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Hellas Verona english presentation

La scheda di Giampaolo Pazzini

Pazzini
Giampaolo Pazzini


Nato a: Pescia (PT)
Il: 2.08.1984
Nazionalità: italiano
Altezza: 180 cm
Peso: 74 kg
Ruolo: Attaccante
Palmares: 1 Coppa Italia (Inter 2010-11), 1 campionato europeo Under 19 (Italia 2003)
Nazionale: 12 pres. e 4 gol in Under 16, 1 pres. e 0 gol in Under 18, 9 pres. e 6 gol in Under 19, 1 pres. e 0 gol in Under 20, 21 pres. e 5 gol in Under 21, 25 pres. e 4 gol nella nazionale maggiore.
Club Scuola: Atalanta

Lo abbiamo atteso un mese circa, in cui le voci si sono rincorse, mai smentite e spesso solo sussurrate, ma alla fine è arrivato nel momento scenograficamente più bello, in coincidenza con la presentazione del Verona stagione 2015-16. Giampaolo Pazzini si aggiunge alla già ricca pattuglia offensiva dell'Hellas, proponendosi come alternativa di lusso ed allo stesso tempo partner designato dell'highlander Luca Toni. Toni-Pazzini: mai il Verona aveva potuto annoverare in squadra 2 giocatori che, messi assieme, possono vantare un così alto numero d i gol (440!!!) in carriera nelle squadre di club (301 Toni e 139 Pazzini), cui si sommano 20 reti nella nazionale maggiore (16 Toni e 4 Pazzini) . I tifosi ovviamente sognano, e si chiedono quanto la loro coesistenza sarà fattibile per Mandorlini e proficua per i colori gialloblu.

Pazzini non ha bisogno di presentazioni, essendo ben conosciuto da tutti gli appassionati di calcio, anche quelli occasionali. Cresciuto nel vivaio dell'Atalanta, come fiore all'occhiello di una Primavera che annoverava anche Montolivo, ha conquistato da protagonista nel 2003 il titolo europeo Under 19. Con Mandorlini in panchina, nel 2003-04, ha debuttato tra i professionisti in Serie B, segnando 9 reti alla sua prima stagione. Nel gennaio 2005 è passato alla Fiorentina per 6,5 milioni di euro. In viola è rimasto per 4 anni (2 in coesistenza con il suo amico fraterno Luca Toni, e di questo parleremo ampiamente in seguito) senza mai mantenere in tutto e per tutto le promesse fatte intravedere dal suo talento. L'esplosione è arrivata infatti a Genova, alla Sampdoria: qui, assecondato da un ispiratissimo Cassano, Pazzini ha vissuto 2 anni fantastici, collezionando 48 gol in 87 partite e portando la Samp ai preliminari di Champions League (dove la formazione blucerchiata si arrese al Werder Brema, nonostante le 3 reti in 2 gare di Pazzini). Pazzini in quegli anni è diventato una presenza fissa in nazionale, partecipando anche alla sciagurata spedizione ai mondiali di Sudafrica 2010 (61 minuti per lui, nella gara pareggiata con la Nuova Zelanda). Nel gennaio 2011 si è trasferito all'Inter per 12 milioni di euro ed il cartellino di Biabiany ed anche in nerazzurro i primi sei mesi sono stati esplosivi, con 11 reti in 20 gare ed il secondo posto in campionato. Dopo una stagione in chiaroscuro (segnata dalle incomprensioni con mister Gasperini, poi esonerato), sul finire del mercato estivo del 2012, è arrivato il passaggio al Milan, in cambio di Cassano e 7,5 milioni di euro: il primo anno in rossonero è stato ancora una volta ottimo, con 16 gol in 37 partite, in un attacco che vedeva al suo fianco uno scatenato El Shaarawy e – da gennaio – il bad boy Balotelli. Nel 2013-14 un brutto infortunio al ginocchio lo ha tenuto fuori per tutta la prima parte della stagione; al rientro, mister Allegri lo ha rimesso subito al centro dell'attacco rossonero; poi sono subentrati Tassotti e quindi Seedorf e per Pazzini i minuti di gioco si sono ridotti drasticamente. Non è andata meglio nella stagione 2014-15, con l'acerbo Inzaghi in panchina: Superpippo ha considerato per tutto il campionato Pazzini come una semplice riserva, spesso senza farlo nemmeno scendere in campo. Così, solo alla 32esima giornata di campionato – quando ormai il destino di Inzaghi era segnato– Pazzini ha trovato per la prima volta un posto da titolare, andando subito in rete. Inzaghi gli ha poi concesso altre 2 gare dal primo minuto, entrambe festeggiate dal «Pazzo» con un gol.

