SOLSTIZIO D'ESTATE
27/06/2005
Il mese di Giugno, si sa, porta con sé bilanci e riflessioni sulla stagione agonistica appena conclusa. Nel rispetto di questa tradizione, il Team di Hellastory - al gran completo - è sceso in campo per rappresentare a più voci e nel modo a ciascuna più familiare, le proprie opinioni in merito. Ed io, che ho aperto le danze alla ricerca di un progetto riconoscibile da parte di Pastorello, ora ho il compito di chiuderle con uno sguardo al presente in movimento e al futuro nemmeno poi così lontano.
Il Verona ha conseguito dunque il 7° posto, ad un soffio dai playoff: un risultato senz'altro positivo e improponibile all'inizio della stagione. I gialloblu hanno fatto meglio delle ambiziose Modena e Piacenza, formazioni allestite per lottare per la serie A, però peggio di Treviso e Ascoli, meno qualificate tecnicamente di noi ma più agguerrite e forti caratterialmente. Questo è un dato importante e che fa riflettere: talvolta i giocatori di spessore non sono sufficienti per ottenere i traguardi sperati. Al contrario, occorre abbinare alla qualità una grande dose di spregiudicatezza ed entusiasmo (Treviso) oppure di incrollabile perseveranza (Ascoli). Qualcuno legga la composizione di queste due rose e riesca a trovarmi giustificazioni diverse e che non siano strettamente collegate alla compattezza del collettivo e al valore assoluto dei tecnici che le hanno guidate.
Gli esiti del Campionato, pur nella nostra già sottolineata soddisfazione, confermano anche i limiti del Verona: da una parte c'è una dirigenza che non sa (o vuole) crescere; dall'altro un tecnico esordiente e di conseguenza poco esperto; dall'altra ancora una formazione per metà composta da giocatori in scadenza di contratto o in prestito, quindi piuttosto volubili e discontinui nelle prestazioni. Questi tre elementi, confusi insieme, hanno frenato il cammino del Verona nel girone di Ritorno dopo la spensierata e audace cavalcata autunnale.
La conferma dell'importanza caratteriale ce l' hanno testimoniato anche il comportamento delle deludenti Vicenza e Triestina, squadre che un anno fa erano a ridosso dei playoff e che ora si sono contese la drammatica lotta per non retrocedere. Certo, hanno sicuramente contribuito i loro noti problemi societari a cui aggiungo gravi errori di carattere tecnico e di mercato, ma entrambe le formazioni anziché crescere si sono paurosamente fermate e quindi inevitabilmente impoverite e svalutate. Tutti questi problemi possono facilmente riproporsi nel prossimo Verona se, a una nuova mancanza di obiettivi, si dovesse abbinare una certa supponenza da parte dei giocatori. Ecco pertanto l'importanza che assumono l'arrivo di giocatori motivati e di programmi ambiziosi da parte della società: l'assenza di sollecitazioni interne è deleteria per qualsiasi ambiente aziendale e agonistico che si rispetti.
CHE CAMPIONATO CI ASPETTA Innanzitutto abbiamo scoperto una cosa importante: quando la formula del Campionato prevede poche promozioni dirette e vi abbina anche i playoff, la stagione sarà combattuta dall'inizio alla fine. Pensate: dopo 42 gare, tra la prima classificata (Genoa 76 punti) e la quarta (Perugia 74) sono intercorsi solo 2 punti in classifica! Nonostante il fatto che una vittoria valga 3 punti, si è dovuti ricorrere agli scontri diretti per stabilire che l'Empoli è salito direttamente in serie A, mentre Torino e Perugia no. Lo stesso principio vale anche per la lotta per non retrocedere che o prevede regolari playout o disperati spareggi (vedi Parma – Bologna dalla serie A) per colpa dell'ingorgo che si è creato in coda a causa dei pochi posti a disposizione.
La regola da tener presente è dunque questa: meno squadre premi (o penalizzi) con promozioni (o retrocessioni) dirette, meno fughe (o crolli) solitarie consenti. Teniamola ben presente perché un Verona ambizioso dovrà essere anche determinato a non mollare mai per tutto l'arco della stagione: ogni partita deve diventare una battaglia, ogni battaglia deve essere un pezzo di serie A da conquistare o da difendere.
Sulla composizione della prossima serie B, convergono molte incognite di natura extracalcistica: chi passerà l'esame sullo stato della propria situazione finanziaria, dovrà comunque rispondere di falso in bilancio (Atalanta) o di denuncie di illecito sportivo (Genoa). Il tutto sotto lo sguardo interessato e potente del Napoli. Anche sul Verona non sono totalmente sereno visto che, nonostante i continui risparmi sugli ingaggi dei giocatori e la luminosa campagna mediatica sulla bontà dei suoi conti, ogni fine giugno scopriamo la società gialloblu inadempiente in prima istanza e salvata in seconda dall'intervento delle fideiussioni personali di Pastorello. Una situazione che crea sempre un certo imbarazzo ai tifosi e conferma l' inaffidabilità della proprietà.
