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PROSSIMO IMPEGNO
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Nemmeno il tempo di metabolizzare l'addio di Rafael e un altro pilastro del nostro Verona se ne va. L'ultimo “Eroe di Salerno” , Emil Hallfredsson, decide di lasciare Verona per andare a giocarsi gli ultimi scampoli di carriera ad Udine.
Fu così che di quelli che ci hanno portato via dalla C non è rimasto più nessuno, oltre a noi tifosi. Forse era quello che ci legava veramente a questi ultimi giocatori e a Mandorlini: noi e loro c'eravamo. Gli altri no, nemmeno i dirigenti, nemmeno Setti.
Ce ne faremo ovviamente una ragione ma vale la pena sottolineare (un'ultima volta) che il ciclo è definitivamente concluso.
Riguardo Emil possiamo solo ricordare che quando arrivò ci domandavamo come potesse uno così scendere a giocare in Lega Pro. Era quello che faceva al caso nostro in una categoria dove i piedi buoni non erano proprio apprezzati e servivano piuttosto le ruspe e bulldozer. Lui era uno di questi. Un'onda in piena che travolgeva gli avversari senza pietà alcuna. Ci metteva un pochino ad entrare in condizione, i primi mesi della stagione faceva sempre un po' di fatica però poi, assicurato, non si fermava più.
Il legame con la nostra città è stato fin da subito particolare. Qui, come ricorda lui nella bella lettera che ci ha dedicato, è tornato ad essere un grande giocatore e ha ritrovato la strada nella nazionale che lo porterà fino ai prossimi, storici, Campionati Europei. Verona ha dato tanto a lui e lui ha ricambiato come meglio sapeva fare.
In questa stagione stranissima qualcosa era mutato, ancora prima che partisse Mandorlini. Forse la volontà di cambiare aria ancora quest'estate e poi la carenza dei risultati l'avevano portato ad essere più nervoso, meno lucido del solito. Tipico delle persone come lui: all'apparenza un vero duro, freddo, sguardo torvo e poche parole. Atteggiamento che invece nasconde una spiccata emotività che viene controllata a stento ma che poi inevitabilmente esplode nei momenti critici. Di glaciale non c'è proprio niente in Hallfredsson.
E allora, stop alla malinconia, in fondo è stato giusto così. Lui Verona la porterà sempre nel cuore e questa resterà per sempre la città natale dei piccoli Emilsson. Noi porteremo lui sempre nel cuore, come uno dei simboli di una meravigliosa epopea.
In bocca al lupo Alfredo.
Valeriano
[Leggi la scheda di Emil Hallfredsson]
L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.
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