Anche le caratteristiche del giocatore Pazzini sono note: centravanti generoso, scaltro ed estremamente abile nel gioco aereo (nonostante una stazza normale), può agire pure da seconda punta, ma rimanendo sempre in posizione centrale ed in prossimità dell'area di rigore. E' un attaccante che sa aiutare la squadra nella costruzione del gioco, garantendo sponde aeree e supporto per gli inserimenti offensivi dei centrocampisti. Le sue caratteristiche di gioco sono indubbiamente simili – nonostante la diversa struttura fisica – a quelle del compagno Luca Toni. Da qui la diatriba – destinata a diventare un tormentone – su quale sarà la soluzione tattica adottata da Mandorlini per farli coesistere. C'è da dire che Pazzini, nato solo 6 mesi prima di Cristiano Ronaldo (tanto per fare un esempio) e che quindi non può ancora essere considerato «vecchio» (come fatto erroneamente da alcuni), con il suo contratto quinquennale è stato ingaggiato dal club gialloblu in un'ottica di medio-lungo termine, cogliendo l'occasione di avere già da ora a disposizione un eccellente alternativa a Toni, che con tutta probabilità si avvia alla sua ultima stagione. Tuttavia, un giocatore delle sue qualità e del suo ingaggio (1 milione di euro a stagione), difficilmente potrà rimanere troppo a lungo in panchina. Da qui i grattacapi per Mandorlini, fedelissimo del 4-3-3, di trovargli un posto tra i titolari. Oppure, se il mister ravennate saprà trovare la quadra, dei grossi grattacapi per le difese avversarie, che se la dovranno vedere con due pezzi da 90 per una «provinciale».

Tornando allora alla questione centrale, cosa dire della coesistenza tra Toni e Pazzini? I due, lo abbiamo accennato, hanno giocato assieme per due stagioni a Firenze (dal 2005 al 2007), divenendo amicissimi. L'allenatore era Prandelli, Toni era all'apice della carriera (capocannoniere italiano e scarpa d'oro d'europa, nonchè campione del mondo nel 2006) e Pazzini si presentava ancora come una promessa in rampa di lancio. In quella Fiorentina (curiosamente legata a nomi con un passato od un futuro in gialloblu) giocavano in avanti anche Bojinov (il primo anno) e Mutu (il secondo). In due stagioni, Toni e Pazzini segnarono 59 gol in campionato (47 Toni e 12 Pazzini), ma le gare giocate con entrambi titolari non furono molte. Nei due grafici seguenti, abbiamo messo a confronto qualche dato (elaborazioni su informazioni transfermarkt.it).

Nel 2005-06, i due partirono titolari in 10 occasioni sulle 38 gare complessive (26%) e sulle 34 in cui entrambi i giocatori furono disponibili. Di queste 10 gare – in cui i Toni e Pazzini segnarono 8 gol (rispettivamente 6 e 2) -, 7 furono nel girone di andata e 3 nel ritorno, 7 partite casalinghe (contro Samp, Udinese, Livorno, Treviso, Palermo, Messina e Lazio) e 3 in trasferta (contro Lazio, Empoli ed Udinese). Si può notare quindi che Prandelli impiegò i due assieme – sempre in un 4-4-2 – in gare tutto sommato «comode» ed in particolare nella prima parte di stagione. Man mano, l'ex-tecnico gialloblu si deve poi essere convinto che i due non erano così compatibili (al di là delle dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni alla stampa in cui si è detto più che possibilista, rinviando la questione a Mandorlini), se è vero che nella stagione successiva, la 2006/07, i due non partirono mai assieme nell'11 titolare (anche a causa di qualche infortunio di troppo, che li vide entrambi indisponibili per 9 giornate in momenti diversi della stagione).

Da quegli anni, è passato quasi un decennio: Pazzini non è più una promessa da lanciare, ma un giocatore affermato ed un lusso per una squadra come il Verona. Toni – malgrado l'età che avanza – rimane invece sempre (numeri alla mano) il migliore centravanti italiano in circolazione. Tutto lascia insomma supporre che a Verona questi due grandi amici potranno divertirsi partendo spesso titolari assieme con la maglia gialloblu. E far divertire i tifosi, che non vedono l'ora di vederli all'opera al Bentegodi.

