50 Anni (+10) di Bentegodi
Che la data d'inaugurazione del Bentegodi fosse il 15 dicembre 1963 è più o meno noto a tutti i tifosi del Verona. In pochi però avranno fatto caso che la scadenza coincide quest'anno con il 50esimo anniversario.
E' un vero peccato che gli organi di stampa non si curino affatto di questa ricorrenza o lo facciano in maniera marginale perché il Bentegodi è uno dei luoghi di Verona più amati dai veronesi, una seconda casa dove la gente ci lascia la passione, la gioia, la paura, la tensione, la voce. Lo "viviamo" fisicamente solo due o tre ore ogni 10-15 giorni per poi lasciarlo desolatamente vuoto per giorni ma a livello "mentale" continua a risuonarci nella testa, tra ricordi di partite passate e speranze per quelle che devono ancora venire.
"Scrivo qualcosa o no?", pensavo quest'estate, contando anche sul fatto che non essendo a libro paga di nessuno posso decidere in autonomia di curarmi di una vicenda piuttosto di un'altra. Scrivere "qualcosa" però pareva abbastanza riduttivo: sono 50 anni dall'inaugurazione ma c'è un prima e c'è anche un dopo. Pensavo che avrebbe potuto essere un buon argomento e che avrebbe potuto interessare ad altri come interessa a me.
Questo "speciale" nasce principalmente dalla curiosità personale di saperne di più su quello che non è solo un impianto sportivo ma che è diventato a tutti gli effetti un monumento della città. Una seconda Arena, se vogliamo.
La voglia di conoscere, di capire, di approfondire mi ha portato a ricostruire la storia di questa struttura dividendola in quattro parti, la prima parla del progetto dall'ideazione alla messa in opera, la seconda si concentra sul giorno dell'inaugurazione, la terza ripercorre l'evoluzione dell'impianto e la quarta è un interessante insieme di statistiche seguite da Carlo e Andrea, assolutamente inedite, nel più classico stile di Hellastory.
Un viaggio lungo 60 anni, dalle ragioni politiche a quelle sportive, passando per la storia urbanistica della nostra città con alcune note di colore che ci fanno capire che Verona in fondo non è mai cambiata. Una città di provincia che vorrebbe diventare grande ma che proprio non ce la fa...a farcela.
Per fortuna, oserei dire.
Valeriano
Prima parte: Il «vecio Bentegodi» non basta più » |
MASTER OF NONE
L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
H.Verona-Milan?
Riepilogo stagionale e classifica generale
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