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PROSSIMO IMPEGNO
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Piccolo break statistico a due giornate dalla fine del girone di Andata.
Il continuo ripetersi di risultati in bianco mi ha incuriosito e sono andato a verificare le situazioni pregresse.
Se, come si dice, lo 0 a 0 è il risultato di una partita perfetta (a mio avviso una colossale baggianata) i ragazzi di Remondina sono sulla via della... santità.
Mai prima d'ora, in tutti i campionati sin qui disputati dall'Hellas, ci sono stati, dopo 15 turni, ben 6 risultati ad occhiali. Fa un po' specie dirlo ora che abbiamo trovato finalmente un bomber degno di tal nome, ma nonostante il panzer di Desenzano, per 7 volte la rete avversaria è rimasta inviolata.
Questo record, che non so se definire positivo o negativo, batte due strisce di sei 0 a 0, ottenuti però in 16 incontri, verificatisi in due tornei tanto diversi nei loro esiti finali.
Parlo del 1984/85 e del 1988/89.
Sembrerà strano, ma l'attacco atomico dello scudetto (42 reti in 30 gare) di Galderisi, Briegel ed Elkjaer è riuscito ad inanellare la stessa performance di uno degli attacchi più asfittici di sempre (18 reti in 34 gare), quello di Caniggia, Troglio e Pacione.
Non a caso quest'ultima annata è quella che, alla fine, annovera più risultati a reti inviolate di sempre: ben 13.
Un altro dato statisticamente significativo è anche quello relativo ai rigori contro. Non ci è ancora stato fischiato un penalty a sfavore.
Questo è senz'altro un fatto degno di nota, segno di una “quasi” raggiunta omogeneità di reparto e forse di qualche arbitro più benevolo di un tempo nei nostri riguardi (l'anno scorso, a questo punto, ne avevamo già subiti 3).
Non capita spesso al Verona di finire l'Andata senza subire rigori. Se togliamo il 2004/05 (primo rigore contro alla 1^ di Ritorno in un Verona-Torino 2 a 0, con errore di Marazzina tra l'altro), bisogna tornare al Campionato 1981/82 (Serie B - promozione Bagnoli) per un'altra Andata immacolata: il primo smacco lo subimmo alla 6^ di Ritorno in un Sambenedettese-Verona 1 a 2, a segno Fabiano Speggiorin.
Per finire una nota veramente dolente.
Da quando siamo all' “inferno” abbiamo disputato 9 gare con le nostre conterranee: 7 sconfitte e 2 pareggi; 0 gol fatti e 11 subiti.
Amara terra mia.
CARLO
L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.
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