuteo.

Non mi piace proprio lo stadio, stiamo tutti stipati su gradini scomodi e stretti, la struttura benchè nuova non è all'altezza delle aspettative, l'Olimpico avrebbe dovuto essere diverso!

Ore 15.25 Pegolo è lì a scaldarsi, ha una calzamaglia che pare quella di Roberto Bolle (ballerino, n.d.a.), ma meglio stare zitta visto che Buffon arriva in pigiama! Ci sono tre babbi natale (arbitro e guardalinee) dai calzoncini e calzette rosso fuoco.

Ore 15.31 Entrano in campo, entra la Juve, ma non mi emozione come accade di solito, sono tesa, nervosa, distratta e soprattutto ho un desolante ritorno alla realtà che mi accompagnerà fino all'uscita dallo stadio: la Vecchia Signora è in B e si presenta contro un dignitosissimo Hellas Verona con una formazione che è più vicina a quella di una squadra giovanile che non a quella della squadra Campione d'Italia.

La Vecchia Signora è proprio in serie B.

La Vecchia Signora è proprio in serie B.

Me lo continuo a ripetere.

Cerco di stare tranquilla, in fondo alcune cose per fortuna non cambiano mai, ovvero:

1. il mio amore per la Juventus;

2. le postazioni fortunate in cui ci disponiamo io e le mie sorelle, ovviamente corredate dalle sciarpe, cuscini e cappellini portafortuna;

3. le urla scaramantiche e un pò sconnesse di mia sorella Gabri;

4. le dichiarazioni d'amore (ad alta voce e senza imbarazzo suo - il mio c'è e come di fronte a queste scene) di mia sorella Vale per Del Piero;

5. i coretti della curva sud che a volte sono proprio imbarazzanti (ok l'inno di qualche anno fa per Zizou sulle note di Mickey Mouse, ma I will survive versione coro da stadio non lo reggo!);

6. la gelida antipatia dei tifosi di casa (ok magari ci sono dentro anch'io!);

7. l'inno.

Sulle note dell'inno (che mi piace un sacco) mi sciolgo un pò, inizio a cantare ... Juve, storia di un grande amore, bianco che abbraccia il nero, un coro che si alza davvero per te ... e Juve per sempre sarà ...

Ore 16.00 Le squadre scendono in campo, entrano anche i fortunati butei helladini che sono riusciti ad accaparrarsi uno dei pochi biglietti messi a disposizione.

Ore 16.01 primo calcio d'angolo per la Juve, subito dopo ce ne è anche un secondo, la Juve spinge. Ma è il Verona che si fa pericoloso sette minuti dopo. Il primo tempo scorre ma non mi diverte, il Verona ce la sta mettendo tutta, bene Pedrelli, molto bene Pegolo (direi migliore in campo), si fa vedere Italiano, in fondo anche Iunco non sta giocando male!

Ecco, il Verona sta giocando con la tenacia di Davide che sfida Golia, corre, non si arrende, insomma gioca.

Dall'altro lato c'è Golia, tronfi del suo nome e della sua storia i giocatori fanno il minimo indispensabile, mi è piaciuto molto Palladino-calamita (ragazzi ma avete visto come arpiona la palla!) e Giorgio-corricorri-Chiellini. Ho visto bene i campioni del mondo in campo. Bojinov e Zalayeta, invece mi hanno un pò deluso ( Zalayeta-Pibe de oro -come lo chiama mia sorella, non so se perché lo stima o perché lo sfotte- l'ho trovato un po' regredito, va bè rientrava dall'infortunio). No comment su Zebina, è un giocatore che non mi piace proprio.

Finisce il primo tempo.

Ore 17.11 Juventus-Verona, 1-0 CAMORANESI.

Ore 17.17 ENTRA ALEX DEL PIERO.

Ore 17.22 Colpo di tacco di Alex, fantastico come sempre.

Ore 17.29 Zalayeta fallisce una ghiotta occasione per il raddoppio.

Tutto il resto è noia.

Mi affido alle parole del Mister Didier Deschamps che commenta così la vittoria sul Verona: “Dopo un primo tempo mediocre, in cui eravamo un po' lenti, nella ripresa abbiamo spinto tanto e avuto tante buone opportunità. Il loro portiere ha fatto parate incredibili, peccato perché si poteva chiudere definitivamente la partita, invece sull'1-0 si rischia sempre” (fonte: www. juventus.it)

Sono tornata a casa felice perché nonostante la serie B la Juve è sempre la stessa e per questo è la mia squadra, perché è determinata, spietata, perché sa giocare e sa vincere, perché -come dice un coro che ho imparato e che cantavo quando andavo a vedere il mio Potenza- cambiano i presidenti, gli allenatori, i giocatori, ma la JUVE resterà per sempre nel mio cuor.

Cari amici e onesti avversari helladini, vi racconto sinceramente cosa ho visto sabato 9 dicembre 2006: ho visto Davide, interpretato da un bel Hellas Verona, giovane e grintoso, ma stavolta (e purtroppo non solo stavolta) inefficace, e ho visto Golia, una Juve concreta, magari non bellissima, ma molto molto efficace.

Questa volta Davide non ce l'ha fatta contro Golia e Golia si appresta a tornare laddove le spetta di stare.



Hellastory, 12/12/2006

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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