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HELLAS VERONA / Accadde Oggi

VERONA - PALERMO

Il campionato dei pareggi

Sono soltanto 3 i campionati in cui Verona e Palermo si sono incrociate in serie A. L'ultima volta risale all'11 marzo 1973 quando il Palermo, ultimo in classifica, al Bentegodi strappò il pari per 1-1. Alla rete di di Zigoni rispose un'autorete di Mascalaito su tiro di Arcoleo. E' l'unico punto conquistato dal Palermo al Bentegodi in 3 tentativi in serie A, punto che comunque si rivelò del tutto inutile dato che i siciliani retrocessero classificandosi penultimi, sopra soltanto alla Ternana di Viciani. Il Verona invece si salvò, non senza qualche affanno, grazie ad un campionato condito da un numero impressionante di pareggi (furono ben 16 su 30 partite, comunque lontano dal record nei campionati a 16 squadre, stabilito dall'Udinese nel 1982-83 con ben 20 pareggi!), e da poche vittorie. Addirittura si arrivò all'ultima giornata con il Verona già salvo con uno score di 3 vittorie esterne (Bergamo, Genova con la Samp, e Arezzo contro la Roma) ma con un solo successo interno, contro la Ternana all'8a di ritorno. Come poi finì l'ultima giornata del campionato 1972-73 ce lo ricordiamo tutti: al Bentegodi arrivava il Milan capolista e la partita è tuttora ricordata dai tifosi gialloblu come la partita del secolo. Molto meno memorabile fu quel pari interno con il Palermo, accolto con rabbia da mister Cadè che accusò i suoi giocatori di nascondersi dietro l'alibi del «fattore campo». In quel campionato difatti il Bentegodi non era ancora stato «violato» dai gialloblu: la citata vittoria con la Ternana, un 1-0 firmato da Zigoni, arriverà soltanto due settimane dopo, il 25 marzo 1973, a quasi un anno esatto di distanza dall'ultimo successo interno in serie A sulla Sampdoria, datato 26 marzo 1972!

VERONA - PALERMO

Ci pensa Bui

Gli altri due precedenti in serie A contro il Palermo risalgono ai campionati 1968-69 e 1969-70, e si giocarono nell'anno solare 1969: il 2 marzo e il 9 novembre finì sempre con lo stesso risultato, 2-0 per l'Hellas, e con lo stesso marcatore, Gianni Bui, in entrambi i casi autore di una doppietta. Considerato che la torre di Serramazzoni ha segnato 20 reti in A con la maglia del Verona, il Palermo era la sua vittima preferita: il 20% dei suoi gol li ha difatti rifilati ai siciliani. La doppietta di Bui contro il Palermo del 2 marzo 1969 è descritta nel servizio di Valeriano TRE per QUINDICI.
Il 9 novembre 1969 il Verona ebbe la meglio su un Palermo comunque combattivo ed in partita fino allo scadere. Bui realizzò la rete del vantaggio al 15' del primo tempo sfruttando un tiro rimpallato di Ferrari e sfuggendo alla marcatura di Mario Giubertoni, stopper mantovano che poi finirà la carriera proprio al Verona nel 1976-77. Il raddoppio arrivò solo all'90', su calcio di rigore guadagnato dallo stesso Bui su imbeccata di Orazi. Stando alle cronache del tempo, non fu certo una gara memorabile se è vero che a fine partita il presidente Garonzi e mister Renatone Lucchi si lamentarono dei fischi ingenerosi ricevuti dagli spalti.

