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L'AMBIZIONE DI CONFERMARSI


L'AMBIZIONE DI CONFERMARSI

Juric ha due meriti dei quali gli diamo atto, D'Amico uno solo ma decisivo. Partiamo con il mister. Il suo primo è di natura professionale perché, a questo punto della stagione e alla terza sconfitta consecutiva, sta riuscendo comunque nella difficile impresa di confermarsi. Alla 28° giornata giriamo solo 1 punto sotto lo scorso campionato, e ricordo che all'epoca avevamo gli stessi punti del Parma e 1 più del Cagliari, entrambi oggi ad un passo dalla B. Questo la dice lunga di quanto sia difficile ripetersi. Conferma, ad esempio, che non riuscì a Mandorlini che, dopo l'exploit del 2013/14 con 54 punti e altrettanto spettacolo, chiuse l'anno successivo sotto di 8 punti e 3 posizioni in classifica innescando inevitabilmente il progressivo declino che portò alla successiva retrocessione del terzo anno. Il Verona oggi rappresenta una realtà ben collocata in un arco di potenziale che va dal Sassuolo (che comunque ha molti più mezzi di noi e ci è tecnicamente superiore) al Genoa. Chiedere di più a questa rosa non è oggettivamente possibile anche perché composta essenzialmente da giocatori appartenenti a questa fascia di valore (i nuovi sono essenzialmente tutti ex udinesi e genoani). Confermarsi, soprattutto se non hai in squadra un talento di valore assoluto alla Ibrahimovic in grado di compensare eventuali prestazioni imperfette dei compagni, è davvero importante e rassicurante.

Alcuni, a sproposito, hanno alzato le aspettative in attesa di un presunto salto di qualità salvo poi rimanere delusi quando Roma, Milan e Atalanta hanno evidenziato non tanto i nostri limiti, quanto la loro indiscussa superiorità. Ma rendiamoci conto che ambizioni maggiori (ad esempio l'Europa League) hanno un senso quando sono sostenibili sia dal punto di vista tecnico che patrimoniale. L'avventura di un anno non è mai un'opportunità se non hai poi i mezzi per consolidarla. Per questo motivo l'Hellas - che dal punto di vista patrimoniale è poco sopra le 3 neopromosse e dal punto di vista tecnico è una squadra corsara, compatta e ben organizzata - trae il proprio vantaggio sulla distrazione e sulle fragilità altrui. Ma quando il confronto si gioca alla pari e l'altra parte non concede nulla, i valori in campo diventano decisivi. Ecco perché il vero salto di qualità è quello di ripetersi.

Il secondo merito di Juric è di natura comunicativa, ovvero quello di non nascondere mai la verità, anche se a volte scomoda. E lui lo ha detto chiaro e tondo. La rivoluzione estiva ha smontato il meccanismo perfetto che era stato creato e lo ha costretto a ricominciare tutto d'accapo. Però certi giocatori (Rrahmani, Kumbulla, Amrabat, Pessina, Verre, Borini e Pazzini) non sempre sono stati sostituiti adeguatamente. Gunter, Lazovic, Silvestri e Veloso appaiono oggi meno “mostruosi” rispetto alla scorsa stagione. Eppure, siamo sempre lì. Merito di qualche scoperta felice (Barak, Ilic, Tameze) e di qualche maturazione importante (Zaccagni e Dimarco quando non difende ... ). Ma soprattutto dell'idea di calcio che ha saputo infondere come modello di cultura.

E qui si inserisce il grande merito di D'Amico, premiato giustamente come migliore direttore sportivo della serie A per la scorsa stagione. Nel suo palmares: 1 promozione diretta, 1 riconoscimento oggettivo di valore assoluto, 1 conferma di risultati. Lavorare senza soldi, sempre in equilibrio tra società e allenatore, è un merito innegabile. Oggi lui è garanzia di continuità e di metodo. Cosa sarebbe Juric senza D'Amico?

Questo nonostante qualche comprensibile errore di valutazione. Il più pesante di tutti è Kalinic che non è riuscito finora a fornire quanto avremmo sperato, sia dal punto di vista fisico che tecnico. Sembra un giocatore finito. Eppure, a lui sono state riservate maggiori opportunità e copertura mediatica di Pazzini, che invece fino all'ultimo ha sempre risposto con efficacia e impegno nelle poche occasioni a disposizione. Anche l'investimento Lasagna non ha prodotto finora i risultati sperati. Evidentemente, deve essere difficile fare il centravanti con Juric visto che il lungo elenco di bocciature (Di Carmine, Stepinski altre vittime).

