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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

VE LI RICORDATE? - I PROTAGONISTI DELLA C, terza parte


VE LI RICORDATE? - I PROTAGONISTI DELLA C, terza parte
VE LI RICORDATE? - I PROTAGONISTI DELLA C, terza parte
VE LI RICORDATE? - I PROTAGONISTI DELLA C, terza parte

La delusione è tanta specie dopo che anche il ripescaggio in B sfuma in estate a favore della Triestina ma Martinelli non è certamente il tipo che si abbatte facilmente; si mette al lavoro e riparte con nuovi interpreti la stagione 2010/11. Bonato torna a Sassuolo dove ancora oggi opera ed il suo posto di direttore sportivo viene coperto da Mauro Gibellini, profondo conoscitore della piazza gialloblu e tuttora in cerca di ingaggio dopo l'esperienza al Como. Gibellini per il mercato non ha a disposizione molti denari però con intelligenza costruisce una squadra competitiva. Affonda i colpi sugli ex giocatori del Gallipoli in fuga dalla Puglia e porta a Verona i difensori Scaglia e Abbate ed il centrocampista Mancini. Il primo, nonostante l'età non più verdissima, gioca ancora in B a Vercelli mentre gli altri due se la cavano in Lega Pro rispettivamente con Pavia e L'Aquila.
A completare la colonia ex Gallipoli viene assunto l'allenatore di quella squadra, Giuseppe Giannini detto il principe, ex talento della Roma e della Nazionale . Poi Gibellini assembla un gruppo variegato composto da giovani di prospettiva e da giocatori esperti che garantiscono solidità di rendimento. Tra i primi si affaccia in Europa un promettente difensore argentino, Santiago Vergini che ora gioca titolare nel Sunderland nella Premier inglese e due ragazzi del Brescia, Martina Rini, tornato ora nel suo club di origine, e Paghera che ora milita nel Lanciano in B. Chi invece non è riuscito a sfondare è stato il brasiliano Anderson che al termine di quella stagione lascerà l'Italia. Gibellini poi va sul sicuro per l'attacco portando a Verona un prolifico giocatore austriaco, Pichlmann che ora è tornato in Italia a giocare (e segnare) in Lega Pro col Grosseto e una coppia che in Lega Pro col Pergocrema non aveva deluso: Le Noci e Ferrari. Il primo è venuto a Verona con grosse aspettative ma non si è ben inserito ed è tornato a segnare, parecchio, in Lega Pro ora con la maglia del Como. Il secondo, che doveva essere poco più di una spalla, da noi ha dato una svolta alla sua carriera e rimarrà per i tifosi il simbolo della rinascita dopo tante delusioni; ora è apprezzato in B nel Modena.

I veri colpi di mercato sono però quelli del difensore Maietta, grande condottiero e capitano dell' Hellas che a Verona ha conosciuto a 31 anni la serie A prima di approdare questa stagione a Bologna e soprattutto Halfreddsson, un gigante scandinavo ripescato dalla serie B inglese che, qui a Verona, ancora oggi, è considerato insostituibile.
Oltre ad essere testimonial della banca sponsor di quell’anno, alcuni ragazzi che completavano la rosa di allora raccolsero qualche presenza. Napoli e Malomo per esempio, formati nelle giovanili di Inter e Roma giocano ora in lega pro con Pisa e Pavia. Il portiere di riserva Caroppo milita nei dilettanti del Nardò mentre i brasiliani Joao Pedr ed Emerson Marcelina hanno lasciato l’Italia per trovare fortuna il primo in patria ed il secondo a Malta. Chi invece si è dimostrato in gamba e sta raccogliendo successo è Torregrossa che dopo aver segnato molto in lega pro si sta rivelando a suon di marcature uno dei bomber più promettenti della serie B a Crotone. Tutto il contrario di Khadrejnane, definito frettolosamente il nuovo Nasri e arrivato qui circondato da tante aspettative alimentate da giornalisti affamati di scoop. Ma come rivelato da Hellastory, la sua dimensione attuale è la quinta serie francese con l’Alencon .

Giannini, che attualmente guida la nazionale libanese, però fatica a fare risultati e, anche a causa di una serie di infortuni, la squadra non decolla tanto che Martinelli in perenne ricerca di aiuto nella conduzione societaria, decide per l'esonero ai primi di novembre. Il suo posto viene preso in panchina da Andrea Mandorlini, reduce da una cocente delusione in Romania col Cluj dove ha vinto molto ma senza tante spiegazioni è stato messo alla porta prima di iniziare la stagione di Champions league. Dopo un avvio prudente con cinque pareggi consecutivi Mandorlini e i suoi ragazzi iniziano una marcia trionfale che li porterà a disputare, e a vincere, la finale play off nell'inferno di Salerno ed a tornare, dopo quattro stagioni di purgatorio, in serie B.

E' la fine di un incubo in cui l'amato Hellas ha visto di tutto: decine di giocatori, sette allenatori, vari presidenti, direttori sportivi e presunte cordate di acquisto ma che ha sempre avuto, sia in trasferta che in casa, il sostegno di migliaia di sostenitori che mai hanno lasciato sola la squadra e che tuttora con orgoglio portano in alto il simbolo dell'Hellas. Ora, in serie A ancora con Mandorlini i traguardi sono altri, la salvezza tranquilla, l'Europa League, la valorizzazione di alcuni giocatori divenuti appetibili a livello internazionale ma nulla è stato regalato; tutto è partito da quegli anni di C in cui la cancellazione (o peggio ancora la fusione con l'altra realtà cittadina) dell'Hellas Verona dal panorama calcistico italiano sembrava solamente questione di tempo. Tempo che purtroppo non ha avuto il nostro amato presidente Martinelli che poco più di un anno fa ci ha lasciato premurandosi però di dare un futuro solido alla sua società di calcio e ai suoi tifosi con la consegna nelle mani affidabili dell'attuale proprietà .

Fine della terza e ultima parte

Arturo

Rileggi la prima parte

Rileggi la seconda parte



Hellastory, 17/11/2014

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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