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La scheda di Guido Tavellin

Tavellin
Guido Tavellin


Nato a: Legnago (Vr)
Il: 23.05.1920
Morto a: Verona
Il: 05.06.1994
Nazionalità: italiana
Ruolo: Mezzapunta/Allenatore
Palmares: -
Club Scuola: Hellas Verona

Parlare di Tavellin significa raccontare 50 anni di storia del Verona: tanto lungo è stato infatti il periodo che il buon Guido ha speso, prima come giocatore poi come tecnico e osservatore, per i colori gialloblu. Una storia da ricordare la sua: è quello che abbiamo provato a fare in questa scheda, assolutamente da non perdere.

Carriera da giocatore

Guido Tavellin nasce a Legnago il 23 maggio 1920 da una famiglia di commercianti di mobili. Guido cresce gracile e nodoso ma in un prato, dietro la chiesa, sa farsi rispettare a suon di dribbling nello sport che, sfruttando l'Hellas Verona come veicolo pubblicitario, ha preso sempre più piede in provincia. Quando Guido ha 13 anni la famiglia si trasferisce in città. Lì il giovane Tavellin trova spazio in una squadretta locale chiamata Voluntas, dove viene notato casualmente nel 1936 da Carlo Alberto Cavalleri, grande amante del calcio, che gli suggerisce di fare un provino con il Verona, superato poi da Tavellin senza difficoltà.

Passano 3 anni e Guido, in un clima già scosso da quanto sta succedendo in Europa, debutta in prima squadra. E' il 10 dicembre del 1939 e il Verona gioca a Siena: la gara finisce 4-1 per i padroni di casa ma Tavellin non sfigura guadagnandosi il posto da titolare anche per le successive partite. In quel mese di dicembre ne disputa in tutto 5, trovando anche la gioia del primo gol da professionista (all'87' di Pro Vercelli-Verona 5-2 del 31/12/1939). Il 4 gennaio è costretto a presentarsi in caserma per il servizio militare: la sua stagione in pratica finisce lì, visto che Tavellin viene arruolato e spedito prima in Francia e poi in Egitto. Il Verona nel frattempo, partito per salire in A, si salva a fatica. Tavellin, arrivato in Africa a febbraio, giusto con l'intervento tedesco, vi rimane per un anno e mezzo, in un tragico susseguirsi di combattimenti, di avanzate e di ritirate in cui perdono la vita alcuni dei suoi amici più cari. Quando Tavellin, in licenza per la malattia della madre, torna in patria, è il novembre del 1941 e trova il suo Verona retrocesso in Serie C. Il 7 dicembre contro il Lecce torna a giocare con la squadra gialloblu, che nel frattempo si trova a fare i conti con la guerra e con la necessità di sostituire i giocatori che via via partono per il fronte (alla fine saranno 31 i giocatori impiegati in 30 partite). Tavellin torna in squadra, poi esce, poi rientra in un'altalena imposta dal servizio militare.

E' un brutto periodo per il giovane Guido: al dramma della guerra si aggiunge la morte della madre; Tavellin vuole restare in riva all'Adige e trova l'aiuto di un colonello amante del calcio, che lo mette, insieme a mezzo Verona, nella squadra Sanità, impegnata in tornei tra reparti militari. E' la salvezza per Tavellin che riesce così a chiudere la stagione in gialloblu come capocannoniere della squadra con 14 gol, senza tuttavia ottenere la soddisfazione della promozione in B. Nel 1942/43, a dispetto di quanto avviene altrove in Europa, l'attività calcistica italiana continua come se nulla stesse accadendo: il Verona vince il proprio girone, ma si ferma nella fase finale, nonostante il contributo ancora una volta notevole del bomber di Legnago (15 reti). Ma ad inizio estate la federazione scopre un illecito del quale viene ritenuto responsabile il Parma; il 16 luglio arriva il comunicato: «Verona promosso in Serie B: prende il posto del Parma nel primo girone misto A-B«. L'entusiasmo del ripescaggio dura poco. E' il 1943 e, come insegna la storia, in quei mesi la situazione precipita. Le truppe tedesche arrivano sempre più numerose, l'8 settembre Badoglio annuncia la firma dell'armistizio e nel paese regna il caos. L'attività calcistica questa volta viene inevitabilmente sospesa. E lo stallo, con l'eccezione di un campionato Veneto disputato tra mille difficoltà e poi interrotto nel 1944, dura fino all'estate del '45.

La fine della guerra lascia in eredità tanti dolori anche per Tavellin che ha perso per strada alcuni degli amici più cari, tra i quali anche Luigi Sabaini, suo compagno di squadra solo qualche anno prima. Il Verona viene ammesso al girone C della serie mista B-C per il campionato Alta-Italia. Chi vince accede alla fase finale e si gioca la promozione in A. I gialloblu si classificano solo quarti, l'unica soddisfazione è per il presidente Chiampan, che riesce a realizzare il suo sogno di mandare in campo una formazioni di soli veronesi (Lovo, Pellicari, Sandrini, Cingolani, Bizzotto, Bellesini, Conti, Morbioli, Lodi e Biagini).

