Luigi Sartor Nato a: Treviso Il: 30.01.1975 Nazionalità: italiana Altezza: 182 cm Peso: 77 kg Ruolo: Difensore Palmares: 3 Coppe Italia (Vicenza 1996-97, Parma 1998-99 e 2001-02), 1 Supercoppa Italiana (Parma 1999), 3 Coppe Uefa (Juventus 1992-93, Inter 1997-98, Parma 1998-99), 1 campionato europeo Under21 (Italia 1996) Nazionale: Maggiore: 2 pres. 0 gol (con 4 convocazioni); Under21: 9 pres. 0 gol; Under18: 3 pres. 0 gol; Under 17: 3 pres. 0 gol. Club Scuola: Juventus

Tra i nuovi arrivi dell'esuberante calciomercato invernale di Cannella ed Arvedi, Sartor è senza dubbio il giocatore dal passato più nobile ed allo stesso tempo controverso. Da talento precoce a promessa non mantenuta fino a giramondo acchiappa-stipendi: potrebbe essere sintetizzata così l'evoluzione della storia calcistica di Luigi Sartor, una storia fatta di un'apice raggiunto forse troppo presto e di un seguito speso tra infortuni e panchine, malumori e tribune. Una storia che vive ora con l'avventura a Verona una nuova e forse inaspettata fase, caratterizzata dalla concretezza di un contratto a gettone e dalla voglia di riscatto di una calciatore che a 32 anni appena compiuti non può e non vuole sentirsi finito.

E se a qualcuno una simile presentazione può apparire un pò pomposa, specie per quanto riguarda il (presunto?) fulgore degli esordi, basterà snocciolare qualche dato per farlo ricredere. Sartor infatti, difensore trevigiano di scuola Juventina, è un calciatore che a soli 24 anni - e al termine di una stagione che lo aveva visto trasferirsi dall'Inter al Parma per la cifra di 15 miliardi di lire (!) -, poteva già vantare nel suo palmares un esordio precocissimo nella massima serie (a 17 anni, il 6/12/1992 in Fiorentina-Juve 2.0), un campionato Europeo Under21, 3 Coppe Uefa, 2 Coppe Italia, 1 Supercoppa Italiana ed il debutto nella nazionale maggiore (nell'aprile del 1998, a ridosso dei mondiali francesi). Il tutto passando, questo sì, un pò da comprimario per club importanti come appunto Juventus, Inter e Parma, ma anche guadagnandosi gli onori delle cronache grazie a tre stagioni monstre, questa volta da titolare, nel sorprendente Vicenza targato Guidolin della metà degli anni '90.

Ma come spiegare allora una prima parte di carriera così convincente con la miseria delle stagioni venute dopo il 2000 che - a parte un exploit momentaneo nel 2002 con una nuova presenza in nazionale ed una Coppa Italia - hanno visto il buon Luigi peregrinare da una città all'altra raccogliendo solo briciole di presenze? L'impressione è che la risposta vada ricercata in 3 direzioni. Innanzitutto si può parlare di un errore di valutazione: Sartor, che aveva certamente dimostrato a Vicenza di essere uno dei terzini italiani più promettenti, non è forse però mai stato all'altezza delle esagerate aspettative che si erano ad un certo punto create sul suo conto e che lo avevano poi portato a deludere nella grande occasione della vita all'Inter. Un sovradimensionamento che ha finito per incidere negativamente anche sulle scelte del calciatore, ostinatosi a fare tribuna e panchina nelle grandi squadre piuttosto che rimettersi in discussione in una (per lui) più adatta realtà di provincia. Infine non vanno dimenticati gli infortuni che, a partire dal primo - bruttissimo - patito nel 1996, ne hanno condizionato negativamente un pò tutta la carriera.

Ma al di là di queste considerazioni, e venendo in conclusione a quello che più qui ci interessa, quali sono le caratteristiche di gioco di Sartor e, soprattutto, cosa può ancora dare oggi al nostro Verona? Dal punto di vista tattico Sartor è un difensore duttile, nato come terzino destro dalle doti spiccatamente offensive, ma divenuto nel corso degli anni più accorto in difesa dove ha dimostrato di sapersela cavare pure come centrale e, in caso di necessità, sulla sinistra. Dotato di una buona tecnica e di un fisico atletico, Sartor non ha più lo scatto degli esordi, ma in Serie B, una volta di nuovo a posto dal punto di vista fisico, potrà certamente tornare ad incidere sulla fascia. Tutto, insomma, dipenderà dalla sua volontà e capacità di rimettersi seriamente in discussione, ritrovando l'umiltà per affrontare un campionato cadetto nel quale può ancora giocare un ruolo di primissimo piano.

Enrico