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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

CHE FINE HANNO FATTO I «PECCHIA BOYS»?

CHE FINE HANNO FATTO I «PECCHIA BOYS»?

In questo periodo ci avviciniamo al mercato di gennaio e puntualmente i giornalisti accostano in partenza od in arrivo all'Hellas una girandola di nomi. Altrettanto consueto, in questi giorni di fine anno, il mio articolo che apre una finestra sul passato alla scoperta della sorte che il destino ha riservato a chi nelle stagioni scorse è transitato dalle nostre parti e, in una maniera o nell'altra, è entrato a far parte della storia gialloblù.

Oggetto della ricerca è il biennio Pecchia (campionati 2016/17 e 2017/18) che ci ha riservato una promozione dalla B il primo anno ed un'amara retrocessione l'anno successivo vissuta (incredibilmente in panchina sino all'ultima giornata) dal tecnico di Formia a braccetto con il direttore sportivo (e, non dimentichiamolo, suo agente e mentore) Fusco.

Nella rosa del primo anno giocato in serie B, allestita dal presidente Setti grazie anche al generoso paracadute riservato alle retrocesse, vi sono tre giocatori che tuttora vestono i nostri colori; uno come titolare (Zaccagni) uno ad intermittenza (Pazzini) ed uno solo formalmente (Bessa finora mai sceso in campo perché infortunato). Per altro soltanto il centrocampista romagnolo ha giocato ininterrottamente da allora con l'Hellas mentre gli altri due hanno conosciuto prestiti rispettivamente al Levante e al Genoa. Per uno che ha appeso le scarpe al chiodo (Maresca) vi sono poi altre situazioni che meritano approfondimenti.

La carriera di Bruno Zuculini si è impennata a livello internazionale (ha vinto col River Plate la coppa Libertadores) mentre per altri giocatori si è consolidata in serie A (Valoti e Fares si sono messi in luce nella Spal, Ferrari è titolare nella Sampdoria come pure Romulo nel Brescia). Sempre nella massima serie ma ai margini della rosa ritroviamo Nicolas in panca all'Udinese e Siligardi fuori lista al Parma.

CHE FINE HANNO FATTO I «PECCHIA BOYS»?

L'odierno campionato di serie B è il palcoscenico più indicato per certi giocatori a cui siamo stati legati per l'impegno profuso dalle nostre parti e parlo di Caracciolo e Bianchetti ora alla Cremonese, Franco Zuculini al Venezia e Luppi al Cittadella mentre chi ha varcato i confini non ha avuto grandi progressi di carriera. Mi sto riferendo a Pisano (ora svincolato dopo due stagioni al Bristol City, serie B inglese), Souprayen (ora nell'Auxerre in B francese) e Boldor che gioca nella A albanese con la maglia del Partizani Tirana.

Costretti a scendere in serie C sono stati due giovani giocatori su cui si puntava molto ma che si sono persi dopo qualche stagione di prestiti vari; sto parlando di Ganz, ora al Como e di Cappelluzzo in forza alla Pistoiese. Nella stessa terza serie scendono regolarmente in campo altri tre giocatori che nel loro curriculum vantano presenze anche in serie A; il nostro indimenticato Juanito Gomez che veste la maglia del Gubbio, Cherubin con il Padova appena retrocesso e Fossati nel Monza che Berlusconi vuole far tornare grande.

Un altro giocatore amato dai tifosi, a dire il vero più per le sue performance fuori dal campo, sta finendo la sua carriera in serie D nel Gladiator di Santa Maria Capua Vetere; si tratta di Troianiello famoso anche per la sua posizione a testa in giù nella foto di squadra nella serata della promozione a Cesena.

