Il tanto atteso mercato di gennaio del Verona, quando ormai rimane solo la metà dei giorni disponibili, ha finora regalato due acquisti (Ferrarese e Sartor), una cessione eccellente (Italiano) ed altre quattro partenze minori (Foderaro, Di Chiara, Laner e Iachemet), necessarie per liberare posti in vista di futuri arrivi. Impossibile non nascondere un pizzico di delusione e di insoddisfazione, ricordando le promesse che Arvedi e Cannella avevano fatto nei mesi scorsi. Ferrarese e Sartor sono senz'altro due giocatori esperti e tecnicamente validi, che di certo non sarebbero arrivati nel corso della precedente gestione. Tuttavia per entrambi sussitono forti dubbi, almeno nel breve termine, sulle capacità di tenuta fisica: in particolare Sartor, che ha alle spalle un palmares ricco di coppe ed esperienze importanti (Juve, Inter, Roma, Parma) ma anche un passato recente di peregrinazioni e pochissime presenze, non gioca addirittura dal novembre 2005. Una sua piena integrazione nella rosa gialloblu non potrà allora che avvenire fra almeno 15-20 giorni.

Ma al di là di queste considerazioni ciò che apparre decisamente più grave nel mercato scaligero è il mancato arrivo di almeno una punta decente. E' in questo settore che l'Hellas ha sofferto i problemi più grandi, ed è proprio qui, purtroppo, che Cannella ed Arvedi stanno incontrando le maggiori difficoltà. Incassati ormai una decina di rifiuti, i pochi nomi che rimangono disponibili (su tutti Iliev e Rubino) paiono davvero poco convincenti e difficilmente potranno essere risolutivi della crisi offensiva gialloblu. Quasi a voler calmare l'insoddisfazione montante per questo magro scenario, ieri è intervenuto direttamente il presidente Arvedi, nel corso della conferenza stampa tenuta per smentire (e querelare) lo «scoop» di Repubblica secondo cui dietro alla società gialloblu ci sarebbe Casillo. «Arriveranno altri quattro giocatori, tra cui una punta e una mezza punta» - sono state le sue parole. Il conte ha finora sempre dimostrato un'encomiabile generosità e siamo sicuri che anche questa volta farà di tutto per mantenere la promessa. Ma la speranza, ovvia sebbene ogni giorno più flebile, è che oltre alla quantità si saprà portare a Verona anche un pò di qualità.

Enrico