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1978/1979, parte 2 - CAMPIONATO

Il campionato 1978-79 comincia il primo ottobre: alla prima giornata il Verona riceve la visita della Roma che, è bene ricordarlo, negli anni Settanta non era propriamente uno squadrone. Finisce 1-1 con molti rimpianti: i gialloblu, passati in vantaggio al 54’ grazie ad un rigore di Calloni, si fanno raggiungere da Pruzzo all’81’. Il Verona desta tuttavia buona impressione, tenuto anche conto delle assenze di Franzot e Trevisanello che obbligano Mascalaito a far giocare il giovane Antoniazzi, appena alla seconda presenza in serie A.

AC Verona 1978/79
La formazione del Verona scesa in campo alla prima giornata contro la Roma.
In piedi da sx: Logozzo, Antoniazzi, Calloni, Mascetti, Massimelli, Superchi; accosciati da sx: Esposito, Bergamaschi, Spinozzi, Negrisolo, D'Ottavio.
Foto Wikipedia.

Le maggiori preoccupazioni arrivano dal calendario: il Verona è atteso dalla trasferta di Torino con la Juventus e dalla gara interna con l’Inter. Per il mister gialloblu è però preferibile incontrare gli squadroni all’inizio, quando sono meno rodati. A Torino questa teoria non regge. Il Verona deve rinunciare ancora a Franzot e Trevisanello e inoltre è indisponibile Antoniazzi, per cui arriva il momento del debutto di un altro giovane, il 18nne Stefano Rigo. Il Verona illude portandosi in vantaggio con Calloni dopo 7 minuti, poi subisce una clamorosa rimonta bianconera ed esce sconfitto 6-2. Particolarmente sanguinoso l’inizio di ripresa quando, dal 47’ al 59’, Superchi viene infilato per ben 4 volte in 12 minuti. Garonzi non la prende bene e davanti ai taccuini della stampa parla di “umiliazione” e salva soltanto Rigo. Mascalaito invece parla di “autolesionismo”, di una squadra che ha affrontato la Juventus in scioltezza e con marcature scolastiche. Insomma, c’è molto da lavorare ancora.
Nel frattempo Garonzi ha chiuso con il Foggia per lo stopper Carmine Gentile, che dovrebbe rinforzare una difesa apparsa quantomai vulnerabile. All’indomani della gara, i commenti della stampa locale sono abbastanza indulgenti, mentre sui giornali nazionali il Verona viene massacrato. Il Corriere della Sera parla di spettacolo “patetico”, con una squadra vera opposta ad “un gruppo di giocatori tecnicamente maldestri e atleticamente spenti”. La Gazzetta dello Sport definisce già il Verona una squadra “materasso”.
Alla terza giornata al Bentegodi arriva l’Inter di Eugenio Bersellini. Sotto la gestione di Valcareggi, il Verona ha sempre ben figurato con la formazione nerazzurra al Bentegodi, dove ha colto 2 pareggi e una vittoria 1-0 nell’ottobre del ‘76 (gol di Busatta). Anche stavolta l’Inter non riesce ad imporsi: il Verona serra le maglie della difesa e porta a casa un prezioso 0-0 che dà morale. Calloni e D’Ottavio vengono abbandonati al loro destino in attacco, ma dietro non si passa. Spinozzi e Logozzo, probabilmente stimolati dall’acquisto di Gentile che segue la partita dalla tribuna, marcano implacabilmente Altobelli e Muraro; il resto lo fa Superchi. Sembra già alle spalle la debacle contro la Juventus, ma al moderato ottimismo che pervade i tifosi fa da controaltare il parere degli addetti ai lavori esterni, secondo cui l’Inter, più che dall’avversario, è stata frenata dai propri errori. Sono già in pochi a scommettere sulla salvezza.

Carmine Gentile
Carmine Gentile, rinforzo di ottobre per la difesa di Mascalaito.