E' bene rendersi conto di quanto è stato fatto finora in un momento come questo perché non vorrei che l'ultimo quarto di stagione possa incanalare l'umore dei tifosi verso percorsi eccessivamente ansiogeni. L'amico Matteo, ad esempio, teme che le ambizioni del Verona si siano fermate a Benevento. A forza di parlare (più per scaramanzia che altro, vista la situazione) di salvezza, raggiunti i 38 punti il Verona ha staccato la spina? E' un'ipotesi da non scartare, che confermerebbe una volta di più i limiti di questa squadra dal punto di vista caratteriale. Limiti denunciati anche da Paro contro l'Atalanta. Ma sono convinto che, da qui alla fine, ci toglieremo ancora qualche soddisfazione importante perché ci sarà qualche gialloblù che vorrà dimostrare il suo valore. E' chiaro che gli stimoli rafforzano gli sforzi degli avversari e la mancanza di tensione nervosa gialloblù giocano contro. Juric ripete sempre che se non diamo il 110%, perdiamo. Ecco perché è fondamentale compattarsi e concludere adeguatamente la stagione: difendere la 9° posizione e timbrare nuovamente i 49 punti non è un'impresa impossibile nelle prossime 10 gare. E questa sarebbe la vera impresa stagionale!

Infine, c'è mercato e il suo continuo vociare man mano che si andrà avanti con le “grandi” che vanno in giro a cercare come riempire le proprie carenze. Si parlerà quindi ancora molto di Juric e il Napoli. Di mezzo Verona e il Napoli. Di riscatti eccellenti e di prestiti da rilanciare o mollare. Questo può dar fastidio, però a pensarci bene è importante per una realtà come la nostra essere oggetto di desiderio visto che punta tutto sulla rivalutazione dei giocatori. Prendere 30 milioni per Kumbulla, in piena crisi Covid, è stata una perla di D'Amico dal punto di vista gestionale. Rendiamoci conto. Quindi, se saremo costretti a privarci di due o tre pezzi importanti, vorrà dire che il prossimo campionato partiremo nuovamente con una nuova grande ambizione, sempre la stessa: quella di confermarci.

Massimo

Colonna sonora: In the middle of a kiss, Scott Hamilton e Rossano Sportiello.

Hellastory, 22/03/2021
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Stagione 2020/2021
22/03/2021   L'AMBIZIONE DI CONFERMARSI
30/11/2020   DI NECESSITA' ... VIRTU'

LA STRATEGIA DI PRESIDIO E UN MERCATO FATTO DI PRESTITI


Povero Verona ... Prima la fragilità (tecnica e mentale) dimostrata all'Olimpico che conferma che anche quest'anno dovremo soffrire. Poi i rifiuti di mercato (Baldanzi, Richardson, Faivre) che, per motivi diversi, hanno tutti snobbato il Verona. Verona è una piazza poco appetibile o offre troppo poco? Comunque sia, per i tifosi del Verona ogni stagione è un continuo succedersi di momenti di passione con alternati picchi depressivi (molti) ed esaltati (pochi): si parte in estate con l'allestimento di una squadra decente in grado di salvarsi e si finisce con il riscontro sul campo. Il problema è che questo stress si risolve sempre solo negli ultimi giorni di trattativa e nelle ultime partite di campionato. Se questa è una situazione alla quale non finiremo mai ad abituarci, anche vedendo come si muovono nel frattempo le nostre avversarie dirette, credo che debbano essere rivisti i criteri che guidano le linee guida societarie e delle quali subiamo ansiogene conseguenze. Il Verona fa di un vanto la propria gestione oculata in termini di ingaggi e contenimento di costi. Corretto. Aggiungo che l'autofinanziamento nel mercato (compro sulla base di quanto riesco a vendere) è una regola quasi decennale introdotta da Setti che aveva un capitale limitato e anzi sosteneva se stesso con il risultato economico positivo della società. L'alternativa è prendere a prestito, magari con l'opzione del riscatto. Il Verona ha una struttura fragile e non può permettersi di sbagliare mercato, per questo punta su giocatori potenzialmente interessanti, magari provenienti da stagioni sfortunate. Spendere 10 milioni per un potenziale talento che poi o si infortuna o non riesce ad esprimersi sarebbe deleterio per il bilancio. Riuscire invece a strappare un'opzione ad una cifra prefissata aiuta la gestione societaria nel valutare l'opportunità di un successivo riscatto. Un buon esempio è stato il Cagliari che quest'estate ha riscattato Piccoli, Gaetano e Caprile spendendo subito 26 milioni e successivamente ha ceduto Piccoli alla Fiorentina per 25 ripagandosi di fatto l'intera operazione con il vantaggio di aver acquisito 2 giocatori (per loro) importanti.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Cremonese?



H.Verona    Cremonese


Akpa-Akpro J.

Al-Musrati M.

Belghali R.

Bella-Kotchap A.

Bernède A.

Bradaric D.

Frese M.

Gagliardini R.

Giovane S.

Montipò L.

Nelsson V.

Niasse C.

Nunez Gestoso U.

Orban G.

Sarr A.

Serdar S.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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