Tornando a parlare di calcio, ritengo che saranno favorite a salire le formazioni appena retrocesse, le grandi deluse di quest'anno e ci scapperanno fuori sempre un paio di sorprese. Fortunatamente siamo riusciti ad evitare società forti come Lazio, Fiorentina e Parma. Ma l'Atalanta ha più o meno gli stessi giocatori che 2 anni fa conquistarono la promozione con Mandorlini più un bel numero di giovani provenienti dal loro vivaio; inoltre, le cessioni di Natali, Makinwua e di qualche altro gioiello compenseranno economicamente il calo di categoria; se poi dovesse arrivare Colantuono in panchina, i nerazzurri diventeranno molto pericolosi. Più problematica è la situazione del Brescia e del Bologna che devono rifondarsi totalmente perché non hanno giocatori adatti al campionato cadetto e nemmeno molto capitale da investire. A questo punto, o i loro Presidenti rischieranno di proprio indebitandosi per creare organici adeguati a tentare una pronta risalita, oppure corrono il rischio di fare la fine del Verona. Tra le deluse, oltre al Perugia, inserisco ovviamente i gialloblu insieme a Modena, Piacenza, Bari e Arezzo. Difficile invece che Ascoli e Treviso riescano a ripetersi.
CHE VERONA SARA'? E' presto per dirlo, ho bisogno di almeno altri 20 giorni di tempo per poter leggere l'elenco dei giocatori convocati nel prossimo raduno. Ma nemmeno questo è di per sé sufficiente: Pastorello è capace di fare un triennale ad Adailton (sempre che ci riesca) per poi rivenderlo il 31 agosto al miglior offerente, lasciando nelle pezze Ficcadenti. Inoltre, se anche dovessi leggere i nomi di Colucci, Seric e Italiano, giudicherei la loro convocazione solo come temporanea, in attesa di una nuova sistemazione adeguata. Insomma, la prossima rosa andrà spulciata con prudenza ma senza particolari illusioni. In ogni caso, conterà più il valore dei nuovi arrivati che quello dei gialloblu confermati.
Per il momento, ci rimangono le parole di Sensibile che intende confermare 8-9 giocatori della stagione appena conclusa e vuole portare a Verona almeno 6 novità. Nei prossimi giorni si completeranno le comproprietà (quella di Italiano è la più ingombrante), mentre per quanto concerne le scadenze contrattuali prendiamo nota dell'addio definitivo di Cossu e del rinnovo annuale di Mazzola. Ma il Verona, con tutto il rispetto per il nostro valido ma troppo anziano capitano, ha bisogno di crescere su basi solide e non può rinviare all'infinito la costituzione di un impianto di gioco accettabile. Comunque la mettiamo, servono almeno due centrocampisti in grado di farci fare il salto di qualità e di un centravanti di peso che sostituisca Bogdani. A tal proposito, i gialloblu stanno seguendo Godeas, un giocatore di peso molto meno opportunista dell'albanese sotto rete (anzi piuttosto confusionario in area di rigore) ma fortissimo nei calci piazzati e più bravo a tenere palla. Chi ha visto Verona – Triestina, ricorderà quel gigante che da solo ha tenuto in allarme l'intera retroguardia veronese: era proprio lui. Godeas è un combattente nato e fa reparto da solo: questo agevolerà molto un killer come Iunco, quest'anno frenato da Bogdani e dagli scrupoli di Ficcadenti. Il problema è che, nelle ultime ore e visto l'esito dello spareggio, la Triestina sta alzando la posta sul giocatore e questo obbliga Sensibile a trovare valide alternative, anche solo per depistare le cresciute pretese giuliane.
Se a questi giocatori, assolutamente indispensabili, dovesse aggiungersi anche un centrale difensivo decente (cosa molto difficile però), il Verona sarà una squadra temibile. Intanto aspettiamo di vedere dove finiranno Pegolo, Behrami e Dossena e chi saranno i loro sostituti: dai loro incassi arriveranno i soldi necessari per completare la rosa.
Una parola su Vio, il preparatore atletico, che ha lasciato da poco Verona per ricongiungersi con Rossi alla Lazio. Durante la sua gestione abbiamo avuto due comportamenti speculari: dopo un avvio lento, fisicamente l'Hellas ha dato il meglio di sé tra novembre e gennaio, mantenendo nel mese di febbraio per poi subire un calo vertiginoso tra marzo e maggio. Il fatto che in entrambe le circostanze abbia chiuso il Campionato con vittorie tenaci è indice che lui ha programmato una squadra tonica per il mese giugno. Ma c'è da osservare che in nessun caso questa pianificazione si è resa utile, perché sono stati sprecati troppi punti utili in primavera. Forse era davvero il caso di cambiare questa scuola di pensiero. Nessun rimpianto dunque per lui.
CORTE PANCALDO COME ELSINOR. E chiudo con la penosa faccenda Ficcadenti. Ritengo che solo a Verona potesse accadere una situazione tanto squallida: un tecnico, sotto regolare contratto triennale firmato a metà aprile, è stato additato tra i più papabili alla panchina del Cagliari per almeno 30 giorni senza che nessuno, Presidente e allenatore compreso, si siano sentiti in dovere di stroncare sul nascere queste illazioni. E proprio l'imbarazzante silenzio gialloblu ha finito per alimentarle e per chiedere nuovi colloqui chiarificatori tra i due. Perché?