La quarta giornata è quella che dovrebbe finalmente dire di che pasta è fatto il nuovo Verona: finito il ciclo con le grandi “strisciate”, la formazione gialloblu è attesa dall’Avellino, neopromossa ancora ferma a 0 punti in classifica. Mascalaito recupera anche Franzot che parte dalla panchina, fa esordire Carmine Gentile, e deve rinunciare al solo Trevisanello, sostituito a centrocampo da Esposito. Praticamente il Verona può disporre della formazione tipo. In campo l’Avellino si dimostra poca cosa, e il Verona nei primi minuti gestisce il gioco ma sembra poco intenzionato a rischiare. Al 29’ l’episodio che segna la gara: fallo di mani in area di Spinozzi, l’arbitro Lops di Torino assegna il rigore all’Avellino che De Ponti trasforma. Da qui in avanti è un’altra partita e il Verona, alla ricerca del pari, attacca anche con Gentile e Negrisolo, lasciando varchi alla velocità degli attaccanti irpini. Superchi sventa almeno 2 palle gol ma poi si arrende al raddoppio di Massa. Finisce 2-0 per l’Avellino che conquista i suoi primi storici punti in serie A. “Solo il Verona poteva perdere al Partenio”, commenta amaro Calloni. E’ una sconfitta pesante ed inattesa, che lascia il segno e che alimenta dubbi fra i tifosi sulla reale consistenza della squadra.
Il colpo di grazia lo assesta l’Ascoli sette giorni dopo vincendo 3-2 al Bentegodi grazie ad una tripletta dell’altro Trevisanello, Carlo, fratello del gialloblu Stefano. Inutile la doppietta di Calloni che comunque, con 5 reti in 5 gare (3 però su rigore) sembra tenere fede ai suoi propositi di rivalsa dopo che da Milano era stato praticamente cacciato con la fama di “untore”. Per completare l’attacco gialloblu è stato nel frattempo ingaggiato in prestito dal Genoa Giuliano Musiello: a quanto pare il giovane D’Ottavio non è ritenuto all’altezza. Dopo lo 0-0 di Vicenza, il Verona alla settima giornata riceve l’Atalanta, ultima in classifica con 2 punti. C’è solo un risultato, la vittoria, ma dopo il vantaggio iniziale di Mascetti arriva il pari di Paina e la partita termina 1-1. Fuori dallo stadio inizia la contestazione e per Garonzi è il momento di prendere delle decisioni. E’ il capolinea per Mascalaito, sostituito in settimana da Beppone Chiappella, che la stagione precedente aveva compiuto un mezzo miracolo salvando la Fiorentina. Per Garonzi la maggior lacuna di Mascalaito era il fatto di non poter andare in panchina: lui stesso era convinto che la federazione avrebbe concesso la deroga ma, una volta visto che questa non poteva essere ottenuta, e considerati i 4 punti in 7 gare, è diventato necessario il cambio alla guida.

Giuseppe Chiappella
Giuseppe Chiappella chiamato a sostituire Mascalaito dopo il pari interno contro l'Atalanta.

Se Chiappella aveva fatto miracoli a Firenze, non altrettanto si può dire del suo operato a Verona. Dopo 2 sconfitte esterne a Firenze e a Roma con la Lazio, il Verona coglie finalmente alla decima giornata il primo successo, 1-0 sul Bologna, con rete di Musiello. E’ un fuoco di paglia: dalla 14ma alla 23ma giornata il Verona mette insieme un record negativo che sarà difficile battere: 10 partite consecutive senza segnare un solo gol! La striscia di digiuno è dettagliata, per gli amanti delle statistiche, in questo articolo di Carlo, e coincide con 9 sconfitte e il solo pari 0-0 nel derby col Vicenza. Alla 19ma giornata l’Avellino concede il bis e centra la sua prima vittoria esterna in serie A espugnando il Bentegodi. Manca ancora la matematica, ma la squadra gialloblu è già retrocessa a inizio marzo, quando ad Ascoli, a poco dal termine un gol di Perico schioda lo 0-0 e sancisce la settima sconfitta consecutiva. Siamo alla 20ma giornata e il Verona è mestamente ultimo in classifica con 8 punti, a 9 lunghezze di distacco dalla salvezza. In molti pensano che la decisone di allontanare Mascalaito sia stata un errore, ma ormai non c’è più tempo per ripensamenti. Ciò nonostante, la seconda e ultima vittoria in campionato arriva proprio nel momento in cui Garonzi sembra aver dato l’ultimatum a Chiappella. Il primo aprile 1978 (sembra davvero uno scherzo) Antoniazzi e Musiello segnano 2 gol negli ultimi 5 minuti di gara e regalano al Verona il successo 2-0 sulla Lazio. Successo che serve a salvare la faccia, a stoppare un’incredibile serie negativa, e a tenere Chiappella sulla panchina gialloblu. Ma non ci sono più speranze di salvezza. E’ già il momento di pensare al futuro. Durante il campionato vengono fatti esordire i giovani Vignola, Giglio, Drezza, Fraccaroli, Guglielmi, Guidotti e Cinquetti.

Superchi in tuffo
Superchi in tuffo devia un tiro di Garlaschelli in Lazio-Verona 1-0.
Foto Laziowiki.

La squadra mantiene perlomeno la dignità e chiude il campionato con 3 pareggi consecutivi con Perugia, Torino e Napoli. Alla fine i punti saranno solo 15, con una media di un punto ogni 2 partite. Soltanto 2 le vittorie, 11 i pareggi, e ben 17 le sconfitte, di cui 6 al Bentegodi. Solo 14 i gol fatti, di gran lunga il peggior attacco del campionato. Miglior marcatore Calloni con 6 reti di cui 3 su rigore. D’Ottavio, attaccante su cui si era riposta molta fiducia, chiude la stagione con 19 presenze e 0 reti. Garonzi, dopo il solito tira-molla, decide alla fine di lasciare. La risalita non sarà così immediata: bisognerà attendere il ritorno a Verona di un certo Osvaldo Bagnoli.

Il Verona 1978/79 all'ultima uscita stagionale
La formazione scesa in campo all'ultima giornata contro il Napoli. In piedi da sx: Spinozzi, Superchi, Mascetti, Guidolin, Gentile, Musiello. Accosciati da sx: Franzot, Negrisolo, Trevisanello, Vignola, Cinquetti.

Paolo





Hellastory, 14/04/2016
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