1984/85: L'Hellas Verona è campione d'Italia

CRONACA DI UN CAMPIONATO INDIMENTICABILE

clicca per ingrandire Che cosa ci fanno Platini e Maradona, Junior e Rumenigge, Falcao e Zico a bocca asciutta con il naso all'insù a guardare come una provinciale gli soffia lo scudetto? Nel campionato più bello e ricco del mondo si impongono i muscoli pronunciati dei ragazzi di Verona, sorprendendo i critici che di calcio sanno morte e miracoli, che nei paginoni estivi pronosticano sempre Juve, Inter, Roma. Invece, come nei romanzi di Agatha Christie, l'assassino è quello che non sospetti. Il successo della banda Bagnoli parte da lontano, dalla promozione in Serie A di qualche anno prima, dalla conferma di squadra forte e divertente già al primo impatto con i big del campionato, dalla continuità con il lavoro svolto, impreziosito dall'entusiasmo del nuovo gruppo che portò a cambiare gradualmente una formazione che, pur dando spettacolo e ottenendo discreti risultati, rimaneva spesso vittima della propria inesperienza e di qualche inevitabile ingenuità. clicca per ingrandire Ma la fretta, intesa come paranoia sportiva, è un concetto che non si addice a una città tranquilla e riflessiva come Verona. Proprio come quei silenzi del nasone imbronciato, Osvaldo Bagnoli, tecnico contrario a ogni esasperazione, a prima vista distante anni luce dal mondo del pallone. Ma anche gli anni della provincia, delle squadre forti loro malgrado, del Verona dei miracoli. Umile, lavoratore, che non corre dietro ai tanti idoli o divi di cui si nutrono le grandi piazze della Penisola. Rosa corta, titolari eclettici, duttilità tattica, logica o parsimonia societaria che dir si voglia. Come punto di partenza non è male per chi fa dell'arte di sapersi arrangiare un equilibrato modo di vita. Celestino Guidotti, presidente dalle capacità finanziare asincrone rispetto ai colleghi che puntano in alto, diede, con l'aiuto del Ds Mascetti, i ritocchi giusti a una squadra ben costruita negli anni. Nessuna spesa folle, rigore sulle esigenze del disegno tattico di Bagnoli e tanti stimoli da distribuire tra giocatori con la giusta voglia di riscatto e di affermazione.