Da una parte, tutti noi ricordiamo che alcuni anni fa Pastorello ha “trattato” Prandelli sotto regolare contratto con il Venezia; lo stesso Ficcadenti ha dichiarato ufficialmente che qualcuno, non certo lui, aveva parlato di lui in Sardegna. Quindi è plausibile sospettare che la faccenda si sia, in qualche modo, ripetuta. Ma anche il mister non ce la racconta giusta: egli è sicuramente un tecnico emergente, accreditato a panchine più importanti, ma non appartiene affatto alla folta schiera degli allenatori che sono stati anche subito vincenti. Insomma, un conto è il curriculum professionale di Somma (2 promozioni con 2 squadre diverse, Arezzo e Empoli), Ezio Rossi (2 promozioni con la Triestina e 1 playoff con il Torino), Colantuono (1 promozione con la Sambenedettese e 1 playoff), Marino e Gasperini (1 promozione con Foggia e Crotone e 2 importanti salvezze), Gregucci (2 salvezze molto difficili a Venezia e Salerno) un conto è il suo che vanta “solo” due buoni campionati disputati a Pistoia e Verona. Del resto, nemmeno da giocatore è stato mai un vincente visto che ha giocato, piuttosto bene, gran parte della sua carriera in serie B e ha ottenuto solo due promozioni in A con Verona e Torino. Ficcadenti, sa benissimo che la prossima stagione sarà per lui assolutamente decisiva e per questo da una parte ha tirato la corda con Pastorello e dall'altra non ha mai smentito Cellino: o mi metti nelle condizioni di vincere qualcosa, o accetto di andare in Sardegna. Verona è sicuramente una piazza importante e dà molta visibilità, per questo è fondamentale vincere qui. Dovesse fallire anche il prossimo campionato, correrebbe il rischio di passare inosservato e di rallentare così la sua carriera. Proprio in un ambiente dove la concorrenza è elevatissima e tutta a buon mercato, nessun Presidente che si rispetti si orienterebbe a investire in un allenatore che non riesce a vincere mai.
A Ficcadenti riconosco 2 meriti fondamentali: aver creato, dopo alcuni anni a questa parte, un'identità di squadra e aver messo insieme un gioco accettabile, per lunghi tratti piacevole. Ora però deve smentire i dubbi che gli sono piovuti addosso nel girone di Ritorno, quelli cioè di non riuscire a preparare adeguatamente gli scontri diretti (Empoli, Ascoli, Modena e Perugia) e di non essere riuscito a dare una svolta decisiva alla squadra, con tutti quegli inutili pareggi. Gli alibi di Italiano e Adailton reggono poco quando manchi i playoff per soli 2 punti (ne serviva solo 1 più dell'Ascoli) in 20 partite. Facendo tesoro di queste sue evidenti mancanze, Ficcadenti ha tutte le carte in regola per ottenere presto quei risultati di cui lui e noi stessi abbiamo bisogno. Pastorello permettendo.
La cosa pietosa, lasciatemelo dire, è la solita atmosfera di intrigo, incertezza e mancanza di trasparenza che si respira a Corte Pancaldo, dove si dice una cosa e poi se ne fa un'altra. Proprio come ad Elsinor (“c'è del marcio in Danimarca”). E per questo motivo, Ficcadenti ha fatto bene a tirare fuori la spada e a urlare i propri dubbi e le proprie ragioni. Proprio come ha fatto Amleto.
Pochi giorni fa si è consumato il solstizio d'estate (21 –22 giugno), ovvero quel fenomeno che vede l'arco diurno più lungo dell'anno a causa della declinazione solare. Tutta questa luce porta in genere con sè gioia e vita ma anche luminosità e trasparenza. Pertanto, anche per il Verona dovrebbe essere giunto il momento del chiarimento e delle nuove intenzioni.
Hellastory ha provato ad interpretare la nebulosa verità gialloblu con la solita serenità di giudizio, offrendo molte volte chiavi di lettura fuori dal coro. Noi siamo fatti così, fieri di non appartenere a nessuna corrente tradizionale di pensiero e interpretando solo ciò che il buonsenso, un po' di esperienza e di raziocinio ci portano a elaborare e poi a condividere. Forse sarà per questo che, nonostante tutto, anche chi riceve le nostre critiche e chi non è sempre stato d'accordo con noi, ci segue comunque con attenzione e attrattiva. E' chiaro a tutti che se il motore che ci guida è la passione verso il Verona, la nostra vena ispiratrice è da ricondursi esclusivamente nella libertà d'intenti.
E con questa chiacchierata chiudo la stagione 2004/2005. Tra una ventina di giorni se ne apre una nuova alla quale nessuno di noi e di voi può assolutamente rinunciare. Come faremmo senza il nostro grande, piccolo Verona?
Massimo
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