In estate Tavellin viene richiesto da Spal e Juventus, ma finisce ad un'altra squadra di Serie A, il Bari, capace di mettere sul tavolo un'offerta irrinunciabile (un milione a Chiampan e 350 mila lire di ingaggio al giocatore). Le due stagioni in terra pugliese segnano il momento più alto della carriera calcistica di Tavellin. Da mezzapunta mette a segno 15 gol in un totale di 60 partite ed entra nella leggenda quando, nella stagione 1947/48, realizza a Bari la rete decisiva che stende per 1-0 l'invincibile Torino di Loik e Mazzola. Tavellin diventa l'uomo della domenica, ricercato da giornalisti e tifosi. La fama acquisita gli permette l'anno successivo di andare alla Lazio. La squadra è discontinua e il nostro trova poco spazio tanto che l'anno successivo ritorna in prestito al Verona. In gialloblu forma con Pozzan una coppia d'attacco micidiale, capace di mettere a segno ben 35 reti, ma la squadra scaligera non va oltre metà classifica. In estate Chiampan fa di tutto per vedersi rinnovare il prestito, ma la Lazio preferisce dare Tavellin all'ambiziosa (ma tecnicamente poco dotata) Anconitana, squadra neo-promossa in Serie B. Ad Ancona Tavellin trova tanto entusiasmo, ma ben presto le cose volgono al peggio e a fine campionato arriva la retrocessione. La carriera calcistica del trentunenne di Legnago ha ormai imboccato la fase discendente: nel 1951/52 è in C al Bolzano, nel 1952 torna definitivamente in riva all'Adige, ma la sua destinazione è il modesto Hellas (società che si fonderà nel 1959 con l'AC Verona per dare luogo all'AC Hellas Verona).

Carriera da allenatore e osservatore

Ritiratosi dal calcio giocato, Tavellin studia da allenatore e nel 1956 torna al Verona come vice di Angelo Piccioli. Un ritorno fortunato visto che la stagione 1956/57 è quella che segna, dopo tanti anni di tentativi falliti, l'agognato ritorno nella massima serie, traguardo non ancora raggiunto dall'istituzione del girone unico (1929/30). Purtroppo la permanenza in A dura un solo anno: dopo un ottimo inizio la squadra crolla tanto che Mondadori, nel tentativo di rimediare, è costretto a licenziare Piccioli e ad affidare la squadra proprio a Tavellin quando mancano poche giornate alla fine. La situazione non cambia e i gialloblu retrocedono in seguito allo spareggio perso contro il Bari. L'unica soddisfazione per Tavellin è quella di lanciare qualche giovane interessante come Cera, Benedetti e Meggiorini. Il ritorno in B è un brutto colpo: Mondadori lascia e si apre un periodo (1959-1966, cioè fino all'anno dell'arrivo di Garonzi) caratterizzato da una grande confusione a livello societario, con continui avvicendamenti dirigenziali. Anche sulla panchina gialloblu regna il caos: si susseguono Olivieri, Bizzotto, Biagini, Fabbri, Facchini, Cadè, Tognon, con il buon Tavellin sempre pronto a servire la causa gialloblu. Nel 1966/67 Tavellin prova la sua unica avventura da allenatore fuori Verona: va al Rieti in C, ma dopo neanche un anno è di nuovo in riva all'Adige. Negli anni successivi diventa dapprima osservatore per poi occuparsi prevalentemente del settore giovanile, salvo la parentesi del campionato 1978/79 quando torna sulla panchina, ma solo perchè Mascalaito, il vero mister, non ha il patentino. Trascorre gli ultimi anni nel suo ufficio nella sede del Verona in Piazzale Olimpia per poi morire nel 1994, all'età di 74 anni.


Carriera in Campionato:
Stagione Squadra Serie Presenze Reti
1939-40 Hellas Verona B 5 1
1940-41 Hellas Verona B 0 0
1941-42 Hellas Verona C 20 14
1942-43 Hellas Verona C 31 15
1943-44 Hellas Verona Alta Italia 10 7
1944-45 Hellas Verona Attività Sospese 0 0
1945-46 Hellas Verona Alta Italia 20 3
1946-47 Bari A 35 8
1947-48 Bari A 25 7
1948-49 Lazio A 7 1
1949-50 Hellas Verona B 34 18
1950-51 Anconitana B 30 7
1951-52 Bolzano C - -
1952-53 Hellas Dil. - -

Carriera nel Verona:
Campionato Coppe Nazionali Spareggi/PlayOut TOTALE
Stagione Serie Pres. Reti Pres. Reti Pres. Reti Pres. Reti
1939-40 B 5 1 0 0 0 0 5 1
1940-41 B 0 0 0 0 0 0 0 0
1941-42 C 20 14 0 0 0 0 20 14
1942-43 C 31 15 0 0 0 0 31 15
1943-44 Alta Italia 10 7 0 0 0 0 10 7
1944-45 Att. Sosp. 0 0 0 0 0 0 0 0
1945-46 Alta Italia 20 3 1 0 0 0 21 3
1949-50 B 34 18 0 0 0 0 34 18
Totale - 120 58 1 0 0 0 121 58


Carriera da allenatore:
Stagione Squadra Serie Piazzamento Successi
1957-58 Hellas Verona A Sub. 17 Retrocessione
1958-59 Hellas Verona B Sub. 6 -
1959-60 Hellas Verona B Sost. -
1962-63 Hellas Verona B Sost. -
1963-64 Hellas Verona B Sub. 5 -
1966-67 Rieti C - -





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