LE TAPPE DEL SUCCESSO

clicca per ingrandire L'avventura ebbe inizio il 16 settembre dell'84, con il 3-1 inflitto al Napoli di re Diego. "Siamo partiti col piede giusto" sentenziò il modesto Bagnoli. Ma forse l'idea di allenare una grande squadra lo investì da subito. Da allora, la bandiera del Verona sarà sempre sul punto più alto del campionato, garrendo per tutti i trenta turni. Si alterneranno come antagoniste tutte le grandi e qualche outsider: dall'Inter al Torino, dalla Sampdoria alla Juventus. Dopo Maradona, un'altra partita di cartello a Verona sarà con i campioni d'Italia di Platini: Galderisi-Elkjaer e la Vecchia Signora l'ha presa in c.lo ancora. Ma è ancora molto presto per immaginare il futuro. La trasferta a Torino, sponda granata, rivela la forza dei gialloblù, che pur presentando una formazione rimaneggiata sbancano il "Comunale" con Briegel e Marangon dopo il momentaneo pareggio di Dossena, rivale di Di Gennaro per il ruolo di regista in maglia azzurra. La prima sconfitta arriva l'ultima di andata, a casa di una pericolante, l'Avellino, che aiutata da un campo al limite della praticabilità e dalle assenze di Galderisi ed Elkjaer si impone su uno spento Verona. Si chiude il girone d'andata col Verona primo, grazie ai soli sei gol subiti, ma l'Inter è pronta, a due sole lunghezze, per l'aggancio. Ogni annata storica ha la sua partita epocale, soprattutto se è una sfida molto sentita come Udinese-Verona. clicca per ingrandire Sopra di tre gol, i ragazzi di Bagnoli si fanno raggiungere da Zico e compagni e il campionato sembra poter sfuggire come il pallone dalle mani di Garella, che non ne prende una. Ma qui viene fuori l'esperienza e la maturità del gruppo, la voglia di andare contro il destino e gli errori, e la coppia straniera venuta dal nord porta il punteggio a 3-5. L'inter pareggia ad Avellino e il Verona torna solo in vetta alla classifica. Siamo alla diciottesima, alla prossima il "Bentegodi" ospita la partitissima con i nerazzurri. La mattina del 17 febbraio, sei giocatori del Verona hanno la febbre. Tutto volge al peggio. In quelle condizioni, Bagnoli chiude la saracinesca alla porta di Garella impostando una partita di contenimento. "E' la fine" pensano in molti, quando al 39' Altobelli porta in vantaggio la formazione nerazzurra. Tutti negli spogliatoi alla fine del primo tempo a recuperare forze e a bere litri di the caldo. E proprio uno degli influenzati, l'indistruttibile Briegel, diventa imprendibile per i nerazzurri e in tuffo di testa pareggia. Udine e la Supersfida con l'Inter avevano dato qualche segnale di cedimento, ma la prova di maturità dei ragazzi di Verona giunge a Torino contro la sempre temibile Juventus, dove un grandissimo gol di Di Gennaro pareggia la rete di Briaschi. Bagnoli è in silenzio stampa, ma c'è già chi giura che alla fine sarà lui a poter dire l'ultima. Il Verona è sempre primo e gioca veramente molto bene. E anche quando si gioca male e si vince, qualcosa entra nella testa delle avversarie, e chissà che cosa hanno pensato le inseguitrici vedendo la risicata vittoria casalinga del Verona contro la rimaneggiata Roma. clicca per ingrandire Un Fanna incontenibile, che fa la differenza, e un Elkjaer opportunista, chiudono la sofferta partita. A Firenze, il Verona torna ai suoi standard di rendimento e di gioco, con uno strepitoso Galderisi che ne fa due e regala il 3-1 ai suoi. Anche Bagnoli torna parlare. Se non è un segno questo...Inatteso e preoccupante arriva il secondo scivolone stagionale, in casa contro il Torino di Serena e Schachner. Ora le inseguitrici sono a meno quattro e domenica San Siro rossonera aspetta i gialloblù. E' uno 0-0 all'antica, con la squadra chiusa e pronta alla rimessa, degna di una provinciale assatanata in cerca di punti salvezza. Non essere la Juventus o l'Inter è quel vantaggio più o meno consapevole che ti dà la possibilità di poter cambiar pelle a seconda delle partite e delle esigenze senza che nessuno gridi allo scandalo. Il gioco brioso si è perso un po' per strada, ma la squadra tiene botta con la vittoria sulla Lazio e il pareggio casalingo con il Como. A Bergamo il sogno si fa realtà con una giornata di anticipo, e già plana sugli stadi delle grandi d'Europa a chiedere l'ospitalità accreditata di solito alle formazioni di metropoli ancora a chiedersi: "Ma come hanno fatto?".

MOMENTI DA CURVA
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Tutti i protagonisti di quel Verona hanno avuto il giusto riconoscimento esaltando le fantasie dei tifosi, che non hanno lasciato cadere la possibilità di sbizzarrirsi con i soprannomi e gli appellativi; così Galderisi diventò "puffo al tritolo", Elkjaer "il cenerentolo" per via del gol segnato senza scarpa alla Juventus, Fontolan "la quercia", Garella "Garrelik" e Ferroni "il gladiatore". Con una squadra dalla tale presentazione, le avversarie non potevano che rimanere imbarazzate coi loro nomi troppo scontati per essere all'altezza e per far sognare. Anche il pubblico ha dato il suo contributo con le coreografie colorate e le feste, le trasferte di massa e i bandieroni presenti in tutti gli stadi. Ovunque (un club di tifosi a Beirut!) il gialloblù ha fatto proseliti, portando in giro per l'Italia la "matana", la cosiddetta follia veronese, coraggiosa nella sua saggezza, con quel sospetto di indifferenza e di fine teatralità che ne ha fatto un'originale esordiente del successo.

