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PROSSIMO IMPEGNO
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"Passeranno i giocatori, il presidente, l'allenator, ma il Verona resterà per sempre nel mio cuor"... non c'è niente da fare, anche in stagioni come quella passata in cui giocatori, allenatore, società si rendono interpreti di un'avventura da applausi, a rimanere sul trono, a Verona, è sempre la tifoseria. Presente, viva, appassionata, indissolubilmente legata alle sue radici e alla sua fede, aldilà di tutto e di tutti, del bene e del male, di anni felici e di anni bui, la tifoseria del Verona, che ha tenuto in piedi l'Hellas anche quando tutto sembrava perduto, dal punto di vista economico e sportivo, ha dimostrato in questa annata finalmente felice di poter continuare a rappresentare il volano principale per il ritorno della nostra società nei massimi palcoscenici del calcio. Impossibile chiudere lo speciale dedicato alla stagione appena passata senza dedicare ai tifosi un doveroso spazio.
Odiata e temuta, ma anche sommessamente ammirata ed emulata, la Curva Sud e in generale la tifoseria dell'Hellas rimane uno dei (pochi) grandi spettacoli rimasti sugli spalti degli stadi d'Italia. L'applauso ed i cori con il quale Curva e tribune hanno salutato la propria squadra al termine della dolorosa sconfitta con il Varese lasciano ancora i brividi a distanza di un mese ed hanno ancora una volta, se ce ne fosse stato il bisogno, attirato lo sguardo incuriosito, invidioso ed incredulo di buona parte delle tifoserie dell'Italia pallonara. Ma oltre che per intensità, il pubblico gialloblu continua ad eccellere anche per numeri; la stagione si è chiusa con una media presenze al Bentegodi di 14.084 (14.200 considerando anche la semifinale di play-off), dietro solo a due squadre "metropolitane" e promosse in serie A come Sampdoria, a 20.854 e Torino, a 15.897. Il Pescara del calcio-spettacolo di Zeman, che tanto pubblico di "amanti del calcio", oltre che di tifosi, ha richiamato, si è fermato a 13.940; poi il vuoto: la quinta, il Padova è distanziata di sei mila unità, a 8.094, il Vicenza, sesto, a 6.221 ed il Bari, settimo, addirittura a 5.275.
Ma la forza e il prestigio della tifoseria scaligera è confermata anche dalle presenze in trasferta. L'Hellas Verona è infatti la squadra che ha fatto segnare il record di presenze in pù stadi, ben cinque: Albinoleffe, Brescia, Juve Stabia, Padova e Vicenza. Le blasonate Sampdoria (Crotone, Nocerina e Varese) e Torino (Grosseto, Reggina e Sampdoria) si sono dovute fermare a tre. Memorabili e spettacolari le trasferte di Genova, Torino e, per numerosità, Albinoleffe. Senza contare Parma e Roma in Coppa Italia.
Grazie alla compresenza di tifoserie numerose ed appassaionate come appunto Verona, Torino, Sampdoria e Pescara il campionato di B 2011/12 ha chiuso con una presenza media a partita di 6.287, con un + 20% rispetto alla stagione precedente ed il miglior risultato dal 2006/07, guarda caso, l'ultima stagione in B del Verona prima della caduta in serie C.
Una vittoria che ha ringalluzzito il presidente Abodi ma che, è certo, si rivelerà un fuoco di paglia. Le promozioni di Sampdoria, Torino e Pescara hanno portato infatti via in un solo colpo il 37% del pubblico della serie B (il Verona da solo rappresenta il 10,2%), e un altro 12% è sparito con le retrocessioni di Vicenza (sesta tifoseria per presenze), Nocerina (decima), Gubbio (quindicesima) e Albinoleffe (penultima). Un vuoto enorme - in pratica metà pubblico se ne è andato - che di certo non verrà colmato dalla neo-retrocesse: il Novara, che due anni fa in una stagione esaltante culminata con la promozione non era riuscito a far meglio di 5.449 presenze a partita; il Lecce, che dopo retrocessione e uscita di Semeraro, difficilmente supererà le 5.000 unità; l'unica piazza calda potrebbe essere quella di Cesena che nell'ultima stagione di B aveva fatto segnare una media di 11.272. Piuttosto desolante è anche lo scenario delle neopromosse dalla Lega Pro: se Ternana e Spezia potrebbero infatti sorprendere con una media di 6-7 mila spettatori a partita, Lanciano e Pro Vercelli difficilmente supereranno le 2.000-2.500 presenze a partita.
A conti fatti, con questo nuovo scenario sarà già un miracolo se gli spettatori medi a partita della prossima serie cadetta rimarranno sopra le 5.000 unità, il che confermerebbe l'ormai inevitabile trend di svuotamento degli stadi, registrando il peggior risultato dell'ultimo trentennio almeno. E questo se da un lato può diventare un grande vantaggio per la nostra società, che diventerà di gran lunga la piazza più importante della serie cadetta, dall'altro sta già portando grosse difficoltà di ritorno economico. Non a caso la prima asta per la vendita dei diritti televisivi della serie cadetta per digitale e satellite fino al 2014, è andata deserta, e Mediaset e Sky si sono dette interessate sì, ma solo in cambio di un lauto sconto. Vien da dire inevitabile visti i tempi di crisi e la pochezza di molte delle piazze che parteciperanno alla prossima serie B...
Ma dei dirtti tv poco importa alla tifoseria gialloblu che preferisce tenersi strette quelle emozioni che ogni volta proviamo all'entrata del nostro amato Bentegodi... il groppo alla gola che sale quando i nostri beniamini entrano in campo e dalla Curva si leva maestoso il coro sulle note dell'Aida... e a fine partita, quando l'imperioso e incessante "Alè Verona" chiude questo formidabile rito domenicale collettivo. E' passato neanche un mese dall'ultima al Bentegodi ma già ne sentiamo forte la mancanza...
Francesco
Alla fine, non è partito nessuno. O meglio, sono andati via quelli che a giudizio di Sogliano (e nella percezione di gran parte dei tifosi) avevano concluso il loro percorso sia tecnico che motivazionale con il Verona: Veloso, Ceccherini, Lasagna, Verdi, Tameze. Forse, l'unica rinuncia importante è stata Depaoli, ma il riscatto a 2,5 mln era eccessivo. Tanto vale allora puntare su un Tchatchoua qualunque e vedere come va. Di conseguenza, l'unica plusvalenza è stata Sulemana, in ottica restyling di bilancio al 30 giugno. Indubbiamente qualcosa è cambiato gli ultimi giorni. Il direttore sportivo, già contro la Roma giustificava la mancata rivoluzione di rosa promessa a Baroni, per «le difficoltà in uscita». Difficoltà che evidentemente sono venute a mancare a causa della fallita triangolazione Berardi > Juventus e Ngonge > Sassuolo e per la volontà, piuttosto evidente, di non rinunciare a Hien.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
Milan-H.Verona?
Riepilogo stagionale e classifica generale
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