Nell'estate il compito di Fusco e Pecchia è quello di allestire il gruppo di giocatori per affrontare la serie A appena conquistata ma avendo a disposizione pochissime risorse sono costretti ad affidarsi a prestiti o a giocatori da rilanciare. Il primo acquisto che doveva scaldare la tifoseria ma che invece ha soltanto inscenato a Verona la sua ultima penosa recita è stato Cassano che per qualche giorno si è allenato in gialloblù prima del definitivo dal calcio. Alla stessa stregua sono stati ingaggiati altri due giocatori esperti, Cerci e Heurteaux che prima di ritrovarsi quest'anno in B a Salerno hanno vissuto a braccetto l'incubo del fallimento dell'esperienza turca all'Ankaragucu. Da rilanciare dopo un infortunio ci è stato proposto per qualche mese anche Caceres che abbiamo recentemente rivisto con piacere con la maglia della Fiorentina tornare al suo alto livello di rendimento. Tra le scommesse si poteva elencare anche l'attuale nostro estremo difensore Silvestri, al tempo secondo portiere, in quanto tornava da una altalenante esperienza in serie B inglese.

CHE FINE HANNO FATTO I «PECCHIA BOYS»?

Del gruppo facevano parte anche dei giovani promettenti e per qualcuno l'anno a Verona è stato un trampolino di lancio; parlo di Kean ora in Premier all'Everton e già in rete con la nazionale azzurra e di Verde che si distingue oggi nell' Aek di Atene dopo un'esperienza al Valladolid. Nonostante le incoraggianti prove al Bentegodi che lo hanno fatto diventare un beniamino dei tifosi non si hanno notizie positive di Lee ora al Sint Truiden nella serie A belga mentre per Buchel (Juve Stabia) e Felicioli (Venezia) l'attuale stagione in serie B certifica il loro reale valore come anche per Bearzotti, militante in C nel Modena.

A gennaio 2018 con una classifica asfittica si tenta il tutto per tutto inserendo dei nuovi giocatori che sul campo però non riescono a far raddrizzare una stagione iniziata col piede sbagliato. In difesa con ottime credenziali giunge Vukovic che rientrato poi all'Olimpiakos si trova oggi senza squadra mentre a centrocampo viene assegnata una maglia a Calvano, da tempo in organico senza mai scendere in campo, che dimostra di non essere una meteora. Ora è titolare allo Juve Stabia in serie B. Chi invece si dimostra inadeguato è l'inglese Aarons che il Newcastle proprietario del cartellino ha poi sbolognato in prestito in varie squadre britanniche. Ora è parcheggiato in terza serie al Wycombe Wanderers. L'attacco è il settore più in difficoltà che non migliora con l'arrivo di Matos e di Petkovic. Mentre il brasiliano, ora al Lucerna in serie A svizzera, difetta nella continuità di rendimento, nessuno avrebbe scommesso un euro per il croato arrivato in prestito dal Bologna. Ebbene dopo essere tornato in patria ha fatto meraviglie con la Dinamo Zagabria meritando il ruolo di titolare nella nazionale vicecampione del mondo e lo abbiamo ammirato recentemente segnare in Champions League.

Questo gruppo male assortito incredibilmente ai primi di aprile è ancora in corsa per la salvezza (al termine della 31ma giornata con lo scontro diretto da disputare in casa, l'Hellas si trova a due punti dalla Spal che poi si salverà) ma poi purtroppo naufragherà nelle ultime 7 giornate inanellando altrettante sconfitte. La stagione si conclude con l'inevitabile retrocessione tra gli insulti dei tifosi che non perdonano all'allenatore la delirante dialettica e che costringe Pecchia a salutare tutti ed emigrare nella seconda serie giapponese all'Avispa Fukuoka da cui si congederà a giugno 2019.

Ora il suo presente, grazie all'appoggio dell'immancabile amico Fusco di nuovo suo direttore sportivo, è presso la seconda squadra della Juventus, denominata under 23, che milita nel campionato di serie C, lontano dai riflettori. Di sicuro non avrà problemi di budget per completare la rosa ne dovrà subire la pressione di una piazza che a suo dire lo ha criticato oltre misura. Indubbiamente potrà sempre affermare che la sua squadra è continuamente 'in crescita'. Se non altro! anagraficamente.

Arturo



Hellastory, 19/12/2019

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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