Enrico

Dal Dossier 2015-16

contavamo su di lui per continuare a sognare in serie A dopo l'imminente addio di Luca Toni. E' evidente che più di qualcosa non ha funzionato. Si è fatto male proprio quando doveva cominciare a giocare titolare, poi ha ripreso a ritmo ridotto e lo si aspettava per il ritorno quando poteva e doveva tornare in forma. In forma ci è tornato ma oramai era evidente a tutti che non poteva essere il sostituto di Toni, o meglio, non in questa squadra. Tanti soldi spesi per niente, tanto rammarico.

Dal Dossier 2016-17

A parte le doti atletiche inarrivabili, abbiamo rivisto in Giampaolo lo spirito di Luca Toni. Raramente ci è capitato di vedere un giocatore che si da e si sbatte con un simile ardore per tutta la partita. Lui lo ha fatto, si è caricato idealmente il Verona retrocesso sulle spalle e lo ha riportato su. Siamo sinceri: avevamo qualche dubbio ad inizio stagione e siamo felicissimi di aver avuto la possibilità di ricrederci. Così si fa, che Pazzini sia d'esempio per tutti. Il Pazzo si è guadagnato un posto d'onore tra i «grandi» dei 114 anni di storia dell'Hellas Verona.



Dal Dossier 2017-18

Patti chiari amicizia lunga, diceva uno stupido. Qui di patti chiari, a quanto abbiamo capito non ce ne sono stati e l'amicizia è stata veramente corta. Se Pazzini non si riteneva utile bisognava venderlo il 31 agosto a qualsiasi costo. Invece l'abbiamo tenuto e, ovviamente, la sua presenza ha scatenato l'inferno nello spogliatoio e tra i tifosi. Poi lui ci ha messo del suo perché, se è vero che sta bene come asserisce lui, allora non si è impegnato come avrebbe dovuto. Ci spiace, l'anno scorso è stato determinante mentre quest'anno è stato solo un grandissimo equivoco e un'occasione persa. Nostro malgrado è un «sommerso».



Dal Dossier 2018-19

Niente da dire, il tempo passa ma l'istinto del gol resta. Nonostante sia stato impiegato poco e spesso entrando dalla panchina anche quest'anno Pazzini è riuscito ad andare in doppia cifra. Non gli si poteva chiedere di più, come non si poteva chiedergli di giocare tutte le partite dall'inizio, soprattutto in uno schema dispendioso per la punta centrale come il 433. Diciamo che ha giocato il giusto e a differenza della scorsa stagione quest'anno l'abbiamo visto molto più rilassato e contento. Superbonus per il «siamo stati vergognosi», da vero leader, dopo il 3-0 in campionato a Cittadella. Giudizio stagionale ottimo

Dal Dossier 2019-20

Dovessimo dar retta ai sentimentalismi sarebbe da ottimo, se invece ci basiamo su quanto effettivamente mostrato in campo il giudizio per forza di cose si riduce un po'. Ha trovato poco spazio per scelte tecniche, probabilmente anche perché non poteva reggere il ritmo chiesto da Juric. Quando è sceso in campo però si è sempre sbattuto come di consueto e quattro gol li ha segnati che non è mai scontato. Grazie capitano, continua a seguire il Verona!


Carriera in Campionato:
Stagione Squadra Serie Presenze Reti
2003-04 Atalanta B 39 9
2004-05 Atalanta A 12 3
Gen. 2005 Fiorentina A 14 3
2005-06 Fiorentina A 27 5
2006-07 Fiorentina A 24 7
2007-08 Fiorentina A 31 9
2008-09 Fiorentina A 12 1
2008-09 Fiorentina A 12 1
Gen. 2009 Sampdoria A 19 11
2009-10 Sampdoria A 37 19
2010-11 Sampdoria A 19 6
Gen. 2011 Inter A 17 11
2011-12 Inter A 33 5
2012-13 Milan A 30 15
2013-14 Milan A 18 2
2014-15 Milan A 26 4
2015-16 Hellas Verona A 30 6
2016-17 Hellas Verona B 35 23
2017-18 Hellas Verona A 19 4
2018-19 Hellas Verona B 24 10
2019-20 Hellas Verona A 15 4





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