VERONA - PALERMO

Veronesi «ex», futuri e... non profeti in patria

Torniamo alla gara dell'11 marzo 1973: nel Palermo che impattò per 1-1 al Bentegodi giocavano Sandro Vanello, Bruno Pace e Sergio Girardi.
Sandro Vanello, mezzala friulana classe 1948, aveva esordito in serie A con il Verona il 29 settembre 1968 a Napoli, sostituendo Bonatti ad inizio ripresa, ed era andato subito in rete segnando il gol dell'1-0. Finì 1-1, con il pareggio partenopeo che arrivò soltanto a 3' minuti dal termine per un'autorete di Petrelli, ma Vanello rimarrà negli annali del Verona come autore del primo gol gialloblu in serie A da subentrante dalla panchina (nella stagione 57-58 non c'erano ancora le sostituzioni).
Bruno Pace, ala sinistra di Pescara, classe 1943, si trasferì invece a Verona proprio al termine di quel campionato 1972-73. A Verona, ormai trentenne, non lasciò particolarmente il segno, raccogliendo in tutto 14 presenze, spesso subentrando a partita in corso o venendo sostituito quando partiva titolare. Cadè non stravedeva certo per lui, ma non era facile per nessuno trovare spazio con Zigoni, Luppi, Maddè e Zaccarelli, e dovette ben presto mettersi il cuore in... pace. Fatto sta che, su 14 presenze totali, l'unica gara in cui giocò 90 minuti fu a San Siro contro il Milan, il 16 dicembre 1973, nel primo confronto dopo la «fatal Verona».
Su di lui, Carlo ci fornisce questo estratto d'archivio quando arrivò a Verona: «E' un tipo estroso che trova nell'incostanza i suoi limiti. Può essere impiegato indifferentemente nel ruolo di punta o di mezz'ala di raccordo. La lunga milizia bolognese lo ha smaliziato e reso completo. Per quanto inserito nella rosa scaligera dovrà stringere i denti e rendere al massimo per trovare un posto in prima squadra. La circostanza può solo indurlo ad evitare pause inutili e ad impegnarsi con tutte le sue energie. E' dotato anche di un certo senso del gol. O sfonda quest'anno o chiude con il gioco del calcio. Lui queste cose le sa e, stuzzicato nel suo amor proprio, verrà certamente buono al Verona nell'arco di un campionato che concede gloria e soddisfazioni a chi gloria e soddisfazioni vuol trovare». Parole all'incirca profetiche: Pace non sfondò affatto e a fine campionato finì in serie D, all'Angolana.
A difendere i pali del Palermo c'era invece Sergio Girardi, nativo di Belfiore. Per lui una lunga carriera da professionista, cominciata nel Mantova, e proseguita con uno scudetto conquistato con l'Inter, prima di trasferirsi a Palermo. Dopo diverse stagioni in serie A, è diventato uno dei preparatori di portieri più apprezzati del mantovano, dove ha cresciuto tra l'altro il talento Nicola Leali, attuale portiere del Cesena. Girardi fu uno dei migliori del Palermo di quel pomeriggio del 1973: "un veronese che difende la rete dei siciliani che fa i miracoli prima di lasciare la strada aperta a Zigoni". Un veronese che non ha mai vestito la maglia del Verona, come tanti altri «figliastri» della provincia veronese che dovettero emigrare altrove per farsi spazio nel calcio. Due nomi fra tanti, Mario Corso e Romeo Benetti.
Per completare la carrellata degli "ex", nella rosa di quel Palermo, ma non schierato al Bentegodi, c'era anche Edoardo Reja, destinato poi a sedersi sulla panchina del Verona nella stagione 1992-93.

* * *

Per tornare ai nostri tempi, Verona – Palermo sarà anche la gara di Luca Toni, che ha trovato la sua piena consacrazione in Sicilia, fra il 2003 e il 2005, mettendo a segno ben 50 gol in 80 partite, e guadagnandosi anche la prima convocazione in azzurro. L'anno scorso Toni ha già avuto modo di lasciare la zampata dell'ex nella gara di Coppa Italia del Barbera, vinta dal Verona per 1-0 grazie ad un suo colpo di testa su perfetto cross di Martinho. Ammetto che mi ero immaginato di poter rivedere tante altre volte quella scena nel resto della stagione, ma Martinho non ha rispettato le attese e non ha più messo un cross decisivo. In quanto a Toni, ha dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, di saper andare in gol in mille modi, ma siamo pronti a farci stupire ancora.

Paolo



Hellastory, 15/09/2014
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L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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