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TUTTI I NUMERI DI UN'IMPRESA
Il cammino
1. Verona-Napoli 3-1
Briegel, Galderisi, Bertoni, Di Gennaro
2. Ascoli-Verona 1-3
Di Gennaro, Briegel, Elkjaer, Hernandez
3. Verona-Udinese 1-0
Galderisi (rig)
4. Inter-Verona 0-0
5. Verona-Juventus 2-0
Galderisi, Elkjaer
6. Roma-Verona 0-0
7. Verona-Fiorentina 2-1
Moz (aut), Galderisi, Pecci
8. Cremonese-Verona 0-2
Galderisi, Briegel
9. Verona-Sampdoria 0-0
10. Torino-Verona 1-2
Briegel, Dossena, L.Marangon
11. Verona-Milan 0-0
12. Lazio-Verona 0-1
Podavini(aut)
13. Como-Verona 0-0
14. Verona-Atalanta 1-1
Bruni, Pacione
15. Avellino-Verona 2-1
Volpati(aut), L.Marangon, Colombo
16. Napoli-Verona 0-0
17. Verona-Ascoli 2-0
Galderisi, Sacchetti
18. Udinese-Verona 3-5
Briegel, Galderisi, Elkjaer, Edinho, Carnevale, Mauro, Elkjaer, Briegel
19. Verona-Inter 1-1
Altobelli, Briegel
20. Juventus-Verona 1-1
Briaschi, Di Gennaro
21. Verona-Roma 1-0
Elkjaer
22. Fiorentina-Verona 1-3
Monelli, Fontolan, Galderisi (rig), Galderisi
23. Verona-Cremonse 3-0
Di Gennaro, Elkjaer, Briegel
24. Sampdoria-Verona 1-1
Galderisi, Renica
25. Verona-Torino 1-2
Serena, Schachner, Briegel
26. Milan-Verona 0-0
27. Verona-Lazio 1-0
Fanna
28. Verona-Como 0-0
29. Atalanta-Verona 1-1
Perico, Elkjaer
30. Verona-Avellino 4-2
Fanna, Garuti(aut), Faccini, Diaz, Galderisi(rig), Elkjaer

Il modulo
Il laterale di sinistra (Marangon) è un terzino fluidificante, il laterale di destra (Fanna) è un tornante dai compiti prettamente offensivi.

La classifica
1. H.Verona 43
2. Torino 39
3. Inter 38
4. Sampdoria 37
5. Milan 36
Juventus 36
7. Roma 34
8. Napoli 33
9. Fiorentina 29
10. Atalanta 28
11. Como 25
Udinese 25
Avellino 25
14. Ascoli 22
15. Lazio 15
Cremonese 15

La rosa impiegata
ruolo / nome / presenze / reti
P Claudio Garella 30 -19
P Sergio Spuri 1 -
D Mauro Ferroni 20 -
D Silvano Fontolan 28 1
D Silvano Fontolan 28 1
D Fabio Marangon 3 -
D Luciano Marangon 29 2
D Roberto Tricella 30 -
D Domenico Volpati 30 -
C Hans Peter Briegel 27 9
C Luciano Bruni 27 1
C Antonio Di Gennaro 29 4
C Dario Donà 12 -
C Luigi Sacchetti 15 1
A Preben Larsen Elkjaer 23 8
A Pietro Fanna 29 2
A Giuseppe Galderisi 29 11
A Franco Turchetta 16 -
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